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lunedì 6 giugno 2016

Un Consiglio Comunale per l’Avis


Il Presidente dell'Avis, Dino Pesci con un donatore

È fissata per sabato 11 giugno alle ore 10,00 in prima convocazione la prossima seduta del Consiglio Comunale di Montegranaro. Si tratta di un orario particolare, non usuale, e questo è dovuto al fatto che non si celebrerà una seduta normale, con una normale discussione politica, ma si festeggeranno l’Avis e i suoi donatori per l’annuale Festa del Donatore. Verranno così consegnate le benemerenze del 2016 e ci sarà occasione per parlare della cultura del dono, argomento importante specie a Montegranaro dove ancora non si riesce ad emettere carte di identità che riportino la volontà del titolare di donare gli organi. Al termine ci sarà un rinfresco.
Prima di festeggiare giustamente l’Avis, però, ci sarà il tempo per un passaggio politico importante, ossia la surroga del consigliere dimissionario del Movimento 5 Stelle, Carlo Pirro, che ha lasciato il suo seggio rispettando una regola interna al Movimento montegranarese che prevede un anno di consiliatura per ogni elemento in lista. Pirro sarà sostituito da Endrio Pavoni, dopo la rinuncia di Hairy Tedeschi e Luana Laici che lo precedono come numero di preferenze ottenute nel corso delle ultime amministrative.
Un particolare: la convocazione non è firmata dal Presidente del Consiglio Comunale, Walter Antonelli, bensì dal vicepresidente Chiara Michetti.

Luca Craia

venerdì 12 giugno 2015

Montegranaro non ha un’opposizione?




Sono rimasto sconvolto dall’ultimo Consiglio Comunale. Ho assistito alla pantomima della politica di vecchio stampo, alla messa in scena del copione scritto dal vecchio regime, al ritorno della balena bianca, al volemosebbene istituzionalizzato.
La discussione sulla Tari, in realtà, si è svolta come doveva, con Sel che finalmente prende una posizione un po’ meno prona, con Lucentini e Gismondi che portano avanti il discorso iniziato fuori dal Consiglio nei giorni scorsi e col Movimento 5 Stelle che dice la sua col nuovo Consigliere Pirro fresco di surroga. Alla fine, comunque, tutto approvato senza scossoni.
La parte interessante, invece, è venuta verso la fine, con la discussione della variante al PRG che tanto somiglia a quella variante “Bisacci” rigettata qualche mese fa ma che doveva essere approvata. Che dovesse essere approvata siamo tutti d’accordo, in quanto del tutto regolare. Così com’era regolare quella precedente che, invece, fu bocciata. E qui viene il bello.
Perugini esordisce dicendo che l’ora è tarda ed è meglio non leggere il dispositivo. Ovviamente tutti d’accordo. Evidentemente hanno sonno. O no? Perugini spiega che la variate è da accettare perché del tutto in regola coi parametri di legge. Sacrosanto. Non spiega, però, perché quella di Bisacci, che pure era in regola e godeva del placet dell’Ufficio Tecnico, sia stata rigettata.  E nessuno glie lo domanda, e questa è la cosa più curiosa. Anzi, Perugini chiede di non guardare al passato E lo ottiene. Si ha la netta impressione che si stia giocando a camminare sulle uova, facendo bene attenzione a non romperle. La maggioranza non vorrebbe mai trovarsi di fronte un nuovo contenzioso. L’opposizione di Gismondi ha tutto l’interesse ad approvare la variante anche perché la richiesta è fatta da persone riferibili a quell’area politica. I Cinquestelle si astengono e non si capisce il perché, forse per dimostrare che fanno opposizione (mentre poco prima hanno dimostrato il contrario, ma poi ci torno). E Sel, che nel caso Bisacci aveva preso botte da orbi, costringendo Eros Marilungo a rimettere le deleghe e a dimettersi da capogruppo, non fa una piega. Marilungo stesso interviene per la dichiarazione di voto dicendo che va tutto bene. Certo che va tutto bene, ma perché non chiede lumi sulle differenze tra questa e la variante per la quale è stato politicamente malmenato? Perché Perugini e Ubaldi hanno chiesto di non guardare al passato? Al passato, invece, bisognerebbe guardare un po’ più spesso.
Capitolo a parte per le surroghe e i rinnovi dei CDA delle partecipate. Gaudenzi va alla Farmacia Comunale uscendo da un fianco a tutti. La sua nomina è stata decisa in una riunione ristretta e gran parte della maggioranza non è era nemmeno al corrente. Sarà forse l’ultima rata del costo della nomina a Presidente della Provincia di Perugini a favore di Ubaldi che, così, mette al proprio posto un’altra pedina.
Poi si surroga la Strappa alla Casa di Riposo. La maggioranza nomina Cameli, persona sicuramente irreprensibile ma uomo di partito e, soprattutto, di Perugini. Viviamo Montegranaro suggerisce non troppo convintamente il nome di Basso (uno dei tanti Basso che abbiamo a Montegranaro) e, udite udite, il Movimento 5 Stelle propone il nome di Anna Maria Vecchiola. Nulla da dire sulla caratura della persona e sulla sua onestà. Ma certamente non mi pare consona agli ideali dei pentastellati. Soprattutto non pare nuova e svincolata politicamente. Anna Maria Vecchiola fa parte di un importante potentato economico, la sua famiglia è molto legata al gruppo di Ubaldi (lo stesso Gaudenzi ha rapporti di lavoro con i nipoti della Vecchiola), è presidente dell’Archeoclub e collabora in maniera più che fitta con l’amministrazione Mancini.
Perché i Cinque Stelle abbiano scelto lei piuttosto che qualche altro cittadino o qualche proprio esponente non si capisce. Forse volevano mettere in difficoltà la maggioranza proponendo e facendo bocciare una candidatura vicina a Sindaco e Vicesindaco? Può darsi ma, se così fosse, saremmo di fronte a logiche da prima repubblica, da democrazia cristiana. Se questo è il nuovo, tanto vale tenersi il vecchio. Fatto sta che, a questo punto, l’opposizione chi la fa?

Luca Craia

lunedì 8 giugno 2015

Casa di Riposo. Pd – ubaldiani: ci sarà da divertirsi?



Il ragionamento fatto nel suo articolo di ieri da Marisa Colibazzi non fa una piega: la surroga della Strappa, dimessasi dal CDA della Casa di Riposo perché eletta in Consiglio Comunale (e attualmente è assessore competente proprio per la Casa di Riposo stessa), dovrebbe spettare alle minoranza in quanto Cristiana Strappa era stata nominata come rappresentante dell’opposizione, in quota Ubaldi. Solo che, nel frattempo, la minoranza in Consiglio Comunale è diventata maggioranza e, quindi, l’attuale Consiglio di Amministrazione della Casa di Riposo si è trasformato da espressione della maggioranza a espressione della minoranza.
In tutto questo va considerato anche il ruolo del rappresentante nominato all’epoca dall’altro pezzo di minoranza, il Partito Democratico, ma che, essendo collocabile nell’area piddina che fa riferimento ai Franceschetti (a quel tempo saldamente in sella alla segreteria), certamente non è in rapporti idilliaci con l’attuale maggioranza politica cittadina. Il CDA della Casa di Riposo è, quindi, totalmente sotto il controllo di uomini inquadrabili nell’area di minoranza consigliare o, comunque, non nell’area di maggioranza. Cosa accadrà con la surroga? Forse niente, forse prevarrà il buon senso e la minoranza non vanterà diritti su questo seggio vacante. Sarebbe auspicabile e plausibile.
Ma ci potrebbero essere (e, conoscendo i soggetti, sono quasi sicuro che ci saranno, anche se si farà di tutto per non farlo sapere) attriti e scintille nella stessa maggioranza. La Strappa era in quota Ubaldi. Questi, avendo un insaziabile appetito di poltrone, difficilmente cederà a un rappresentante di altre aree della maggioranza, anche perché il Pd è comunque rappresentato all’interno del CDA, seppure da un elemento appartenente all’opposizione (e che opposizione) interna. Ma non credo che il Pd si senta in questo modo rappresentato.
Consideriamo anche che ora il Pd ha ottenuto quello che voleva, con la Presidenza della Provincia data a Perugini anche grazie agli sforzi propagandistici di Ubaldi (ricordiamo il famoso SMS ma anche le pittoresche uscite sulla stampa) e che, quindi, ora può sentirsi sciolto da vincoli. Credo che si profili un interessantissimo scontro tra il Pd e gli ubaldiani.
E non dimentichiamoci che anche il Presidente del Consiglio Antonelli rappresenta un’anima a se stante e potrebbe pretendere qualcosa. Non credo, infine, che Sel andrà a vantare pretese. Finora ha solo preso schiaffi e, probabilmente, continuerà a prenderne fino a che non ne potrà più e uscirà dalla maggioranza, salvando quel poco che rimane della propria credibilità. Ma mai dire mai: potrebbero pretendere anche loro quella poltrona che, a questo punto, sarebbe davvero stretta. Ci sarà da divertirsi. Forse.

Luca Craia