La brutta storia del tassista
ammazzato a bottigliate a Milano, gli accoltellamenti odierni a Offida per
overheating da vino rosso e chissà cos’altro, le ordinarie storie di
altrettanto ordinaria e metabolizzata violenza ci danno il quadro di una
società non più in declino ma lungo la discesa a piombo nel precipizio. Sono
tante piccole micce ad innescare tante piccole bombe di piccola violenza
quotidiana che, però, fa male lo stesso. Ad innescarle non è più il film
d’azione o il cartone con i laser come ci volevano far credere qualche anno fa
ma lo scontro costante nella società, non più tra classi ma tra caste, non più
tra proletariato e padroni ma tra individui, scontro tra poveri.
Poeveri di tasca e di spirito, con
le menti obnubilate da sostanze, alcol, rabbia, depressione, popolano le nostre
città e le nostre strade, tanto che un povero cristo che attraversa sulle strisce
deve litigare con un tassista rissoso che quasi lo investe insieme alla compagna
incita, e che il povero tassista rissoso muoia per la rabbia repressa del suddetto
povero cristo. Vittime, tutti, di un mondo
alla deriva, di una società in disintegrazione accompagnata da politici che si
picchiano in Parlamento e si insultano in televisione e dalla rabbia che giustifica
tutto: vetrine spaccate, treni in fiamme, coltelli e pistolettate.
Luca Craia