La chiesetta della SS.Trinità la
possiamo trovare percorrendo, appunto, via Trinità, la strada che dalla chiesa
di San Liborio scende fino a via Elpidiense Sud ed è situata circa a metà via,
nell’unico lotto “verde” dell’area. Per capire che si tratta di una chiesa ci
vuole un po’ perché, passando veloci, si vede soltanto un muro di mattoni che spunta
tra la folta vegetazione. Avvicinandosi, però, si scopre un delizioso tempietto
neoclassico completamente mangiato da una selva di erbacce e alberi spontanei,
segno di come la chiesetta sia stata completamente dimenticata da tutti fuorché
da chi ci abita vicino che, però, ormai l'ha metabolizzata come rudere.
Invece quel piccolo edificio
ricoperto da rampicanti selvatici e nel centro del quale addirittura crescono
alberi (il tetto non c’è più) era la cappella funebre della famiglia
Conventati. Va ricordato che nell’area di cui parliamo esisteva l’antico
cimitero cittadino, poi spostato nella posizione attuale alla fine del XIX
secolo. Uniche testimonianze della presenza dell’antico camposanto sono la
croce in ferro che si erge al centro dell’incrocio di fronte alla chiesa di San
Liborio e, appunto, la chiesetta della Trinità. Molto probabilmente sotto il
pavimento del tempio ci sono ancora le tombe di alcuni Conventati.
A quanto sappiamo la chiesa
risulta di proprietà del Comune. È ancor più
stupefacente, quindi, lo stato di abbandono in cui versa. Nessuno si è mai preso la briga almeno di tenere pulita l’area che, oltretutto, è sita al centro di un quartiere densamente popolato. Inoltre non vi sono recinti, per cui esiste anche la possibilità che qualcuno, magari un bambino, possa avventurarvisi all’interno con enormi pericoli.
stupefacente, quindi, lo stato di abbandono in cui versa. Nessuno si è mai preso la briga almeno di tenere pulita l’area che, oltretutto, è sita al centro di un quartiere densamente popolato. Inoltre non vi sono recinti, per cui esiste anche la possibilità che qualcuno, magari un bambino, possa avventurarvisi all’interno con enormi pericoli.
Sarebbe quantomeno opportuno
ripulire l’area dalle erbacce in modo tale da poter accedervi e fare gli
opportuni rilievi, sia per quanto riguarda la staticità dell’edificio sia per
quanto riguarda la parte archeologica della quale proporrei che sia Arkeo ad
occuparsi (presentai domanda al Comune per questo già nel 2014). Nel frattempo
raccomando a tutti di non avvicinarsi, sia per non assumere rischi inutili sia
per non rovinare ulteriormente un altro dei piccoli tesori dimenticati di
Montegranaro.
Luca Craia