Non so se l’idea sia del giornalista del Corriere Adriatico o dell’assessore
allo Sport nonché vicesindaco tuttofare Endrio Ubaldi o dell’assessore all’ambiente Roberto Basso (che
non si capisce che c’entri con lo sport) ma leggere sul giornale stamattina che
ancora una volta si va a ventilare l’ipotesi della realizzazione di un
palasport nuovo per il basket che potrebbe andare in serie A mi ha fatto
sobbalzare. La domanda è quella che mi pongo e pongo da tempo immemorabile,
tirandomi puntualmente addosso critiche, insulti e, tanto per non farci mancare
nulla in questo allegro paesino meridionale, qualche minaccia: perché la
collettività dovrebbe pagare la passione di alcuni? Con la fine triste della
Sutor pensavo che, almeno, avrei finito di pagare le tasse per finanziare anche
le partite, ma pare che mi sbagliassi.
Passi che il Comune già dia un contributo, seppur piccolo alla società
sportiva superstite che fa basket a livelli alti, ma che ora si ricominci a
parlare della realizzazione da parte del pubblico di un nuovo palasport, per
quanto con l’eventuale apporto dei privati, mi pare inaccettabile.
Inaccettabile, intendiamoci, per i tempi che corrono e per i problemi che
abbiamo. Inaccettabile perché, purtroppo, gli anni ’80 sono finiti da un pezzo
e ora Montegranaro deve pensare al lavoro che manca, alle fabbriche che
chiudono, ai cassaintegrati e ai disoccupati. Deve pensare al centro storico
che cade, al Municipio che cade, all’urbanistica fatiscente e alla totale
mancanza di manutenzione ordinaria e straordinaria.
Deve anche pensare, Montegranaro, al rudere del mai realizzato
palasport, nato dai deliri di onnipotenza di Basso e morto prima di nascere per
l’avventatezza (?) con la quale ci si è affidati a ditte inaffidabili. Ora che l’affare
Calepio sembra definito, non sarebbe il caso, prima di pensare anche solo alle
tensostrutture, che servono più a creare consenso e voti che a dare un reale
servizio alla collettività, a come sistemare l’area occupata dall’ecomostro del
suddetto palasport abortito?
Torniamo coi piedi per terra, teniamo ben presenti le esigenze e le
priorità di Montegranaro e di tutta la sua popolazione, non soltanto dei tifosi
di basket o di calcio. E ora, fuoco alle polveri, amici tifosi.
Luca Craia