Montegranaro ha, nel suo territorio, numerose
testimonianze di case in terra cruda, case rurali di antica fattura che
raccontano la nostra tradizione contadina partendo da tempi molto remoti. La
maggior parte sono in pessime condizioni, alcune sono state parzialmente
ricostruite in muratura, altre sono ben conservate. Sono indubbiamente un
patrimonio culturale ma anche un potenziale strumento turistico tanto che in
Italia, per preservarle, tutelarle e promuoverle, esiste un’apposita
associazione denominata “Associazione Nazionale Città della terra cruda” di cui
Montegranaro è una delle città fondatrici. L’associazione è nata a Sassari nel
2001 e di propone di valorizzare “la cultura
della Terra cruda e il patrimonio e i valori dei territori che appartengono a
questa cultura, promuovendone lo sviluppo sostenibile” così come
leggiamo nello statuto della stessa.
Montegranaro, dicevamo, è stata tra le città che
hanno fondato l’associazione e, inizialmente, ne hanno sostenuto con forza la
crescita. Poi nel tempo l’impegno è sciamato nonostante la forte presenza di
siti interessanti nel nostro territorio e le frequenti istanze dei proprietari
di questi immobile che ne vorrebbero una maggiore valorizzazione all’interno di
un progetto culturale ed economico.
Nella prossima seduta del Consiglio Comunale si
discuterà l’atto di recesso dall’associazione Città della Terra Cruda. Perché? A
quanto ci è dato sapere il Comune di Montegranaro ritiene di dover risparmiare
la quota associativa e gli oneri accessori che questa associazione comporta,
ossia circa 1600 euro l’anno. Una cifra non piccolissima, a dire il vero, ma
che potrebbe portare vantaggi notevoli se sfruttata bene. Infatti l’associazione
è dotata di un comitato tecnico-scientifico che può essere prezioso come
consulente per la realizzazione di progetti relativi al contesto delle case in
terra cruda. Però si preferisce recedere. Perché?
Perché a Montegranaro non esiste un progetto politico
che interessi il turismo e il recupero e la conservazione del patrimonio
storico- culturale. L’assessore al turismo, in due anni di assessorato, eccetto
qualche iniziativa spot che è servita più a sprecare denaro pubblico che a
realizzare qualcosa, non dispone di una pianificazione né di una visione di
quello che vuole realizzare. E di soldi se ne sono sprecati tanti, si pensi, in
ultima data, al mercatino artigianale di questo inverno, costato ben più dei 1600
euro che costa la quota associativa ma che ha interessato poco più che i membri
della giunta, o ai diversi contributi elargiti a pioggia per progetti la cui
utilità ancora non si è capita.
Speriamo che il Consiglio Comunale non approvi la
scelta di uscire dall’associazione e che, anzi, proponga di spingere perché si
utilizzi maggiormente questo strumento che potrebbe essere utile per la
promozione di Montegranaro e il recupero della sua cultura millenaria. A patto,
però, che l’assessore finalmente si svegli e cominci a fare l’assessore perché,
fino a oggi, non si è ben capito cosa stia facendo.
Luca Craia