È una situazione che ha dell’incredibile quella che
si sta concretizzando in questi giorni: con decisione del MIUR la quasi
totalità delle insegnanti di sostegno della provincia di Ascoli Piceno e di
quella di Fermo, entrambe facenti riferimento al provveditorato di Ascoli
Piceno, sarà trasferita a Nord, più precisamente nella provincia di Rovigo. La
decisione appare insensata in quanto nel nostro territorio c’è una forte
domanda di insegnanti di sostegno, con un numero di alunni che necessitano di
aiuti particolari che aumenta di anno in anno. Ciononostante le insegnanti che
già operano di ruolo sul territorio dell’ex provincia di Ascoli verranno
spostate e, per sopperire alla loro assenza, verranno utilizzate
professionalità non specifiche.
Quello che non si capisce è quale sia il vantaggio:
economicamente lo Stato, con questa operazione, non guadagna nulla. Nel
contempo fornisce un servizio peggiorato rispetto al passato, utilizzando
personale non specializzato per svolgere compiti di grande delicatezza. Infine
c’è il lato umano da non sottovalutare, con donne costrette a sradicarsi,
lasciare a casa le loro famiglie, magari i figli piccoli, per andare a lavorare
lontano, pagando un nuovo affitto e moltiplicando le spese familiare. In
sostanza si tratta di un pastrocchio senza senso la cui motivazione rimane
oscura. Particolare forse casuale è che regioni come la Toscana, per dirne una,
cioè il bacino di voti del nostro Presidente del Consiglio e di altri ministri
e funzionari vicini alla maggioranza di governo, non sono state toccate dal
provvedimento. A pensar male si fa peccato eccetera eccetera…
È nato un comitato che si è dato il nome di “Combattenti
per AP”: si tratta di un gruppo di insegnanti che sta cercando di portare il
problema alla conoscenza delle cariche istituzionali del territorio. C’è già l’interessamento
del Presidente della Provincia di Fermo, Aronne Perugini, che si è proposto
come tramite per parlare con la Regione. Anche il provveditore di Ascoli, la
dottoressa Sagretti, si sta muovendo per quanto in suo potere, richiedendo al
Ministero 214 posti in deroga che consentirebbero, se venissero accettati, di
fare almeno slittare di un anno la partenza verso Rovigo delle insegnanti
marchigiane. Ma la decisione finale spetta al MIUR.
La preoccupazione da parte delle “Combattenti” è
forte ed è umanamente comprensibile, ma anche professionalmente lodevole, visto
che, il lavoro fin qui prodotto con i bambini a loro affidati rischierebbe di
venire vanificato da questo scellerato proposito del MIUR. Per evidenziare la
loro posizione hanno organizzato una manifestazione che si terrà il 22 agosto
alle ore 10 davanti all’Ufficio Scolastico Regionale di Ancona. “Una protesta che sarà connotata da pacatezza e decoro” dicono dai
vertici del comitato, ma che si spera possa sortire qualche effetto positivo.
Sarebbe comunque auspicabile una presa di posizione forte al fianco delle
nostre insegnanti da parte dell’intero mondo politico marchigiano, ma anche
delle famiglie con bambini in età scolastica, colpite direttamente dal problema.
Anche perché il tempo stringe e tra un po’ toccherà fare le valige, con grave
danno per la vita delle insegnanti ma anche e soprattutto per la qualità della
scuola marchigiana.
Luca Craia