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lunedì 2 maggio 2016

Strani movimenti in maggioranza



Durante l’ultima seduta del Consiglio Comunale di Montegranaro è accaduto qualcosa di strano e che forse è passato inosservato: quando Carlo Pirro, del Movimento 5 Stelle, ha proposto l'anticipo della discussione dell’ultimo punto all'ordine del giorno, ossia quello inerente il recesso dall’associazione Città della Terra Cruda, ovviamente l’opposizione ha votato a favore (5 Stelle, Basso e Viviamo Montegranaro), ma si è registrata una strana astensione, quella dei Consiglieri di maggioranza Michetti e Latini. Anche Paolo Gaudenzi, intrecciandosi tra le parole con un malcelato imbarazzo, prima si dice favorevole e, dopo l’occhiataccia e il rimbrotto del capo Ubaldi, rientra nei ranghi e vota contro.
Ora, tutto questo si presta a diverse interpretazioni. Un disguido, un malinteso o forse si voleva lanciare un segnale? Oppure è mancata, come al solito, la comunicazione tra Giunta e maggioranza che la appoggia in Consiglio? Probabilmente non lo sapremo mai, ma qualcosa è successo ed è comunque un segnale di qualche tipo di scollamento. Vedremo.

Luca Craia

sabato 23 gennaio 2016

E la maggioranza non c’è più, almeno per una sera.



Il segnale è brutto e preoccupante per l’Amministrazione Mancini: la mancanza del numero legale in Consiglio Comunale sulla votazione per le retrocessioni delle aree edificabili è un fatto politicamente rilevante e ci fa capire quanto il governo della città sia fragile, debole, in balia degli eventi. Basta infatti che manchi un Consigliere per qualsiasi motivo (ieri mancava Ubaldi che è stato costretto a uscire dall’aula per l’incompatibilità con l’argomento oggetto del voto) e la maggioranza non c’è più.
Il punto, però, è che le motivazioni che hanno portato le diverse anime della minoranza a non partecipare alla votazione sono varie, e fin qui è normale. Ma ci sono comportamenti ancora poco limpidi che dovrebbero essere finalmente spiegati. La posizione di Sel, per esempio, che continua a ritenersi parte della maggioranza ma, in questo frangente, fa cadere il numero legale perché non è stata resa partecipe delle scelte della Giunta. Credo che Sel debba finalmente decidere dove stare, piuttosto che rimanere sul confine tra maggioranza e opposizione. Certo, politicamente la posizione è accattivante, fare l’ago della bilancia può essere molto remunerativo in termini di peso politico, ma credo che onestà verso l’elettorato e trasparenza impongano una scelta.
Idem dicasi per Walter Antonelli, sempre estremamente critico verso la “sua” maggioranza fino a diventare più oppositore dell’opposizione ma che ieri sera è rimasto in aula per la votazione. Certo, la sua uscita sarebbe stata ininfluente per il numero legale ma credo che coerenza e chiarezza, anche per lui, a questo punto impongano una scelta.
Insomma: è troppo comodo mantenere posizioni ibride per ottenere chissà cosa. I tempi della prima repubblica sono finiti, o almeno dovrebbero, e il cittadino elettore ha il diritto di avere chiarezza da parte dei propri rappresentanti. E questo il Presidente del Consiglio Comunale e il gruppo autonomo di Sel devono capirlo e rispettarlo.
Infine una considerazione sulla maggioranza. Come può una coalizione che si regge in piedi con un solo voto e, quindi, rimane in equilibrio instabile tra il governo e l’andiamo tutti a casa, governare con la necessaria lucidità e serenità? Si stanno prendendo decisioni pesantissime sul futuro di Montegranaro, si stanno impegnando cifre ingenti su lavori sui quali manca la condivisione e decisi da chi, a questo punto, rappresenta un’esigua minoranza di Montegranaresi. Ricordiamolo: Montegranaro riparti è stata eletta con poco più del 30% dei consensi e oggi, visto come si sono messe le cose, direi che rappresenta una percentuale ben più bassa di elettori. Come può, quindi, la rappresentanza di così pochi cittadini decidere per tutti? Con quale responsabilità? Io ci rifletterei bene, anche perché le scelte che si stanno facendo ce le porteremo dietro per decenni.

Luca Craia

giovedì 3 dicembre 2015

L’inspiegabile Aventino dei Cinquestelle



L’ultima seduta del Consiglio Comunale montegranarese sarà ricordata per tante cose, nessuna positiva, tra le quali non sono irrilevanti gli abbandoni, strategici o di stizza, dall’aula. Se quella di Walter Antonelli è perfettamente spiegabile e, forse, anche politicamente corretta, visto il trattamento riservato al Presidente del Consiglio Comunale dal Vicesindaco sempre più Sindaco, quella di Gianni Basso e, soprattutto, quella del Movimento Cinquestelle non si spiegano. O forse sì.
Basso lascia l’aula molto presto, non ne illustra i motivi, e abbandona la seduta. Del resto gli argomenti non erano di suo interesse: la questione Calepio non lo riguarda affatto, lui non c’era all’epoca dei fatti, quindi perché perdere tempo ad ascoltare qualche spiegazione che, comunque, non c’è stata? E perché, poi, votare l’assestamento di bilancio? Uno che sta all’opposizione solo nominalmente, meglio che non voti affatto, così conserva le mani nette.
Carlo Pirro, invece, partecipa fino a un certo punto, replica alla risposta data all’interrogazione del suo gruppo circa le barriere architettoniche, sembra calmo e pacato, anche se sottolinea giustamente la propria insoddisfazione. Poi, a un certo punto, si alza e se va. Non spiega perchè. In questo modo non partecipa alla votazione finale sul bilancio.
Il giorno dopo, sulla bacheca Facebook del movimento, appare una dicitura che preannuncia la spiegazione della decisione di abbandonare l’aula. La spiegazione arriva a sera, a quasi quarantotto ore dal Consiglio Comunale incriminato. E parla di volontà di sottolineare il teatrino che si è svolto nel corso della seduta e, soprattutto, della mancanza di risposte alle due interrogazioni di minoranza. Sarebbero questi, quindi, i motivi per i quali il Movimento Cinquestelle si sarebbe ritirato in Aventino.
A me, personalmente, la spiegazione non convince. La decisione di abbandonare l’aula è grave e pesante, non sono altrettanto gravi e pesanti le motivazioni. Mi spiego: se si vuole davvero combattere un sistema sbagliato, che si è manifestato col suo profilo peggiore, su questo concordiamo, nella seduta di lunedì scorso, bisogna farlo sul posto. Votando, prendendo la parola, sottolineando ogni passaggio sbagliato. L’opposizione si fa sì coi media ma anche in aula, e in aula l’atteggiamento del Cinquestelle non è stato così indignato come la decisione di abbandonare la discussione farebbe supporre.
In compenso si è arrivati alla votazione sul bilancio in cui la maggioranza, causa proprio gli abbandoni del dibattito che hanno abbassato il numero legale, si è presentato con numeri forti, nonostante Sel. Quindi, lasciando l’aula, il Movimento Cinquestelle ha favorito la maggioranza. E questo qualche perplessità la lascia.

Luca Craia