L’ultima seduta del Consiglio Comunale montegranarese sarà ricordata
per tante cose, nessuna positiva, tra le quali non sono irrilevanti gli
abbandoni, strategici o di stizza, dall’aula. Se quella di Walter Antonelli è
perfettamente spiegabile e, forse, anche politicamente corretta, visto il
trattamento riservato al Presidente del Consiglio Comunale dal Vicesindaco
sempre più Sindaco, quella di Gianni Basso e, soprattutto, quella del Movimento
Cinquestelle non si spiegano. O forse sì.
Basso lascia l’aula molto presto, non ne illustra i motivi, e abbandona
la seduta. Del resto gli argomenti non erano di suo interesse: la questione
Calepio non lo riguarda affatto, lui non c’era all’epoca dei fatti, quindi perché
perdere tempo ad ascoltare qualche spiegazione che, comunque, non c’è stata? E perché,
poi, votare l’assestamento di bilancio? Uno che sta all’opposizione solo
nominalmente, meglio che non voti affatto, così conserva le mani nette.
Carlo Pirro, invece, partecipa fino a un certo punto, replica alla
risposta data all’interrogazione del suo gruppo circa le barriere
architettoniche, sembra calmo e pacato, anche se sottolinea giustamente la
propria insoddisfazione. Poi, a un certo punto, si alza e se va. Non spiega
perchè. In questo modo non partecipa alla votazione finale sul bilancio.
Il giorno dopo, sulla bacheca Facebook del movimento, appare una dicitura
che preannuncia la spiegazione della decisione di abbandonare l’aula. La
spiegazione arriva a sera, a quasi quarantotto ore dal Consiglio Comunale incriminato.
E parla di volontà di sottolineare il teatrino che si è svolto nel corso della
seduta e, soprattutto, della mancanza di risposte alle due interrogazioni di
minoranza. Sarebbero questi, quindi, i motivi per i quali il Movimento Cinquestelle
si sarebbe ritirato in Aventino.
A me, personalmente, la spiegazione non convince. La decisione di
abbandonare l’aula è grave e pesante, non sono altrettanto gravi e pesanti le
motivazioni. Mi spiego: se si vuole davvero combattere un sistema sbagliato,
che si è manifestato col suo profilo peggiore, su questo concordiamo, nella
seduta di lunedì scorso, bisogna farlo sul posto. Votando, prendendo la parola,
sottolineando ogni passaggio sbagliato. L’opposizione si fa sì coi media ma
anche in aula, e in aula l’atteggiamento del Cinquestelle non è stato così indignato
come la decisione di abbandonare la discussione farebbe supporre.
In compenso si è arrivati alla votazione sul bilancio in cui la
maggioranza, causa proprio gli abbandoni del dibattito che hanno abbassato il
numero legale, si è presentato con numeri forti, nonostante Sel. Quindi, lasciando
l’aula, il Movimento Cinquestelle ha favorito la maggioranza. E questo qualche
perplessità la lascia.
Luca Craia