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sabato 3 settembre 2016

Meglio sostenere i calzaturieri che fargli solo gli auguri



Mi è scappato un sorriso, un sorriso amaro, nel leggere il messaggio del nostro Sindaco, sempre prodiga di messaggi, per augurare una buona riuscita del MICAM che parte oggi. Certo, è apprezzabile che un Sindaco si preoccupi di quella che è (era?) la fonte primaria di reddito della città che amministra. Ma il messaggio stride con le recenti polemiche relative alla zona industriale.
In verità c’è poco che un Comune possa fare per sostenere l’economia locale. Ma “poco” non significa “niente”, e quel poco bisognerebbe farlo. E penso alle immagini diffuse da Viviamo Montegranaro, penso a quel tristissimo cartello messo al centro di una delle disastrate strade della zona industriale vittima della Calepio in cui un cittadino, forse un imprenditore, forse un semplice passante schifato da tanto schifo, con scritto “non conoscete la vergogna”.
Ecco, un Sindaco non può fare molto per rilanciare l’economia del suo paese, ma può tenere le strade della zona industriale in ordine, in modo che un imprenditore non abbia a vergognarsi coi suoi clienti o un trasportatore non debba spaccare le sospensioni per fare ritiri e consegne. Poi fa bene a fare gli auguri per la fiera. Ma si occupi anche di quello che può fare, nel suo piccolo, per agevolare almeno un pochino quegli imprenditori che, ostinatamente e nonostante tutto, cercano di far crescere Montegranaro.

Luca Craia

lunedì 21 dicembre 2015

Lu Voccentò e la storia millenaria della Calepio



Ho letto una favola democratica, molto interessante, si apre con l’avvocato che dopo aver fatto l’ennesimo elenco delle cosette fatte, con un bilancio in dissesto finanziario, ereditato dalla passata amministrazione che l’ha eredita a sua volta da quella precedente che l’aveva… che l’aveva… che l’aveva ereditata da Adamo il quale l’ha ereditata da…orca miseria sarà mica colpa del buon Dio? Comunque, l’avvocato dice che, mentre prima si sono fatte solo chiacchiere, adesso, con la delibera del 09/10/2015, il comune di Montegranaro risolve la questione del fallimento Calepio. Quindi i proprietari di immobili dovranno spendere circa tre milioni di euro in quota parte per le opere di urbanizzazione e, probabilmente, dovrà accollarsi l’onere pure chi acquisterà, quando sarà, 8 ettari di terreno dal fallimento Calepio. Credo che a questo va aggiunto qualcosa come 5 euro a mq per le opere secondarie.
Comunque, dopo tutta sta sviolinata, ecco la sorpresa: “ovviamente, stante la complessità della vicenda, nessuno si illuda che nell’esecuzione del deliberato richiamato non sorgano nuove difficoltà che verranno affrontate con la stessa determinazione dimostrata sino ad ora”, come a dire noi siamo determinati pero se non ci riusciamo è per la complessità della vicenda che si è complicata solo per loro; gli altri, in questi decenni, erano solo poco determinati. Dimenticavo l’avvocato probabilmente non è specializzato in diritto fallimentare, però ci sta studiando e prima o poi riuscirà… Prima però non mi è sfuggito un messaggio subliminale: “…superflue consulenze dal costo potenzialmente incalcolabile”. Ci si riferisce a qualcuno in particolare?? Forse Gianni Basso che la storia la conosce bene potrebbe chiarire alla città questa complessa storia. Buon Natale.

Lu Voccentò

martedì 20 ottobre 2015

Frane e esondazioni: tutta colpa dei privati (secondo il giornale)



Non ho capito: secondo il Corriere Adriatico il Comune non potrebbe intervenire nella zona industriale di Piane Chienti perché, per via della questione Calepio, non avrebbe la proprietà delle aree? Quindi per questo le fogne si intasano e i torrenti esondano? Non capisco davvero: le fogne sono di proprietà pubblica e quindi, se si intasano, la responsabilità è pubblica. Se a intasarle sono materiali provenienti da aree private. il Comune deve intervenire sui privati e obbligarli ad evitare che questo accada. Del resto, lo dice il giornale stesso, anche la Provincia di Fermo (retta dal nostro assessore ai lavori pubblici, va ricordato) ha obbligato i proprietari frontisti di via Bore di Chienti a intervenire per pulire i fossi, multandoli per i danni dell’ultima “alluvione”. Solo che ha fatto solo quello: l’asfalto della strada è in condizioni pessime e, se piove, questa diventa pericolosa a prescindere dalla pulizia dei fossi. E, in quanto alla strada di Piane di Chienti, mangiata dal fiume, che faciamo? Insomma: è sempre colpa dei privati?

Luca Craia