Il Comune di Montegranaro ha comunicato nei giorni scorsi, tramite
Facebook (è uno dei comuni più social d’Italia, almeno sotto questo aspetto), l’intenzione
di ispezionare le insegne pubblicitarie delle varie attività presenti sul
territorio. La legge è chiara: le insegne sono soggette ad autorizzazione da
parte dell’ente proprietario della strada su cui insistono e tale
autorizzazione ha una durata di tre anni, dopo di che è necessario rinnovarla
ripresentando la certificazione di stabilità.
Quindi, da un punto di vista della sicurezza e della pubblica
incolumità è giusto che questo venga monitorato. Molti cartelli, infatti, sono
posti su pali e la loro stabilità è importante. Il punto è che esistono diverse
insegne di attività cessate, chiuse, fallite. Certamente queste insegne non
sono più a norma ma, nel caso, a chi si rivolgerà il Comune per sistemarle? Nel
caso poi presentassero delle pericolosità, chi si farà carico dello smontaggio?
Infine, ho ragione di credere che ci siano moltissime insegne non in
regola, anche se in condizioni perfette e, quindi, non rappresentanti alcun
pericolo. Ecco, di queste mi preoccupo. Perché, per quanto sia giusto e
doveroso rispettare le regole, in una fase economica difficile come questa
andare a gravare sulle casse delle imprese e dei commercianti con nuovi costi
ed eventuali contravvenzioni forse non è troppo opportuno, specie quando, con
ogni evidenza, altri tipi di infrazioni (vedi quelle al codice della strada o
sul conferimento dei rifiuti) vengono sistematicamente tollerate. L’ottimo
sarebbe una ricognizione delle insegne, un intervento su quelle pericolose
senza, per ora, andare a pesare sulle imprese.
Infine sarebbe giusto dotarsi di un piano della cartellonistica che,
al momento, non c’è. E questo genera obbrobri inguardabili e reali situazioni
pericolose per la circolazione. Ma, in assenza di un piano, appunto, come si fa
a intervenire?
Luca Craia