L’amministrazione comunale più social della storia montegranarese
abbandona il social. È una notizia, perché, sul social, l’amministrazione
guidata dal Sindaco Ediana Mancini aveva fondato tutta la sua politica di comunicazione, dichiarando
fin dall’inizio intenti di grande apertura ai cittadini utilizzatori della
rete. Poi, però, si sono accorti che gestire
i social è complicato, che bisogna esporsi alle critiche, che bisogna
essere pronti al confronto.
Essendo estremamente carente in tutto lo schieramento quella capacità
empatica di mettersi davvero in rapporto con la cittadinanza, mancando in
qualche caso anche la cultura stessa della democrazia e del confronto, piano
piano si è abbandonato il progetto di
usare Facebook e internet per comunicare tornando a sistemi più
tradizionali (e costosi per la collettività: si ricordi che i giornalini
informativo-propagandistici non sono gratis e si pagano persino le conferenze
stampa).
Chiusa la pagina di
segnalazioni dirette per sovraccarico (qualcosa vorrà dire), morta la
pagina Facebook, mai attivato uno “speakers corner” come esiste in tanti altri
comuni, zittiti finalmente (speriamo in via definitiva) gli strali e le
invettive, conditi di insulti vari, da parte di cariche istituzionali che,
sulla loro pagina personale di Facebook, hanno dato splendida prova di sé e del
loro concetto di democrazia, ora si va
sul giornale nel più tradizionale dei modi e ci si va, più che altro, per
starci e non per dire qualcosa.
Il più attivo, in questo campo, è quello che si è dimostrato il meno
attivo sui social: Giacomo Beverati, assessore al centro storico, al turismo,
alle attività produttive e al commercio. Beverati ama molto, evidentemente,
vedere il proprio nome scritto sulla carta stampata, e cerca di vedercelo
quanto più spesso possibile insieme a un’unica foto invero un po’ datata. E per
finirci da notizie non notizie e, in
qualche modo, disinforma. Ci fa credere che il problema del centro storico è risolto con l’assegnazione (ancora non
definitiva) di una delle tantissime case cadenti, come se le altre fossero
sparite come per magia. Ci fa credere che i piccioni siano solo cinquecento. Ci
fa credere che Montegranaro sia stata invasa da mandrie di turisti. Ci fa credere che esiste un progetto per il recupero del centro storico
mentre, è evidente, non c’è neanche la conoscenza del problema. Ci fa credere
che ci sia un piano per la promozione
turistica mentre in realtà non esiste nemmeno una programmazione del
commercio nei mesi estivi per garantire almeno un minimo servizio allo
sventurato turista che davvero venga a visitarci. In tutto questo esce a
ripetizione sul giornale, dicendo sempre la stessa cosa, nella convinzione
evidente che repetita iuvant.
Al di là del fatto in sé ridicolo e risibile, rimane la triste
considerazione sulla qualità della politica e dell’idea, del progetto, del
programma che un amministratore si dà, progetto che si riduce a qualche comparsa
sul giornale, al concetto di “l’importante
è che parlino di me” di demitiana memoria. E per far questo si fanno
iniziative inutili e costose, come la programmazione turistica estiva che non
ha dato alcun frutto ma che è costata cara alla collettività. L’idea delle case a 1 € è buona (anche
se non nuova: addirittura la ditta
acquirente è la stessa che fece analoga operazione durante la passata
amministrazione), ma non ci si può vantare per averne assegnata una mentre
il resto del centro storico cade a pezzi. Insomma, Beverati è sostanzialmente
immobile ma si muove bene quando deve promuovere la propria immagine. E questo
è, in qualche modo, l’emblema del modo di fare politica dei nostri
amministratori che, poi, rispecchia quello di chi governa l’Italia.
Luca Craia