martedì 10 maggio 2016

Venerdì 13 divieto di sosta in mezza Montegranaro per quasi tutto il giorno



Al fine di agevolare il commercio, di aiutare i cittadini con difficoltà e comunque di rendere agevole e comoda la vita nel nostro paesino, venerdì 13 (che non è il film dell’orrore ma potrebbe diventarlo) verrà interdetta la sosta nelle seguenti vie:
-          Via Ermete Di Battista
-          Viale Zaccagnini
-          Via Rimembranze
-          Via Trinità
-          Via Benedetto Croce.
Il motivo è che passerà la lucidatrice… ops… la spazzolatrice a pulire strade e marciapiedi. La sosta sarà vietata dalle 14 alle 17 dappertutto meno che in via Ermete Di Battista, che di tutte quante è la più corta ma che evidentemente è la più complicata da pulire, tanto che il divieto partirà alle 10 per finire, come dalle altre parti, alle 17.
In rosso le vie interessate dal divieto

È naturale che si vieti la sosta per passare la spazzolatrice, altrimenti è inutile che passi, visto che la sporcizia va a depositarsi quasi tutta ai bordi delle strade. Non è tanto naturale mettere il divieto dappertutto per poi passare una via alla volta. SI potrebbe fare un semplice programma vietando la sosta ora per ora e via per via, evitando tanti disagi ai cittadini. Invece in questo modo in mezza Montegranaro sarà vietata la sosta per diverse e questo non è certo un qualcosa che migliora la nostra qualità della vita. Se poi capita come è capitato quando hanno pulito il parcheggio Zed, che sono arrivati a pulirlo dopo che l’ordinanza era già scaduta e con le macchine che erano tornate a sostare a pieno titolo, ci sarà da ridere.


Luca Craia

Il lamento dei 5 Stelle e il modo loro di stare all’opposizione



Mi spiace davvero leggere gli amici del Movimento 5 Stelle che si lamentano perché le loro istanze, per di più approvate dal Consiglio Comunale, sono rimaste disattese. Dispiace prima di tutto perché si tratta di argomenti seri, che un’amministrazione attenta e oculata, come la nostra non è, avrebbe dovuto recepire e risolvere. Dispiace, però, anche per la disillusione che traspare dalle recriminazioni pentastellate. Si sono fidati e ora si accorgono che la loro fiducia è stata mal riposta.
Ricordo benissimo quando, riguardo il baratto amministrativo, preferirono afferrare la mano offerta dall’assessore Basso piuttosto che fare fronte comune con il resto dell’opposizione. Ora è evidente che quella mano era scivolosa e ha lasciato prontamente la presa, portando la questione fuori dal dibattito politico e annullando un’azione congiunta dell’opposizione intera che avrebbe potuto essere molto più incisiva. Prova ne sia il caso dell’antennona, dove solo grazie a un’azione sinergica dell’intera minoranza si è riusciti quantomeno a sollevare il problema che, altrimenti, sarebbe rimasto nei silenzi della maggioranza. Così come è stata scivolosa la mano di Perugini sull’abbattimento delle barriere architettoniche, con impegni presi e verbalizzati in Consiglio Comunale ma, come al solito, disattesi.
L’impegno dei Cinquestelle è notevole: sono meticolosi e propongono interventi socialmente rilevanti e quando li propongono la proposta è dettagliata e circostanziata, ben preparata. Ma sono lunghi nella preparazione e, soprattutto, poco incisivi nella proposta. Hanno un sistema loro di fare opposizione: non accettano compromessi, non scendono a patti. Questo li porta a non riuscire a collaborare con le altre forze di minoranza, eccetto che per questioni particolari. Del resto fa parte del DNA del movimento non accettare compromessi e ci sta. Quello che suscita qualche perplessità è la fiducia riposta un po’ a cuor leggero nei confronti del governo cittadino. La delusione ora potrebbe insegnare. E magari suggerire che, per un’azione di opposizione più concreta, forse varrebbe la pena dialogare di più coi colleghi di minoranza che con quelli di governo.

Luca Craia

Insulti e minacce all'Ape. La libertà nell'era degli haters schierati

Non è la prima volta che accade, anzi, e l'iniziativa parte quasi sempre dallo stesso gruppetto di persone che, normalmente, trovate a elogiare e incensare i nostri amministratori, in particolare il vicesindaco, su Facebook. Ma ieri si è superata una linea, il confine tra la discussione accesa, a volte eccessiva, è il fatto criminale. La faccio corta: un lettore del mio blog condivide un articolo de Lu Voccentò, pseudonimo con il quale scrive una persona che collabora con me ma preferisce che il suo nome non venga fatto. Così qualche povero di spirito ancora pensa che sia io stesso a scrivere sotto questo pseudonimo, come se qualche volta abbia avuto bisogno di non mettere la faccia in ciò che faccio o scrivo. Gli articoli in questione sono tutti firmati, mi arrivano via mail ed è facilmente dimostrabile che non sono io a scriverli.
Tant'è che, sotto questa condivisione, entrano in azione gli haters schierati con la maggioranza, quelli che prendono tutto come una partita di calcio o di basket. Va detto che il pezzo di cui stiamo parlando non era in alcun modo offensivo, solo piuttosto schietto, come di solito fa il mio collaboratore. Decido di intervenire e mi metto dialogare con uno dei due, facendogli capire, più che altro è con scarso successo, che l'articolo non è opera mia. Interviene un altro, solitamente piuttosto rude, e inizia a insultare. Non gli rispondo mai. Il risultato è quello che vedete nelle immagini del salvaschermo.
Non è la prima volta, dicevo, e non lo è nemmeno con questo soggetto che da tempo ormai non lesina commenti pesanti sul mio conto sia direttamente che indirettamente, quasi fossi diventato una sorta di ossessione. Però stavolta è andato ben oltre. Nel caos mentale con cui confonde la mia persona e quella del mio collaboratore spara a zero, insulta, pronuncia accuse infamanti riguardanti i miei familiari e arriva alla minaccia. Non credo che agirò legalmente, ritengo che non sia possibile fare politica (perché, nonostante tutto, faccio politica anche io) con le carte bollate. Ma, francamente, comincio a preoccuparmi. Perché di solito queste persone sono cani da pagliaio, abbaiano da lontano. Ma non posso certo avere la certezza che non gli venga in mente di mordere.

Luca Craia

lunedì 9 maggio 2016

Bilancio partecipato o bilancio raccontato?



E ci risiamo. Come ogni anno di questo periodo si torna a parlare di bilancio di previsione e si torna a parlare di bilancio partecipato. Cosa sarebbe o, quanto meno, dovrebbe essere il bilancio partecipato? Se capisco bene il significato della parole, per partecipato si dovrebbe intendere deciso insieme, discusso e valutato insieme. Insieme con chi? Coi cittadini, naturalmente. Credo che un bilancio veramente partecipato dovrebbe prevedere un lungo periodo di preparazione in cui gli amministratori incontrino i cittadini, ne ascoltino le istanze, ne comprendano le esigenze. Alla fine ne dovrebbe scaturire un bilancio che si basi sulle reali necessità della cittadinanza.
Quest’anno i nostri amministratori hanno pubblicato un calendario di assemblee pubbliche in cui, quartiere per quartiere, incontreranno i cittadini per parlare di bilancio. Ma il bilancio è già stato deciso. Quindi questi incontri serviranno più che altro a illustrare quali decisioni sono state prese. Perché le decisioni sono già state prese. Quindi la partecipazione dov’è?

Luca Craia