giovedì 12 maggio 2016

In preparazione una class action. Il Municipio che cade è meno prioritario dei marciapiedi



Il teatro Novelli: tutti ne parlano nessuno sa esattamente quali siano le condizioni attuali della piccola sala situata al primo piano del Palazzo Comunale. Le mie informazioni si fermano a oltre due anni fa, l’ultima volta che ci entrai, invitato dal Commissario Prefettizio Ianieri per fare un sopralluogo insieme all’ingegner Fabio Alessandrini, allora responsabile dell’Ufficio Tecnico. Quello che vidi fu spaventoso: infiltrazioni d’acqua che minavano la struttura delle volte in camorcanna e rovinavano le decorazioni a tempera, guano di piccione in quantità impressionanti, uno stato di degrado marcato e pericoloso. Già a quel tempo era evidente quanto fosse urgente intervenire.
L’Amministrazione Comunale aveva inserito nel proprio programma elettorale la ristrutturazione del Municipio, così come c’era la malsana idea di rivoluzionare viale Gramsci e piazza Mazzini. Solo che quest’ultima è già finanziata, incuranti del parere negativo espresso da tantissimi cittadini e da quasi tutti i commercianti, mentre il Municipio deve attendere. Attendere significa che rischiamo di trovare il teatro Novelli e tutto il primo piano, di grande pregio e valore nella sua interezza , compromessi in maniera forse irreparabile. E non si capisce perché.
Non si capisce il motivo per cui ci si sia impuntati sul progetto di viale Gramsci, tanto da prendere il finanziamento prima ancora di aver ascoltato i cittadini e gli operatori economici. È un progetto che non piace, c’è la petizione che ho promosso, c’è una lettera dei commercianti del centro, c’è stata un’assemblea pubblica dove la gente ha sostanzialmente bocciato il progetto che, tra l’altro, potrebbe essere deleterio per le residue speranze di rivitalizzare il centro. Eppure si va avanti a testa bassa.
I commercianti sono estremamente preoccupati: il progetto rischia di danneggiarli seriamente. Qualcuno si è chiesto cosa accadrebbe quando si chiude la piazza, per esempio, con le auto che possono circolare in una sola direzione. Sta per partire una nuova lettera degli operatori economici che prelude ad azioni legali congiunte. Una class action dei commercianti sarebbe un inedito pericoloso per Montegranaro, che aprirebbe un contenzioso fratricida tra cittadinanza e amministratori. Lo si può scongiurare riaprendo il dialogo con la popolazione, magari cominciando proprio nella prossima seduta del Consiglio Comunale, dove la petizione sul centro storico e viale Gramsci sarà discussa. Del resto era proprio Montegranaro Riparti a fare della partecipazione la sua bandiera, bandiera che oggi non sventola più.


Luca Craia

mercoledì 11 maggio 2016

Senza titolo 1



Vista la difficoltà di alcuni lettori nell’andare oltre il titolo e visto che questo è necessario per capire quello che voglio dire, sempre ammesso che lo si voglia capire, altrimenti diventa esercizio inutile quando non puramente strumentale, quindi da evitare, voglio vedere che succede se non lo metto, il titolo. Quindi via con l’esperimento.
In realtà, però, vorrei parlare ancora una volta della questione dell’antenna. Non che ci sia qualcosa da aggiungere e il punto è proprio questo: fatti nuovi non ce ne sono. Intanto però il tempo scorre e mancano soli 36 giorni, un mese e sei giorni, allo spegnimento della vecchia antenna. Questo comporta, come abbiamo già detto più volte, l’obbligo di accendere quella nuova, pena un procedimento legale molto pesante. Direi che il tempo per qualsiasi intervento efficace è diventato talmente stretto da sembrare impossibile. Intanto i nostri amministratori si preoccupano d’altro. Beati loro. E, come dicevamo Simon & Gurfunkel: and no one dare disturb the sound of silence.

Luca Craia

martedì 10 maggio 2016

Cos’è la mafia per me



La mafia cos’è?
È quella che ti spacca e ti brucia il negozio se non paghi il pizzo, certo.
È quella che devi stare zitto e non parlare sennò ti ammazza. Certo.
È quella che traffica, briga, si accorda coi poteri forti, quella che governa da dietro. Certo!

Ma la mafia viene prima di tutto questo.

La mafia è quando devi sistemare il figlio, il fratello, il cugino, la moglie e vai a chiedere aiuto al tuo amico, all’amico dell’amico, al prete, al politico potente perché “ci metta una parola buona”. Quello ce la mette e tuo figlio, tuo fratello, tua nuora prende il posto che sarebbe stato magari di un altro, più bravo ma senza parola buona. BUONA PAROLA
La mafia è quando vai a votare e voti quello che potrebbe risolverti quel problema che ti sta tanto a cuore. Lo voti anche se non ti piace come la pensa ma il problema te lo risolve lui, mica quello che la pensa come te. IGNAVIA
La mafia è quando vedi una cosa brutta, che tu non faresti mai, ma a farla è uno che conosci e fai finta di non vederlo. CHIUDI GLI OCCHI
La mafia è quando dici “ma chi me lo fa fare” e anziché impegnarti e fare qualcosa per la tua comunità rimani a casa a guardare la televisione. INDIFFERENZA
La mafia è quando chiedi e ottieni perché sei amico di, parente di, membro di questo e quello. NEPOTISMO
La mafia è quando saresti pure d’accordo ma quello è un rompicoglioni e poi li va a rompere proprio all’amico mio. MI STA SUI COGLIONI
La mafia è quando senti la diceria e ci credi perché ti fa comodo crederci. MALELINGUE
La mafia è quando la diceria la condividi. MALALINGUA
La mafia è quando lasci perdere, quando vince il quieto vivere, quando non ti indigni, quando fai finta di non vedere, quando dici “si è sempre fatto così”, quando pensi “ma tanto lo fanno tutti, perché io no?”, quando taci, quando dimentichi, quando il principio e la giustizia soccombono davanti all’interesse, al rapporto sociale, alla solidarietà distorta.
Questa mafia uccide come quella con la lupara, perché a quella con la lupara ci si arriva partendo da qui.

Luca Craia