mercoledì 18 maggio 2016

Implacabili col piccolo, pecore col grande.



Nel 2001 un imprenditrice montegranarese decise di realizzare un autolavaggio. Individuando l’area di interesse in un lotto di proprietà comunale, tale imprenditrice chiese al Comune di Montegranaro di affittargliela. Il Comune accettò la richiesta con atto formale, firmato dall’architetto Trapè dell’Ufficio Tecnico. L’atto in questione era una promessa di affitto. L’imprenditrice, preso possesso dell’area, fece dei lavori di sistemazione, come la realizzazione di un muro di contenimento della scarpata e la platea dove installare l’impianto a proprie spese, decurtandole dalla pigione pattuita secondo lo stesso atto di cui sopra.
A distanza di quindici anni, nell’ottobre del 2015, il Comune di Montegranaro decise, non si sa bene per quale motivo, di tornare a interessarsi della questione effettuando delle verifiche. Da tali verifiche sarebbe emerso, secondo il Comune, che il dottor Trapè non aveva alcuna autorizzazione formale da parte dell’Ente a firmare l’atto di affitto (cosa estremamente grave e piuttosto incredibile: chi conosce Trapè sa che non sarebbe mai così ingenuo) e che la realizzazione dell'opera, in seguito, presentava delle difformità dal progetto originale.
Da ciò la volontà del Comune di rientrare in possesso dell’area occupata dal lavaggio e del suo ripristino alla situazione originaria.  Per questo motivo la nostra imprenditrice ha dovuto sospendere l’attività del proprio autolavaggio fino a oggi. Per poter riprendere il lavoro, ad aprile, ha fatto richiesta di ulteriore verifica. Oggi è stata pubblicata una delibera con cui la Giunta Comunale richiede un parere legale a un professionista per dirimere la faccenda. Nel frattempo il lavaggio rimane chiuso.
Cosa ci dice questa faccenda: non so perché siano andati a verificare proprio questa attività e non altre; diciamo che sia stato un caso. Fatto sta che riscontro una grande disparità tra il comportamento assunto in questa occasione e quello tenuto con il caso dell’antennona Vodafone. Nel primo caso ravvisiamo grande solerzia nel mettere in ginocchio un’attività produttiva, senza curarsi delle conseguenze quando, probabilmente, sarebbe bastata una sanzione e una sanatoria. Si è invece preferito danneggiare gravemente un imprenditore cittadino per poi, a distanza di mesi, andare a verificare da un punto di vista legale se si sia agito bene. Nel caso della Vodafone, invece, assistiamo all’inerzia più assoluta. Nessuna volontà, nessuna azione per sanzionare le enormi difformità tra il progetto cartaceo e quello realizzato. Come mai?

Luca Craia

Monte San Giusto: il sindaco guadagna 8 posti di lavoro e ne perde il doppio



È una questione di matematica. La giustificazione che il Sindaco di Monte San Giusto ha dato nel corso di un’assemblea pubblica, durante la quale, peraltro, è stato duramente contestato dalla cittadinanza bipartisan, per aver avallato il progetto di costruzione di un impianto di smaltimento per rifiuti edili, potenzialmente molto nocivo e pericoloso, è stata questa: produce posti di lavoro. Alla domanda di qualcuno se questi posti di lavoro fossero stati quantificati la risposta è stata che saranno otto.
Tutto questo macello per otto posti lavoro. Mettere a rischio la salute dell’intera popolazione per otto posti di lavoro è fantascienza. Consideriamo che questi, poi, sono i progressisti, quelli attenti all’ambiente, quelli ecologici. Ma si ricordano di essere anche un pelino di sinistra solo quando si devono inventare questa baggianata dei posti di lavoro.
Perché, in realtà, di baggianata si tratta. Perché, in realtà, i posti di lavoro si perdono, anziché guadagnarli. Basta fare due conti elementari. Nell’area interessata dalla costruzione dell’impianto, e quindi direttamente coinvolte nel subire le prime conseguenze delle produzioni di inquinanti che potrebbero scaturire dallo stesso, ci sono due aziende eccellenti che producono ricchezza e lavoro: un agriturismo rinomato, Il Noceto, e una casa vinicola di recente apertura, la Cantina Santori (errata corrige : nella prima stesura di questo pezzo ho erroneamente indicato la cantina Bastianelli; mi scuso con gli interessati).
Queste aziende rischiano di essere seriamente danneggiate dalla presenza della struttura che il Sindaco lascerebbe nascere per creare posti di lavoro. Addirittura Il Noceto starebbe lavorando per ottenere la certificazione biologica che, probabilmente, mai otterrà se, a pochi metri, avrà un impianto potenzialmente inquinante Queste aziende rischiano addirittura la chiusura, con conseguente perdita di posti di lavoro in numero superiore a quelli stimati dal Sindaco come guadagnati. Che dire: amici di Monte San Giusto, comprate un pallottoliere al vostro Sindaco.

Luca Craia

martedì 17 maggio 2016

La popolazione di Monte San Giusto si mobilita per la propria salute. Noi?



Pubblico alcune foto che testimoniano come a Monte San Giusto stanno affrontando il problema della volontà dell’Amministrazione Comunale di concedere i permessi per la costruzione di un impianto di smaltimento di scarti edili. Si tratta di una struttura potenzialmente molto pericolosa per la salute. A Monte San Giusta la cittadinanza si è mobilitata e, nel giro di pochi giorni, ha organizzato diverse manifestazioni mettendo in seria difficoltà l’Amministrazione Comunale che ora deve cercare di rimediare.
Da noi che si fa?

Luca Craia