mercoledì 23 novembre 2016

Topi, terremoti e piaghe varie. La politica difensiva a oltranza, anche quando non si ha torto.



È davvero incomprensibile la politica della Giunta Mancini, questo continuo stare sulla difensiva, questo continuo minimizzare i problemi quasi a doversi sempre e costantemente giustificare anche quando la giustificazione non è richiesta o dovuta. Lo abbiamo visto col terremoto, caso in cui, a tutt’oggi, ancora non si sa esattamente se e come il patrimonio pubblico sia stato danneggiato dal sisma. Si tergiversa, si nicchia, ci si contraddice quasi come se colti in fallo quando, è ovvio, non si possono imputare responsabilità oggettive a chi amministra se viene il terremoto. È vero, ci sono responsabilità, ma queste ricadono su chiunque abbia amministrato negli ultimi trent’anni. Quindi perché questo nascondersi?
Il caso dei topi nella scuola a Santa Maria è disarmante: non possiamo certo dare la colpa al Sindaco o all’assessore all’ambiente se a scuola sono entrati i topi. Sono cose che, anche se non dovrebbero, possono accadere. Ma la colpa diventa del Sindaco e dell’Assessore quando questi non intervengono immediatamente, quando questi non prendono tutte le misure necessarie e, volendo, anche più di quelle necessarie per mettere al sicuro la salute dei piccoli alunni. Siamo a mercoledì e ancora non si è fatto nulla o quasi. I genitori sono giustamente sul piede di guerra e questo non è tanto dovuto alla presenza dei roditori, per quanto deprecabile, quanto all’inerzia degli amministratori.
Da qui faccio un appello: capisco che vi sentiate accerchiati e che percepiate un clima piuttosto ostile. Capita quando si amministra male come state facendo voi. Ma se uscite dal fortino che vi siete costruiti intorno, se ricominciate a parlare con la gente sforzandovi di evitare di pensare che chi vi indica le cose che non vanno sia necessariamente un vostro nemico, vivreste meglio voi e fareste un miglior servizio a Montegranaro. Suvvia, provateci.

Luca Craia

martedì 22 novembre 2016

Renzi, l’accozzaglia, e il sistema del Pd. Lo conosciamo anche a Montegranaro.



Nessuna meraviglia per il comportamento del Presidente del Consiglio che, molto poco istituzionalmente, insulta sistematicamente l’avversario salvo poi cavarsela con un “mi scuso”. È il sistema di questa nuova politica ed è il sistema più amato all’interno del Partito (sedicente) Democratico. L’avversario, da quelle parti, va demolito, sputtanato, umiliato e poi, magari, con un sussulto di finto buonismo che ci sta sempre bene, chiedere scusa o dire agli altri insultatori di placarsi, che si sta esagerando, magari dopo aver dato il la al coro.
Lo sappiamo bene nel nostro piccolo microcosmo, è un sistema che conosco perfettamente avendolo subito sulla mia pelle da oltre due anni, da quando il PD nostrano ha scoperto che avere il potere comporta anche prendersi delle critiche e le critiche, si sa, nel PD non le digeriscono. L’artista supremo di questo metodo di demolizione dell’avversario e il segretario locale. Questo simpatico ragazzo dagli occhi buoni ha dalla sua un nutrito fan club, probabilmente per il ruolo, il “potere” ma anche grazie a quegli occhi buoni o a una certa simpatia che io stesso gli riconosco, tanto da averlo ritenuto, fino a poco tempo fa, uno dei pochi nella compagine di governo montegranarese col quale fosse possibile dialogare (pensa un po’). Il nostro ragazzo dagli occhi buoni sa come utilizzare la sua gente e la utilizza senza scrupolo. Così riesce ad allestire pittoresche coreografie durante Veregra Street o orchestra l’insulto mediatico fino a farlo diventare pesantissimo e poi se ne esce candido con l’invito a non scendere troppo in basso, dopo aver, però, fornito pala e vanga a tutti quanti.
Non è un paese per persone educate.

Luca Craia

Montegranaro e i referendum: le bocche cucite della maggioranza.



Impera il silenzio più assordante sull’argomento “referendum costituzionale” nelle bocche dei componenti della maggioranza di governo montegranarese. Fatta eccezione per una scarna comunicazione sulla pagina Facebook del Partito Democratico (tra l’altro la pagina è di per sé luogo di silenzio, dove le pubblicazioni hanno frequenza minima quadrimestrale) relativa a un incontro sul tema, tra l’altro andato deserto, nessuno parla delle votazioni come se queste non esistessero. Nonostante il Partito Democratico nazionale sia apertamente schierato per il Sì, non registriamo prese di posizione da parte degli elementi di spicco della sezione locale, primo fra tutti il Segretario Politico Cittadino, quel Roberto Basso assessore di tutto o quasi. E, come il segretario, tacciono Sindaco, Presidente della Provincia e tutti i Consiglieri che, a dire il vero, tacciono sempre salvo diverse istruzioni.
Ma, se la posizione ufficiale del partito nazionale lascia pochi dubbi circa quella dei funzionari locali del PD, normalmente ben inquadrati nei ranghi, è più interessante, forse, l’atteggiamento dell’altra componente della maggioranza, l’area ubaldiana che, per quanto si dichiari civica, ha una collocazione ideologica ben precisa e identificabile. E qui il silenzio fa fischiare le orecchie: non parlano né Ubaldi né Gaudenzi che, per le loro idee, note e dichiarate apertamente, non dovrebbero affatto, con un minimo di coerenza, condividere le ragioni del sì. Però tacciono. E qui le cose sono due: o gli ex missini sono diventati del PD (cambiando idea, cosa di solito intelligente, ma solo di solito, non sempre) oppure la “ragion di Stato”, dove lo Stato è il Comune da loro retto, è superiore al credo personale e alle proprie idee. E questo spiegherebbe anche il silenzio dell’altro lato, forse imposto onde evitare imbarazzi nell’alleato.
E l’elettore, di solito uso a ricevere istruzioni dettagliate, in questo caso come si deve regolare? Ci sono le direttive nazionali, certamente, e quelle, in mancanza di input locali, dovrebbero essere la norma. Ma a qualcuno dei dubbi potrebbero venire. Da ciò sospetto che coloro che tre anni fa dichiaravano un presunto strapotere sui social, tanto da “far sparire L’Ape Ronza” (Roberto Basso dixit), oggi sembra siano tornati a sistemi di comunicazione politica più antichi: il pissi pissi bau bau.

Luca Craia