Dopo la pubblicazione della relazione della Commissione Consiliare
Mensa, firmata da Endrio Pavoni, capogruppo Cinquestelle, circa lo stato in cui
è stata trovata la mensa scolastica montegranarese nel sopralluogo effettuato
dallo stesso Pavoni e dal Consigliere di Istituto Laura Petrini, relazione che,
per quanto non faccia commenti ma illustri semplicemente la situazione,
fornisce diversi spunti di riflessione e preoccupazione, sto ricevendo numerose
segnalazioni da parte di genitori che lamentano la scarsa qualità del vitto,
quasi che i fatti degli ultimi giorni abbiano dato la stura a una serie di recriminazioni
fin qui represse.
Fermo restando che credo tocchi ai genitori stessi andare da chi di
competenza e presentare le proprie lagnanze, cosa che avviene dappertutto meno
che a Montegranaro, non posso esimermi, in quanto non l’ho mai fatto, dal dare
spazio ai cittadini su questo blog. Lo faccio, però, auspicando che questo
clima quasi omertoso passi perché non appartiene alla nostra cultura e un
cittadino non deve avere nulla da temere nel rivolgersi a chi ha responsabilità
e chiedere un servizio che gli spetta.
Le segnalazioni parlano di scarsa qualità ma anche di scarsa quantità
del cibo. Non è la prima volta che si sentono queste lamentele, erano anche
giunte in Consiglio Comunale con richieste specifiche del Movimento 5 Stelle
circa il creare un’educazione all’alimentazione che parta, appunto dalla mensa.
Del resto la stessa relazione di Pavoni avvalora le recriminazioni dei
genitori, per cui mi pare evidente che esista un problema mensa, per quanto chi
amministra tenda, come sempre, a minimizzare.
Di questo problema non possiamo imputare responsabilità agli
operatori, che lavorano il materiale che viene fornito. E non possiamo nemmeno
puntare il dito sul dirigente che, secondo me, rimane un ottimo amministratore.
Solo che un amministratore, inteso come chi dirige un ufficio amministrativo,
ha come compito primario amministrare, ossia far quadrare i conti fornendo il
servizio richiesto. In mancanza di direttive politiche, il dirigente questo fa:
tira le somme e le fa riportare.
Per quanto riguarda, invece, la qualità e gli scopi reconditi del
servizio, questi appartengono alla sfera politica che deve dare la linea.
Questa linea, evidentemente, manca. E manca colpevolmente, perché fornire cibo
di qualità, a chilometri zero, nel rispetto delle stagioni, con la dovuta
attenzione ai valori nutrizionali è parte stessa dell’educazione dei fanciulli
e tocca alla politica fare le scelte per prendere questa direzione. Fino a oggi
la politica non lo ha mai fatto. Speriamo che, ora che il problema si manifesta
in maniera piuttosto evidente, si prendano finalmente decisioni che potevano
essere prese già da tempo, evitando l’esasperazione del problema.
Luca
Craia