In Unione
Sovietica, qualcuno lo ricorderà, non c’era grande distinzione tra il PCUS, il
Partito Comunista dell’Unione Sovietica, appunto, e lo Stato. In realtà il
Partito era un organo dello Stato o, forse meglio, lo Stato era una proprietà
del Partito, fate voi. Il moderno PD che, in qualche modo, è inquadrabile come
l’erede del Partito Comunista Italiano, anche se questo fa venire il mal di
pancia ad alcuni amici rimasti comunisti veri, dell’ideologia marxista ha
mantenuto ben poco, diventando nel tempo un partito liberista moderato e
neanche tanto. Deve però aver serbato questo antico retaggio culturale,
considerando la cosa pubblica e il Partito strettamente connessi.
A
Montegranaro abbiamo le prove. Ci sono i comportamenti dei nostri
amministratori, che vivono la casa comune come se fosse casa loro (salvo quando
il terremoto la spacca, a quel punto torna di tutti). Ma ci sono prove fisiche.
Per esempio c’è la fonica comunale, l’altoparlante col quale l’amministrazione
comunale ci informa, passando per le strade, delle sue mirabolanti iniziative.
Ebbene, l’altoparlante non è del Comune ma del PD, c’è scritto sopra.
Altra prova
piuttosto preoccupante è la rete Wi-Fi con la quale si trasmette lo streaming
del Consiglio Comunale attraverso Youtube. La connessione, cari amici, non è
del Comune bensì del PD, che ha la sede al piano sottostante. L’Amministrazione
Mancini, in due anni e mezzo di governo del paese, non è riuscita a installare
una connessione pubblica e utilizza quella del suo Partito di maggioranza.
Tanto Comune e Partito sono la stessa cosa. Solo che, se tra due anni e mezzo
le elezioni le vincesse qualcun altro, difficilmente è immaginabile che possa
utilizzare la connessione dell’opposizione, per cui addio Wi-Fi.
Luca
Craia