venerdì 2 dicembre 2016

Il Wi-Fi del Comune è del PCUS



In Unione Sovietica, qualcuno lo ricorderà, non c’era grande distinzione tra il PCUS, il Partito Comunista dell’Unione Sovietica, appunto, e lo Stato. In realtà il Partito era un organo dello Stato o, forse meglio, lo Stato era una proprietà del Partito, fate voi. Il moderno PD che, in qualche modo, è inquadrabile come l’erede del Partito Comunista Italiano, anche se questo fa venire il mal di pancia ad alcuni amici rimasti comunisti veri, dell’ideologia marxista ha mantenuto ben poco, diventando nel tempo un partito liberista moderato e neanche tanto. Deve però aver serbato questo antico retaggio culturale, considerando la cosa pubblica e il Partito strettamente connessi.
A Montegranaro abbiamo le prove. Ci sono i comportamenti dei nostri amministratori, che vivono la casa comune come se fosse casa loro (salvo quando il terremoto la spacca, a quel punto torna di tutti). Ma ci sono prove fisiche. Per esempio c’è la fonica comunale, l’altoparlante col quale l’amministrazione comunale ci informa, passando per le strade, delle sue mirabolanti iniziative. Ebbene, l’altoparlante non è del Comune ma del PD, c’è scritto sopra.
Altra prova piuttosto preoccupante è la rete Wi-Fi con la quale si trasmette lo streaming del Consiglio Comunale attraverso Youtube. La connessione, cari amici, non è del Comune bensì del PD, che ha la sede al piano sottostante. L’Amministrazione Mancini, in due anni e mezzo di governo del paese, non è riuscita a installare una connessione pubblica e utilizza quella del suo Partito di maggioranza. Tanto Comune e Partito sono la stessa cosa. Solo che, se tra due anni e mezzo le elezioni le vincesse qualcun altro, difficilmente è immaginabile che possa utilizzare la connessione dell’opposizione, per cui addio Wi-Fi.

Luca Craia

giovedì 1 dicembre 2016

Auto scassinata a San Liborio. Minorenni messi in fuga dalla proprietaria. Continui episodi di teppismo e criminalità.



Erano circa le diciotto quando una signora, affacciandosi dalla finestra, si è avveduta che un gruppo di ragazzi, tutti minorenni con età non superiore ai tredici/quattordici anni, composto da giovani di nazionalità italiana e magrebina, con prevalenza di quest’ultima etnia, stavano aprendo la sua macchina in via Carducci. La donna ha immediatamente gridato dalla finestra e i ragazzini sono fuggiti lasciando la macchina aperta. Una bambina di circa dieci anni, secondo il racconto della signora, quasi sicuramente italiana, prima di scappare ha pesantemente insultato la donna.
La banda di piccolissimi delinquenti si aggira da tempo nella zona di San Liborio preoccupando i residenti. Probabilmente sono gli stessi di cui abbiamo parlato qualche tempo fa riguardo gli “scherzi” al campanello di un condominio, in cui entravano e staccavano la corrente. La signora domani presenterà denuncia contro ignoti.
Ancora episodi di piccola criminalità e teppismo a Montegranaro, con protagonisti troppo spesso giovani e minorenni, troppo spesso di origine straniera e magrebina, che preoccupano la popolazione e vedono le forze dell’ordine sostanzialmente disarmate, visto che, per quanto si identifichino gli autori, questi rimangono quasi sempre a piede libero. Il clima di convivenza e integrazione, intanto, subisce un altro duro colpo, con buona pace di telecamere e buoni propositi.

Luca Craia

Ancora microcriminalità straniera nel centro storico. Sempre più lontana l’integrazione.



La notizia del sequestro di un modesto carico di droga effettuato dai Carabinieri di Montegranaro non dovrebbe suscitare tanto clamore: si tratta di una piccola quantità di marjuana che non fa certo finire il mondo. Quello che, però, è grave è che i soggetti che detenevano la sostanza sono noti alle forze dell’ordine per fatti analoghi ed evidentemente ripetuti. Ciononostante sono liberi e continuano a delinquere.
Questi soggetti sono tre Marocchini residenti nel centro storico montegranarese e non faccio fatica a immaginare chi siano. Da qui si possono trarre due conclusioni poco rassicuranti. La prima è che il fatto contribuisce ad avvalorare l’ipotesi del centro storico che sta diventando sempre più ghetto per stranieri e luogo di alienazione sociale. L’alta concentrazione di immigrati nello stesso quartiere non giova affatto all’integrazione degli stessi.
La seconda riguarda la criminalità di origine straniera e, conseguentemente, anch’essa implica un ragionamento sull’integrazione. Purtroppo registriamo sempre più spesso atti criminali più o meno gravi commessi da cittadini stranieri, particolarmente da Magrebini. Sono sempre e comunque convinto che la maggior parte dei Magrebini arrivati a Montegranaro sia composta da persone oneste, ma esiste una percentuale piuttosto alta di gente che vive fuori dalle regole. Questa gente danneggia irreparabilmente il processo di integrazione. È necessario che la stessa comunità magrebina intervenga, controlli, denunci chi delinque perché solo così potrà evitare la naturale generalizzazione del fenomeno con le conseguenze sociali che possiamo immaginare. L’integrazione parte dalla volontà di integrarsi da parte dello straniero. Non il contrario.  È evidente che a Montegranaro abbiamo un problema di ordine pubblico causato da cittadini stranieri. Siano gli stessi stranieri onesti a contribuire a risolverlo.

Luca Craia