giovedì 1 dicembre 2016

Antonelli polemico demolito dal suo Sindaco


Raffaele Cantone, Presidente dell'Autorità Nazionale Anticorruzione

La seduta del Consiglio Comunale montegranarese di ieri si è aperta col Sindaco che resocontava circa una corrispondenza tra il Presidente del Consiglio Comunale, Walter Antonelli, e il Presidente dell’Autorità Nazionale Anticorruzione, Raffaele Cantone. La corrispondenza nasce da una domanda inviata al dottor Cantone da Antonelli a proposito della presunta incompatibilità di Paolo Gaudenzi, consigliere comunale, con la carica di consigliere di amministrazione della Farmacia Comunale. Si ricorderà che, all’epoca del rinnovo del CDA della farmacia, la maggioranza indicò nel delfino di Ubaldi il proprio rappresentante in seno all’ente. Ma, secondo il Presidente Antonelli si configurava la possibilità un’incompatibilità tra le due cariche, tanto che lo stesso Antonelli utilizzò queste pagine per esporre il suo pensiero in proposito (vedi articolo).
Per verificare questa incompatibilità, quindi, Antonelli, a quanto pare all’insaputa della sua stessa maggioranza, consultò per iscritto il Presidente dell’Autorità Anticorruzione. DI questi giorni è la risposta di Cantone che esclude l’incompatibilità e riabilita la decisione della maggioranza.
Walter Antonelli e Paolo Gaudenzi
La relazione del Sindaco sullo scambio epistolare tra Antonelli e Cantone avviene in assenza del Presidente, sostituito dal Consigliere Michetti. Suona strana questa assenza e suona strana la volontà del Primo Cittadino di ritirare fuori una vicenda ormai archiviata. Cosa voleva fare la Mancini? Molto probabilmente l’intenzione era di mettere in difficoltà l’opposizione che, all’epoca, sposò la tesi di inopportunità politica sostenuta da Antonelli. Così facendo, però, il danno maggiore lo subisce lo stesso Antonelli.
L’opposizione, infatti, e lo ribadisce Mauro Lucentini nel suo intervento immediatamente successivo, riteneva e continua a ritenere la nomina di Paolo Gaudenzi inopportuna e sbagliata da un punto di vista politico. Diversa, però, appare la posizione di Walter Antonelli che è membro della maggioranza ma, in questo caso come in altri, si è mosso in maniera antitetica alle indicazioni della stessa. Questi comportamenti estremamente critici da parte del Presidente del Consiglio nei confronti della sua compagine vanno a sommarsi a un comportamento istituzionale a tratti difficile da spiegare, come la reiterata assenza per mesi dalle riunioni dei capigruppo e la stessa assenza al Consiglio Comunale di ieri.
Il voler esternare la corrispondenza di Antonelli col Presidente dell’anticorruzione da parte del Sindaco ha evidenziato ancora una volta la distanza politica tra il Presidente del Consiglio Comunale e la sua maggioranza, distanza che va avanti da anni e che, forse, sarebbe ora di chiarire. Questo ha chiesto Lucentini affermando, senza mezzi termini, che forse la figura istituzionale di Antonelli andrebbe rivista. Un Sindaco accorto e politicamente intelligente avrebbe evitato questo ulteriore scivolone.

Luca Craia

Inceneritore: il Consiglio dice no ma al Sindaco se ne frega.



Ultimo punto all’ordine del giorno della seduta del Consiglio Comunale di Montegranaro del 30 novembre era la discussione di una mozione del Movimento 5 Stelle diretta al divieto di installazione di impianti di incenerimento di rifiuti sul territorio comunale. Si tratta di una prerogativa dei Comuni, quella di poter legiferare su questa materia all’interno del proprio territorio, anche se la riforma costituzionale che voteremo domenica prossima contiene una norma che, se vincesse il Sì, abolirebbe questo potere, lasciando la possibilità di installare impianti di questo genere nelle sole mani del Governo centrale.
Era chiaro che la maggioranza, in particolare la componente PD della maggioranza, erano in forte imbarazzo di fronte a questa mozione che, in linea di principio, avrebbe dovuto essere condivisa da tutti. L’imbarazzo del PD era dato da due fattori: il referendum costituzionale che potrebbe togliere il potere decisionale ai comuni annullando ogni effetto dell’approvazione della mozione stessa, e la bocciatura di una mozione di circa due anni fa, sempre del Movimento 5 Stelle, in cui si chiedeva di assumere una posizione contraria all’articolo 35 del Decreto Sblocca-Italia che, appunto, attribuisce tale potere. Nella mozione di ieri sera, in effetti, c’era un richiamo esplicito a questo articolo ed è stata una scena memorabile assistere all’arrampicata sugli specchi, con annessa la solita bugia, di Aronne Perugini e Roberto Basso che chiedevano, per togliersi dall’imbarazzo di cui sopra, lo stralcio della parte, appunto, inerente questo articolo adducendo la motivazione che tale articolo era stato stralciato da tutti i comuni del territorio. Solo che non è vero: Fermo ha approvato in toto una mozione analoga e stamattina sul giornale appare la notizia che la stessa cosa ha fatto Monte Urano, paese governato da una compagine di stampo PD. Quindi bugie su bugie.
A voto, la mozione passa con un voto quasi unanime. Quasi perché c’è una sorpresa: nonostante le perplessità approvano la mozione anche Perugini e Roberto Basso e tutta la maggioranza ma il Sindaco si astiene. Avete letto bene: il Sindaco di Montegranaro, di fronte alla possibilità di impedire la costruzione potenziale di un inceneritore per rifiuti, altamente pericoloso per la salute pubblica, non è d’accordo e si astiene. L’astensione non è un voto negativo, è un fregarsene. Al Sindaco di Montegranaro, quindi, non importa se verrà costruito in inceneritore nel nostro Comune. Prendiamone atto.
Come si spiega questa posizione della Mancini? Sappiamo che è orientata per votare Sì al referendum costituzionale, quindi magari vorrebbe dimostrare una certa coerenza. Ma la coerenza non c’è in quanto la ricordiamo, la dottoressa Ediana Mancini, sulle barricate contro la centrale a biomasse di Villa Luciani, e ora non alza un dito, col potere attribuitole dalla legge in qualità di Sindaco, per impedire la costruzione di un ecomostro ben più pericoloso. SI astiene.
Il sospetto, però, è che siamo di fronte al solito dispetto della nostra maestra. La mozione è stata presentata da Endrio Pavoni, quello stesso Pavoni che, come membro della commissione mensa ha reso noto, tramite una relazione scritta inviata ai colleghi Consiglieri Comunali, quanto ha riscontrato nel suo sopralluogo nelle cucine. Una relazione preoccupante che non è piaciuta al Sindaco che ha rimproverato Pavoni per il suo operato, dicendo che si sarebbe aspettata che la questione fosse discussa solo tra Il Sindaco stesso e Pavoni, senza il coinvolgimento dei Consiglieri Comunali. Strano concetto di democrazia. Stesso strano concetto di democrazia esposto poco prima da Cristiana Strappa a proposito dell’appena eletta commessione per l’asilo nido, commissione mai riunita in passato e che, secondo la Strappa, non sarebbe necessario che si riunisca in futuro.
Insomma, un Consiglio Comunale scoppiettante e surreale che ha molto divertito chi ha seguito, eccetto forse la noiosissima relazione di Ubaldi sul bilancio che sembra studiata a tavolino per scacciare cittadini annoiati. Per il resto ne abbiamo viste delle belle, partendo dalla questione del Presidente del Consiglio Comunale che mi riprometto di trattare a parte.

Luca Craia

mercoledì 30 novembre 2016

Il caso Zacheo – pista di pattinaggio a Fermo. La politica dello sfasciatutto.



Se qualcuno si meraviglia di come ragionano gli amministratori montegranaresi, con la loro politca sfascista che in due anni e mezzo ha ridotto Montegranaro a un campo di battaglia tra fazioni in cui si respira un clima corleonese, si guardi cosa sta accadendo a Fermo col caso della pista di pattinaggio in piazza del Popolo. Ve la racconto in due parole: Pasquale Zacheo, candidato sconfitto alle elezioni e ora capo dell’opposizione in
Pasquale Zacheo
Consiglio Comunale, presenta un’interrogazione urgente in Consiglio Comunale chiedendo l’immediata rimozione della pista di pattinaggio di piazza Del Popolo. Il Motivo è semplice: il bando di gara sarebbe rimasto nell’albo pretorio per tredici giorni e non quindici come prescritto dalla legge, ossia due giorni in meno. Il fatto sembrerebbe a Zacheo così grave da richiedere l’immediato smantellamento del manufatto.
Paolo Calcinaro
Il manufatto in questione, apparso per la prima volta sotto le feste di Natale l’anno scorso, ha cambiato il volto di Fermo, dando il la a una vera e propria rivoluzione nel centro storico. Una piazza Del Popolo deserta fino al 2015, improvvisamente prendeva vita e si riempiva di gente. Da allora, grazie a innumerevoli iniziative che hanno portato di continuo gente in centro, il cuore di Fermo ha ripreso a battere e ora il centro storico del centro del Piceno è diventato fulcro della vita sociale della città e della provincia stessa. Ovviamente tutto questo ha riversato grandi benefici sul commercio esistente incentivando nuove attività. A Zacheo, probabilmente, la cosa è andata in acido.
Ed è così che, purtroppo, la parte politica che rappresenta l’ex capitano del Carabinieri, ragiona e agisce. Non riesce a vedere le necessità della città, non riesce a trovare un dialogo coi cittadini, non capisce le esigenze e costruisce la sua politica su asti e livori. A Montegranaro lo sappiamo bene. A Fermo, a quanto pare, pure.

Luca Craia