martedì 6 dicembre 2016

Ubaldi attacca a testa bassa Antonelli. Altre crepe in maggioranza?



Sembra un copione già visto, un altro litigio pieno di veleno tra membri della stessa maggioranza, quello che sta accadendo tra Liberi per Montegranaro, la compagine pseudo-civica che sostiene il vicesindaco Ubaldi, e il Presidente del Consiglio Comunale Walter Antonelli. I toni si stanno accendendo e l’accusa contro Antonelli è forte: Ubaldi lo attacca su Cronache Fermane e lo incolpa di aver remato contro. In un solo colpo Ubaldi difende il Sindaco e infligge un duro colpo al Presidente, un Presidente che, al dire il vero, non ha mai lesinato aspre critiche alla sua stessa coalizione.
Però sono curiose le interpretazioni della vicenda dalle due angolazioni di Antonelli e di Ubaldi: Antonelli parla di una lettera per richiedere un parere, Ubaldi parla di un esposto. Sono due cose ben diverse: dal punto di vista di Antonelli si tratterebbe di un modo per avere chiarezza su una vicenda poco limpida, da quello di Ubaldi, invece, si era di fronte a un attacco.
Altra cosa curiosa è che il testo della famosa lettera di risposta, firmata dal Presidente dell’Autorità Anticorruzione, Raffaele Cantone, non è mai stato diffuso. Trattandosi, da quel che si è capito, di una corrispondenza privata tra Il Presidente del Consiglio Comunale e quello dell’Autorità, è lecito aspettarsi che il testo sia in mano esclusiva di Antonelli. Quindi come sia finito nella mani e sulla bocca del Sindaco, nel corso dell’ultimo Consiglio Comunale, e poi nella penna di Ubaldi è un bel mistero.
Quello che è certo è che stiamo assistendo all’ennesima crisi politica in maggioranza, dopo quella di SEL. Ora ci sarà da vedere se Antonelli inghiottirà questo ulteriore rospo o se reagirà in maniera più decisa del solito. Se lo facesse metterebbe in serie difficoltà la maggioranza che già vede i suoi numeri assottigliarsi. Governare un paese come Montegranaro con questa poca serenità, comunque, è davvero deleterio.

Luca Craia

Le discariche e le prove di forza (fini a se stesse?) dell’assessore Basso



Siamo al quinto giorno di giacenza dell’enorme “discarica” di rifiuti (per lo più mobili e suppellettili domestiche) ammonticchiati in via Solferino, di fronte alla casa natale del Santo Patrono di Montegranaro, San Serafino, tanto per dimostrare quale grande devozione si abbia nel confronti del Santo. In cinque lunghi giorni, in cui la giacenza è stata documentata fotograficamente dalla pagina Facebook di questo blog, pagina risaputamente molto frequentata dai nostri amministratori, nessuno si è preso il pensiero di mandare qualcuno a rimuovere quella lordura indecorosa di cui ogni Montegranarese che si rispetti, per primi gli amministratori comunali, dovrebbe vergognarsi.
Non è il primo caso di questo genere: i rifiuti, a Montegranaro, vengono abbandonati sistematicamente in ogni dove, persino dentro i bidoni degli altri, fatto che denuncia di per sé la fallacità del sistema e del meccanismo che dovrebbe punire chi non rispetta le regole ma che, in questo modo, diventa non identificabile a meno di non punire il malcapitato possessore del bidoncino stuprato. Tutto questo avviene nonostante l’approvazione, lo scorso 4 agosto, del regolamento comunale sull’igiene ambientale, regolamento portato in Consiglio Comunale e approvato con un atto di forza dell’assessore all’ambiente Roberto Basso. Tanta foga nell’approvazione sembrava presagire tempi bui per i trasgressori e, invece, a tutt’oggi per l’immondizia è il far west, nonostante l’impegno della stragrande maggioranza dei Montegranaresi che fa raggiungere al Comune di Montegranaro traguardi più che rispettabili in termini di percentuali di differenziata prodotta.
Se, quindi, l’urgenza di approvare il regolamento non c’era, perché Roberto Basso ha voluto approvarlo nonostante le reiterate richieste della minoranza di avere quantomeno il tempo di studiarlo prima di approvarlo? Sembrerebbe un comportamento capriccioso, infantile, per imporre la propria volontà in maniera fine a se stessa e forse un po’ lo è, ma occorre analizzare la figura politica del nostro assessore per capire bene il perché di questo modus operandi così poco democratico, rispettoso e pratico.
Roberto Basso, politico di ultima generazione, molto giovane, è erede di un altro uomo politico che ha occupato ruoli chiave nel passato e ora ha abbandonato la politica attiva per dedicarsi a tutto tondo del suo lavoro senza temere accuse di ingerenze, essendo titolare di uno studio tecnico storico. Il giovane Basso può comunque contare sull’esperienza paterna e su una sua intelligenza politica innata che lo fa muovere con molta scaltrezza.
La sua carriera politica è stata fulminante: prima segretario dei Giovani Democratici, la sezione giovanile del PD ormai sparita (proprio sotto la sua segreteria) per poi diventare Segretario Politico cittadino del PD stesso (sezione anch’essa pressochè sparita sempre sotto la sua segreteria) e arrivare, nel contempo, all’assessorato all’ambiente dal quale, però, riesce a occuparsi anche di faccende inerenti altri uffici, come nel caso dell’assessorato all’urbanistica in cui, su esplicita richiesta del titolare, Aronne Perugini, troppo occupato tra Comune e Provincia, sostiene l’attività dell’assessorato facendo spesso le veci del titolare, o come nel caso dell’assessorato alla cultura sotto Veregra Street in cui ha completamente sostituito Beverati.
Roberto Basso è un uomo di partito, ma riesce a captare la benevolenza anche altrove: ricordiamo le collaborazioni col Movimento 5 Stelle o con Sel, collaborazioni però tutte finite piuttosto male, con reciproci scambi di accuse e poco amichevoli brindisi in Consiglio Comunale. È anche abilissimo a trovare simpatie tra i giovani e vanta un folto fan club sempre pronto a prenderne le difese. Non si cala mai direttamente nelle dispute, anzi, è astutissimo nel provocarle per poi assumere il ruolo di paciere.
Nella sua coalizione, nonostante la giovane età, è sicuramente quello che si sta muovendo meglio, acquisendo sempre più potere. Ecco spiegato l’atto di forza compiuto lo scorso agosto col regolamento dei rifiuti, un regolamento adottato in tutta fretta e rimasto ancora lettera morta, inapplicato. Evidentemente Basso doveva ribadire la sua posizione di supremazia in maggioranza, magari dopo qualche piccola défaillance durante Veregra Street. E ci deve essere riuscito visto che, a tutt’oggi, la sua voce è autorevole e ascoltata, sia in veste di segretario del partito di maggioranza che di assessore.
In un panorama di personalità politiche piuttosto approssimative, Roberto Basso svetta senz’altro e si candida fin d’ora a uomo di punta, forse il candidato della sinistra alle prossime elezioni.

Luca Craia

La potenza dei due comitati. I meriti dei congiurati del 2013



A Montegranaro il NO ha stravinto e, probabilmente, questo è dovuto alla presenza di non uno ma ben due, e dico due, comitati per il NO. In ordine cronologico, il primo ad affacciarsi sulla scena è stato quello benedetto da Forza Italia e dal suo deus ex machina locale, il Rapagnanese volante col dono dell’ubiquità, Remigio Ceroni. Il comitato montegranarese, composto prevalentemente dai dissidenti gastoniani che furono artefici delle idi di marzo nostrane, con nomi di spicco come Demis Ranalli, Niccolò Venanzi e nientepopodimenochè Jonata Pagliaricci, il più loquace consigliere comunale mai apparso a Palazzo Francescani, è stato determinante.
L’impego profuso dai congiurati del 2013 è stato molto e intenso e il merito del risultato elettorale va certamente iscritto a loro: hanno fatto un sacco di incontri, frequentatissimi dalle loro rispettive famiglie, una volta a casa di uno, una volta a casa di un altro membro del comitato, consumando quintali di costarelle di maiale. Hanno fatto banchetti per strada, volantinaggio, manifesti, comizi, si sono girati porta a porta tutta Montegranaro tanto che si sono guadagnati il diploma di Testimone di Geova ad honorem. E tutto questo ha prodotto il risultato che sappiamo.
Bravi, bravi, bravi! E bravi anche per la modestia di non comparire, di non fare nemmeno un comunicato per prendersi la propria parte di merito. Questa è la politica sana, quella che fa bene all’Italia. Ceroni deve essere davvero orgoglioso di voi.

Luca Craia