mercoledì 7 dicembre 2016

Il pacifista col fucile





Ognuno di noi ha incontrato, prima o poi nella sua vita, almeno un pacifista col fucile. Chi non l’ha ancora incontrato lo incontrerà.
Il pacifista col fucile difende le classi più deboli contro l’arroganza del più forte, e per farlo è disposto anche a impiccare il più forte, facendolo diventare il più debole, ma questo poco importa.
Il pacifista col fucile ce l’ha coi razzisti, specie quelli della sua stessa razza e per dimostrare quanto i razzisti della sua razza siano razzisti cerca tutte le fonti storiche che dimostrino quanto è stata bastarda nella storia la sua razza.
Il pacifista col fucile è animalista e difende gli animali a tutti i costi. Guai a fare del male agli animali. Se ci provi, il pacifista col fucile è disposto a farti male.
Il pacifista col fucile è ateo, e per dimostrare quanto sia ateo ce l’ha a morte con i cattolici, i preti, i Santi, gli angeli e gli arcangeli. Ce l’ha anche col Padreterno che, però, non esiste.
Il pacifista col fucile è tollerante con tutte le culture, tranne che con la sua. Per dimostrare, per esempio, che i Musulmani non sono cattivi, il pacifista col fucile dimostra oltre ogni ragionevole dubbio quanto siano stati cattivi i cristiani in passato.
Al pacifista col fucile piace il Papa, ma solo quando dice cose che gli piace sentire. Altrimenti il Papa è un pretaccio come un altro.
Il pacifista col fucile vorrebbe buttare giù tutte le chiese e, quando a buttarle giù ci pensa il terremoto, grida al mondo intero che bisogna ricostruire tutto meno che le chiese. Il pacifista col fucile decide per tutti, pure per i terremotati.
Il pacifista col fucile ha la verità assoluta e, nella sua tolleranza progressista, è assolutamente intollerante. Se non la pensi come lui hai torto.
Se avete esperienze con un pacifista col fucile, raccontatemi la vostra: la aggiungerò qui sotto.

Luca Craia

La misteriosa lettera di Cantone e Antonelli. La riservatezza della corrispondenza.



Vorrei tornare brevemente sulla questione della lettera del Presidente dell’Autorità Anticorruzione, Raffaele Cantone, inviate al Presidente del Consiglio Comunale di Montegranaro, Walter Antonelli, in risposta alla sua richiesta di un parere circa la questione della presunta incompatibilità di Paolo Gaudenzi a consigliere di amministrazione della Farmacia Comunale. Ci sono alcune cose che non comprendo e mi piacerebbe che queste vengano chiarite.
La prima è questa: Antonelli ha sempre parlato di una corrispondenza volta a ottenere un parere dall’autorità competente. Ubaldi parla di un esposto. Di cosa si tratta, in realtà? Sono due cose ben diverse: la richiesta di un parere è un atto che serve a togliersi dei dubbi, un esposto è un atto volto a denunciare un illecito. Cosa diceva esattamente la lettera di Antonelli a Cantone?
La seconda perplessità: come mai una corrispondenza diretta personalmente al Presidente del Consiglio Comunale arriva in mano a Sindaco e Vicesindaco che, addirittura, ne divulgano i contenuti, uno in Consiglio Comunale e l’altro sul giornale? Non c’è stata alcuna autorizzazione da parte di Walter Antonelli, quindi se ne deduce che non sia stato lui a fornire il testo ai colleghi di giunta. Ma anche se questo fosse avvenuto, come mai il Sindaco e il Vicesindaco si sono sentiti autorizzati a rendere pubblico quanto scritto in una corrispondenza privata? Non c’è riservatezza nella corrispondenza del Presidente del Consiglio Comunale? Mi sembra una cosa piuttosto grave, perché il Presidente è un pubblico ufficiale e dei suoi atti non deve e non può rendere conto a nessuno, tantomeno a Sindaco e Vicesindaco che, in quanto membri del Consiglio Comunale, sono soggetti al controllo da parte del Presidente. Ma se il Presidente non è libero nemmeno di scambiare corrispondenza istituzionale in maniera autonoma e riservata, mi pare che abbiamo un bel problema.

Luca Craia

Risolto il caso topi a Santa Maria. Un solo topo ma… molto attivo



Finalmente Montegranaro può tirare un sospiro di sollievo: è stato risolto, finalmente, il caso della sospetta presenza dei topi nella scuola materna di Santa Maria. Dopo un primo momento in cui si era creduto che i topi non esistessero e che le cacche fossero state fatte da mosche giganti, finalmente convintasi a effettuare le indagini, la sindachessa ha risolto il caso in quattro e quattr’otto, facendo felici tutti ma proprio tutti i genitori che, fino a due giorni fa, facevano lampi e tuoni. Ora sono tutti felici.
Si trattava di un solo topo, ma molto molto attivo. Questo topo è riuscito, pensate, a fare la cacca in ogni dove, a rosicchiare, fare pipì, sporcare mezza scuola materna e tutto da solo! Ha anche mangiato una quantità industriali di esche prima di morire stecchito. Ma ora che hanno trovato il cadavere di questo unico topo, e verificato che il cadavere è morto, la sindachessa ha deciso di metterci una pietra sopra, magari con un bell’epitaffio: “qui giace il supertopo di Montegranaro, che ha fatto morire di paura tutto il paese. La cittadinanza ringrazia la sindachessa”.
Vi sentite presi in giro? Non ho mica cominciato io…

Luca Craia