venerdì 9 dicembre 2016

Il lago vietato e i pesci che muoiono



Continuano le lamentele dei pescatori che vedono ormai da troppo tempo il laghetto del Parco Fluviale del Chienti interdetto. Non si capisce perchè non si lasci che i pescatori ne usufruiscano né tantomeno si capisce cosa si aspetta a risolvere l'annosa questione. Si era parlato di fare un appalto per darlo in gestione ma è tutto fermo, ormai da oltre 3 anni.
Ma esiste un altro problema non trascurabile: i pesci. Quelli presenti nel laghetto artificiale che, ricordiamolo, deriva dall’allagamento di una antica cava di ghiaia, sono stati impiantati nello specchio d’acqua dagli stessi pescatori. Essendo però il lago piuttosto profondo, la vegetazione fa fatica ad attecchire con conseguente scarsità di cibo. I pesci, quindi, per sopravvivere debbono essere alimentati artificialmente. Finchè l’ingresso è stato libero non ci sono stati problemi, ora però si rischia una moria a causa del fatto che i pescatori non possono più provvedere ad alimentarli.
A tutto ciò aggiungiamo che un’area così bella non è fruibile dalla cittadinanza ed è un vero peccato. Basterebbe poco per riaprire lo spazio e risolvere tutti i problemi ma da oltre 3 anni non si sta facendo praticamente niente. Vai a capire perché.

Luca Craia

Lu voccentò, il pesce che puzza e i genitori diseducanti



Avete letto letto l'articolo sulle mense scolastiche??? quando si dice chiedere la porta quando sono scappati i buoi!!!!. Insomma dopo diverse lamentele sulla qualità del cibo distribuito sulla mensa scolastica si è arrivati a servire ai nostri ragazzi del pesce che a detta del sindaco non era avariato semplicemente emetteva un odore sgradevole, nonostante sia stato marinato nel limone e cotto. Tra pesce avariato e pesce che puzza può sembrare una questione di lana caprina invece sembra che quello avariato non si puo mangiare quello che puzza invece si. Ma leggiamo l’articolo “Nuciari ha spiegato i criteri di acquisto, ricordando che dobbiamo sempre fare riferimento al mepa e incrociare le nostre richieste con le disponibilità dei fornitori” andiamo con ordine, il mepa è un mercato digitale in cui le Amministrazioni abilitate possono  acquistare,  per valori inferiori alla soglia comunitaria,  i beni e servizi offerti da fornitori abilitati a presentare i propri cataloghi sul sistema. Ciò significa che se nei cataloghi non c'è la carne marchigiana, la stessa la compri sul mercato, e ciò significa che i prodotti della mensa vengono acquistati su catalogo. E invece abbiamo acquistato carne chianina (se va bene dalla toscana) perchè era quella in catalogo??. IL sindaco dice che “questa amministrazione si sono orientati verso l'acquisto a filiera corta. Tutto come da catalogo.
Ed infine la magia “è aumentata la spesa per i prodotti della mensa…” ma come acquistiamo in filiera corta quindi dovremmo avere un risparmio, diminuiscono i bambini a mensa, e aumentano le spese???? forse c'è qualcosa che non porta, credo che la commissione dovrà riunirsi come la direzione del PD in maniera permanente e magari ristampare il catalogo. Si aggiunge “sono state rispettate tutte le procedure, ottenute le certificazioni di sicurezza che servivano” dove c'era scritto che il pesce che puzza va passato nel limone e cotto oltre 120 gradi per 20 minuti, il puzzo rimane pero la carica batterica viene abbattuta entro i limiti di legge. “il pesce che emanava un cattivo odore e da cui è partita una querelle (ndr pure voi ma come vi permettete di accendere tale disputa, genitori ingrati) è stato chiarito (ndr non si capisce da chi) che non si trattava di alimenti avariati. (era semplicemente pesce che puzzava, l'inquinamento delle acque, e il cambiamento climatico, lo tsunami, semplicemente non c'è piu il pesce di una volta...chissa se è stato comprato su catalogo?)

Epicentro a Monte San Giusto. Che rischi corriamo?



Il professor Emanuele Tondi

Non ho mai avuto la pretesa di interpretare dati sul terremoto in maniera scientifica. Per quello ci sono i tecnici, geologi e sismologi, che possono dare delle indicazioni per quanto queste possano essere precise, tenendo conto che il terremoto è di per sé un evento ancora imprevedibile le cui dinamiche sono tutt’ora oggetto di studio. Ciò premesso, onde fugare i soliti spiriti polemici che ogni volta si parla di terremoto vorrebbero crocifiggere qualcuno, magari come metodo personale di esorcizzare le paure, vorrei dare rilevanza alla spiegazione data dal professor Emanuele Tondi, dell’Università di Camerino, circa quanto accaduto ieri nell’area tra Monte San Giusto e Montegranaro.
Ricordiamo che ieri, sul sito dell’INGV, era apparsa la notizia di un movimento sismico alle 13,34, con magnitudo 2.8 ed epicentro individuato a 2 chilometri da Monte San Giusto e a 3 chilometri da Montegranaro, con una profondità piuttosto elevata, oltre venti chilometri. La notizia è parsa subito piuttosto allarmante, nonostante la debolezza del sisma e la sua profondità che ha fatto sì che fosse percepito molto blandamente. Io stesso mi sono preoccupato anche in funzione del fatto che a Montegranaro abbiamo numerosi edifici pubblici ad alto rischio sismico, primo fra tutto quello delle scuole di Santa Maria.
Le parole del professor Tondi sono piuttosto tranquillizzanti, anche se non ci esimono affatto dal tenere alta l’attenzione, molto più alta, secondo me, di quanto la stiano tenendo i nostri amministratori. Vi riporto quanto scritto da Tondi e la relativa grafica: “Questi sono i terremoti che si sono verificati dal 1 Gennaio di quest'anno in Italia. Come si può vedere, quelli di magnitudo fino a 4,0 (e oltre) avvengono un po' ovunque (tranne che in Sardegna). Nella zona marchigiana esterna (come Monte San Giusto e Valle Castellana), i terremoti sono generati da piccole faglie profonde oltre i 20 km, non visibili in superficie e che non hanno relazioni dirette con quelle più grandi e superficiali che si trovano lungo gli Appennini. In questo catalogo (http://emidius.mi.ingv.it/CPTI15-DBMI15/query_place/) potete inserire il nome del vostro Comune e vedere gli effetti associati ai terremoti del passato (in termini di intensità della scala Mercalli). La stessa cosa si può ripetere in futuro, ma non di più.
Torno a ribadire, quindi, che è necessario mantenere alto il livello dell’attenzione, perché comunque una scossa di magnitudo 4 potrebbe lesionare ulteriormente edifici già precedentemente danneggiati. Ma, da quanto apprendiamo dal professore, la faglia che interessa la nostra area non dovrebbe poter produrre eventi di grande rilievo. Per attenti ma senza panico.

Luca Craia