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Il professor Emanuele Tondi |
Non
ho mai avuto la pretesa di interpretare dati sul terremoto in maniera
scientifica. Per quello ci sono i tecnici, geologi e sismologi, che possono
dare delle indicazioni per quanto queste possano essere precise, tenendo conto
che il terremoto è di per sé un evento ancora imprevedibile le cui dinamiche sono
tutt’ora oggetto di studio. Ciò premesso, onde fugare i soliti spiriti polemici
che ogni volta si parla di terremoto vorrebbero crocifiggere qualcuno, magari
come metodo personale di esorcizzare le paure, vorrei dare rilevanza alla
spiegazione data dal professor Emanuele Tondi, dell’Università di Camerino,
circa quanto accaduto ieri nell’area tra Monte San Giusto e Montegranaro.
Ricordiamo
che ieri, sul sito dell’INGV, era apparsa la notizia di un movimento sismico
alle 13,34, con magnitudo 2.8 ed epicentro individuato a 2 chilometri da Monte
San Giusto e a 3 chilometri da Montegranaro, con una profondità piuttosto
elevata, oltre venti chilometri. La notizia è parsa subito piuttosto
allarmante, nonostante la debolezza del sisma e la sua profondità che ha fatto
sì che fosse percepito molto blandamente. Io stesso mi sono preoccupato anche
in funzione del fatto che a Montegranaro abbiamo numerosi edifici pubblici ad
alto rischio sismico, primo fra tutto quello delle scuole di Santa Maria.
Le
parole del professor Tondi sono piuttosto tranquillizzanti, anche se non ci
esimono affatto dal tenere alta l’attenzione, molto più alta, secondo me, di
quanto la stiano tenendo i nostri amministratori. Vi riporto quanto scritto da
Tondi e la relativa grafica: “Questi sono i terremoti che si
sono verificati dal 1 Gennaio di quest'anno in Italia. Come si può vedere,
quelli di magnitudo fino a 4,0 (e oltre) avvengono un po' ovunque (tranne che in Sardegna). Nella zona
marchigiana esterna (come Monte San Giusto e Valle Castellana), i terremoti
sono generati da piccole faglie profonde oltre i 20 km, non visibili in
superficie e che non hanno relazioni dirette con quelle più grandi e
superficiali che si trovano lungo gli Appennini. In questo catalogo (http://emidius.mi.ingv.it/CPTI15-DBMI15/query_place/)
potete inserire il nome del vostro Comune e vedere gli effetti associati ai
terremoti del passato (in termini di intensità della scala Mercalli). La stessa
cosa si può ripetere in futuro, ma non di più.
Torno a ribadire, quindi, che è necessario mantenere alto il
livello dell’attenzione, perché comunque una scossa di magnitudo 4 potrebbe
lesionare ulteriormente edifici già precedentemente danneggiati. Ma, da quanto
apprendiamo dal professore, la faglia che interessa la nostra area non dovrebbe
poter produrre eventi di grande rilievo. Per attenti ma senza panico.
Luca
Craia