Fa bene,
molto bene, la giornalista de Il Fatto Quotidiano, Sandra Amurri, a ricorrere
alle vie legali per tutelarsi contro i continui e gratuiti attacchi alla sua
onorabilità portati avanti da un gruppo la cui utilità è ancora ignota, il
Coordinamento 5 Luglio che, già dal nome, assume toni piuttosto preoccupanti.
In questo coordinamento, che non si capisce esattamente cosa coordini, sono
confluiti personaggi appartenenti alla galassia ex-comunista che gravitano
localmente intorno al gruppo consiliare di opposizione a Fermo e sembra che il
loro obiettivo sia mantenere alta l’attenzione sui brutti fatti della scorsa
estate, quando vi fu un omicidio a sfondo razzista e l’imputazione collettiva
di Fermo e dei Fermani da parte dei media e di certi benpensanti che, a quanto
pare, non sono ancora sazi.
La
giornalista marchigiana, qualche giorno fa, ha pubblicato per prima, proprio su
Il Fatto Quotidiano, la notizia dell’informativa circa la presunta presenza di
esponenti della mafia nigeriana al funerale dell’immigrato ucciso. Questo ha
fatto, la Amurri, in un articolo di pura cronaca nel quale, seppur rileggendolo
più volte, non ho trovato commenti o interpretazioni personali che potessero
sbilanciare le valutazioni del lettore. Ma, solo per aver reso pubblica una
notizia verificata e reale, si è tirata addosso l’ira funesta dei tutori della
non violenza che, quando ci si mettono, sono in grado di fornirne a pacchi, di
violenza, se non altro verbalmente, di infangare, insultare, denigrare senza
problemi.
Ho avuto
modo anche io, nel mio piccolo, di saggiare la cattiveria e l’ottusità di certe
persone, commentando i fatti di Fermo sul profilo Facebook di un noto esponente
della sinistra picena, il quale, nonostante la mia pacatezza, mi insultava per
poi bloccarmi definitivamente. Potete immaginare il mio dispiacere, non ho
mangiato per giorni. Fatto sta che tutto questo testimonia la profonda contraddizione
in cui vivono questi soggetti, pacifisti e non violenti ma pronti a tutto per
portare avanti la loro idea e, soprattutto, la loro immagine.
Resto dell’idea
che iniziative come quelle di questo fantomatico coordinamento siano quanto di
più deleterio si possa pensare per Fermo e il suo territorio. Auspicavo il
rapido spegnimento dei riflettori su Fermo, il ritorno alla ragione di don
Vinicio e il calo dell’interesse mediatico che tanto danno ha portato, e invece
questa gente non demorde e continua imperterrita a mortificare il posto in cui
vive e da cui trae di che sostenersi. Perché lo facciano sarebbe
interessante da esaminare ma non lo farò, ognuno tragga le sue conclusioni.
Resta il fatto che vederli operare spiega tante cose sul perché la nostra
classe dirigente sia finita in mano a dei lestofanti e la sinistra o sedicente
tale sia scomparsa quasi del tutto dalla scena politica.
Luca
Craia