Sette milioni, quasi otto, per recuperare i borghi marchigiani degradati. Una goccia nel mare al quale si dà grande risalto mediatico ma sempre goccia nel mare rimane. I borghi, i centri storici marchigiani, sono la base, il fondamento di qualsiasi politica economica legata al turismo, e vedere stanziati, anche se provvisoriamente, solo 7,8 milioni è desolante, nonostante conferenze stampa e proclami.
Conforta sapere che la cifra è provvisoria, che potrebbe aumentare con un aggiustamento di bilancio ma soprattutto con l’arrivo di importanti risorse dall’Europa che poi ci sarà da vedere se sapremo sfruttare. Perché poi si rischia di cadere nel consueto giro di paroloni, di iniziative culturali fini a se stesse a basate solo sul concetto di far campare questo o quello piuttosto che avere un progetto complessivo del da farsi. E questo progetto, ahimè, non lo vedo.
Fino a oggi si sono sprecati un sacco di soldi per dar retta alle idee strampalate dei tanti assessori alla cultura incapaci ma megalomani, o semplicemente in ansia di finire sul giornale. Abbiamo enti inutili che commissionano inutili applicazioni per lo smartphone che non promuovono nulla, se prima non si aggiusta il territorio e il patrimonio non lo si organizza.
Non si fa turismo senza strutture, non si fa turismo senza organizzazione, non si fa turismo con le strade massacrate, non si fa turismo coi centri storici diventati ghetti per stranieri, non si fa turismo con le iniziative estemporanee, con le megalomanie, con l’ansia di apparire. L’unica via per fare turismo è avere un progetto. E i soldi per realizzarlo.
Luca Craia