lunedì 3 maggio 2021

E don Jacob se ne è andato.


 

È salito sulla sua macchinina rossa, parcheggiata proprio davanti alla chiesa di San Francesco , dove ha mosso i primi passi nella comunità cristiana di Montegranaro, e ha salutato il paese in cui è vissuto e ha preso il via la sua vita sacerdotale. Don Jacob, come sapevamo, ha lasciato sabato scorso l’Unità Pastorale montegranarese per andare a prestare il suo servizio alla Vicaria della Valdaso. È un momento triste per i Montegranaresi, che hanno molto apprezzato l’umanità di don Jacob, diventato in questi anni davvero parte integrante della comunità. Ma è anche bello vedere quest’uomo, giunto da noi ragazzo, prendere la sua strada e andare a fare bene anche ad altri, dopo averne fatto tanto a noi. Lo rivedremo certamente, non è andato così lontano. Però salutarlo un po’ di malinconia la fa.

 

Luca Craia

 

Tutti in piazza per l’Inter. Ma che ci siamo sacrificati a fare?

 

È stanco, il tifoso dell’Inter. È stanco di anni a bocca asciutta, di attese e delusioni, ma anche di mesi e mesi di costrizioni a causa della pandemia. Così, se si butta in piazza Duomo senza mascherina, se si ammucchia con altri tifosi per esultare, bisogna capire, bisogna tollerare, ha sofferto tanto. Mica possiamo mandare la polizia a sgomberare gli assembramenti? La polizia, invece, la mandiamo nel ristorante, a controllare che si mangi di fuori al freddo, a verificare che a nessuno venga l’idea eversiva di andare a fare pipì al gabinetto. La polizia la dobbiamo mandare nei negozi a controllare che ci sia esattamente il numero di persone previsto, e se ce n’è una di più, multa e chiusura. La polizia la dobbiamo mandare nelle case private per evitare che magari una famiglia un po’ più numerosa non si ritrovi per pranzo.

Penso che la gente non possa più capire questa schizofrenia. La gente, io per primo, non capisce più perché in oltre un anno abbiamo fatto tutti, o quasi, immensi sacrifici, ci siamo privati della nostra libertà per il bene comune, abbiamo mortificato il lavoro, massacrato il commercio, danneggiato l’industria nella speranza di uscire da un incubo, ma poi tutti questi sacrifici che ci sono stati imposti e che alla fine abbiamo accettato di buon grado vengano ridicolizzati da una piazza piena di tifosi coi poliziotti che stanno a guardare. No, questo non si può capire, non si può accettare.

Anche perché, se i sacrifici che abbiamo fatto e continuiamo a fare rispondono alla logica della necessità degli stessi, allora quello che è accaduto ieri i tutta Italia e che è stato tollerato ovunque avrebbe inficiato tutto questi sforzi, vanificato i sacrifici, buttato nel cesso un anno di dolore della stragrande maggioranza degli Italiani. Quindi per chi ci siamo sacrificati? Per cosa? A che è servito?

 

Luca Craia

Un frigorifero abbandonato lungo il corso principale per tutto il ponte del Primo Maggio. Ecco cosa ammazza Montegranaro.

 

Non è un bel sistema, quello di far lasciare i rifiuti ingombranti per strada fino al ritiro da parte della ditta incaricata, ma capisco che è difficile trovarne altri e, alla fine, se organizzato bene, il materiale rimane per strada poco tempo. Non è però concepibile vedere un frigorifero abbandonato lungo il corso principale di Montegranaro per tutto il ponte del Primo Maggio. Nel momento in cui scrivo, l’elettrodomestico è ancora lì, sul lato pedonale del corso, a far bella mostra di sé. Lo hanno visto un sacco di Montegranaresi, che hanno fatto ironia amara sui social, e sicuramente lo devono aver visto le autorità cittadine, perché è impensabile, per dire, che nessuno della Polizia Municipale, che ha sede nella piazza soprastante, in tre giorni sia passato per corso Matteotti.

È indecoroso e irrispettoso. Lo è da parte di chi ha pensato di abbandonare quell’oggetto in strada, e lo è da parte di chi non ha fatto nulla per rimuoverlo, lasciandolo lì per tutta la festa. È indecoroso per il paese, una mancanza di amore per il luogo dove si vive, e è irrispettoso nei confronti degli altri cittadini. Ed è l’ennesima dimostrazione del degrado prima di tutto culturale che sta condannando il centro storico di Montegranaro. Perché se nemmeno chi ci vive (perché non credo che qualcuno sia venuto fino in corso Matteotti ad abbandonare un frigorifero da chissà dove) ha rispetto per il paese e per la sua comunità, non abbiamo davvero scampo. Ce la prendiamo con la politica, ma alla basa, chi ammazza Montegranaro sono i Montegranaresi.

 

Luca Craia