sabato 8 maggio 2021

Forza Montegranaro. È il momento di creare il nostro futuro e di crearlo grande come il nostro passato.


 

La calzatura è la nostra cultura, rappresenta le nostre radici, è quello che sappiamo fare, per cui siamo maestri nel mondo, l’orgoglio di Montegranaro. A Montegranaro si facevano scarpe quando il resto del mondo andava scalzo. Ci sono testimonianze antichissime, addirittura negli affreschi di Sant’Ugo, del 1299, sono rappresentate calzature di fattura preziosissima e finissima. Dire Montegranaro è stato, è e sarà per sempre dire calzature.

Però i tempi sono cambiati. È giusto e doveroso coltivare la nostra creatività e tutelare la nostra cultura imprenditoriale, ma purtroppo quello della calzatura è un settore che non permetterà mai più a Montegranaro di vivere su una monocoltura come è sempre stato. È una cosa che sappiamo da anni, ormai, ma che abbiamo fatto finta di non sapere. Non ci sono state innovazioni da parte del mondo dell’imprenditoria ma soprattutto la politica ha sempre fatto lo struzzo, tenendo la testa ben ficcata in terra e facendo finta di non vedere le varie ondate di crisi che piano piano hanno falcidiato un settore produttivo che fino a vent’anni fa era imponente e che oggi viene rappresentato da pochissime realtà ancora floride.

La crisi congiunturale preesistente unita a quella pandemica hanno accelerato il processo, e ora ci troviamo di fronte alla necessità di riconvertire una realtà lavorativa e imprenditoriale ferma da decenni su un’impostazione monoculturale. Bisogna ripensarci e reinventarci. La manifattura, in Italia, sta vivendo un momento difficilissimo, e non è solo la calzatura a subirne le conseguenze. Ma ci sono settori che offrono opportunità per il futuro, ed è il momento di ragionare su cosa vogliamo fare per mantenere la qualità della vita a cui siamo abituati.

Tocca a tutti, alla politica come al mondo imprenditoriale, ma anche alla forza lavoro, trovare stimoli e idee, e soprattutto l’intelligenza e l’elasticità per riconvertirsi e andare avanti. La parola “resilienza” tanto in voga al momento non può e non deve essere la nostra linea, perché non siamo noi a doverci adattare al mondo ma dobbiamo adattare il mondo a noi, alle nostre idee e ai nostri progetti. È il momento di far vedere di che pasta sono fatti i Montegranaresi, che sono ancora forti, creativi, geniali, come quelli che, anni fa, hanno conquistato il mondo partendo da un piccolo colle marchigiano che si affaccia sul mare. Ripartiamo da quel colle e pensiamo a un futuro grande come il nostro passato. Lo possiamo fare.

 

Luca Craia

venerdì 7 maggio 2021

Quanto ci costa il Commissario?


 

Quanto crollò implodendo nella sua cattiveria la giunta Mancini, molti suoi sostenitori affermarono con estrema sicurezza che la venuta del Commissario sarebbe costata cara, in termini economici, ai Montegranaresi. Era falso allora, ed è falso ora che abbiamo anche i dati: l’indennità del Commissario è la stessa del Sindaco, centesimo più centesimo meno, ossia € 2.974,79. Ma non abbiamo più da pagare gli Assessori e i gettoni di presenza dei Consiglieri Comunali. Quindi non spendiamo di più, risparmiamo. E la macchina amministrativa sta funzionando egregiamente, senza far rimpiangere la presenza dell’ultima Giunta, tutt’altro. Con questo non voglio dire che sia preferibile un funzionario rispetto a rappresentanti democraticamente eletti, ma voglio affermare con forza che, anche in questo caso, si è detto il falso. Ancora una volta.

 

Luca Craia

Biodigestore. Nelle Marche non esistono centri urbani meno popolati di altri. I piccoli comuni non sono sacrificabili come dice la sinistra fermana.

 

Trovo spaventosa l’affermazione dei “gruppi fermani di sinistra” che oggi, su Il Resto del Carlino, affermano che “occorre posizionare gli impianti a biodigestione il più vicino possibile alle discariche esistenti (al loro interno ove possibile) e comunque lontano dai centri urbani maggiormente popolati”. Con questa affermazione si qualificano come sacrificabili i centri urbani minori che, in una realtà territoriale come quella marchigiana e, in particolare, fermana sono moltissimi e molto ravvicinati tra loro. L’antropizzazione delle Marche è fortemente accentuata e, di fatto, non esistono centri urbani meno popolati in quanto l’urbanizzazione è talmente fitta da risultare un unico agglomerato urbano.

Nel caso del biodigestore che dovrebbe sorgere nell’area della contrada San Pietro di Torre San Patrizio, ci troviamo di fronte a un’altissima concentrazione di rifiuti dovuta alla presenza simultanea di una discarica, un impianto di compostaggio, un allevamenti intensivo di suini, una centrale a biomasse e un biodigestore, il tutto non vicino a un centro urbano di quelli “maggiormente popolati” che indicano i gruppi fermani di sinistra ma al centro di un’area densissimamente popolata costituita da più comuni praticamente attaccati.

È quindi spaventoso, come dicevo, che l’ottica dei “gruppi fermani di sinistra” veda queste realtà come il luogo ideale dove concentrare discariche e biodigestori, dimostrando così, oltretutto, di non conoscere affatto il territorio di cui parlano.

 

Luca Craia

Liquidata l'indennità di fine mandato per l'ex Sindaco Mancini.


 

È stata liquidata l’indennità di fine mandato all’ormai ex Sindaco di Montegranaro, Ediana Mancini, per quanto riguarda la seconda consiliatura. Essendo il compenso mensile del Sindaco di 2788.87 Euro lordi, l’indennità per il periodo che va dal 1 giugno 2019 al 31 dicembre 2019 risulta essere di € 1626.84, mentre la parte relativa al 2020, dal 1° gennaio fino alla data di dichiarazione di decadenza, il 16 dicembre, che risulta essere di € 2680.41.

 

Luca Craia