La calzatura è la nostra cultura, rappresenta le nostre radici, è quello che sappiamo fare, per cui siamo maestri nel mondo, l’orgoglio di Montegranaro. A Montegranaro si facevano scarpe quando il resto del mondo andava scalzo. Ci sono testimonianze antichissime, addirittura negli affreschi di Sant’Ugo, del 1299, sono rappresentate calzature di fattura preziosissima e finissima. Dire Montegranaro è stato, è e sarà per sempre dire calzature.
Però i tempi sono cambiati. È giusto e doveroso coltivare la nostra creatività e tutelare la nostra cultura imprenditoriale, ma purtroppo quello della calzatura è un settore che non permetterà mai più a Montegranaro di vivere su una monocoltura come è sempre stato. È una cosa che sappiamo da anni, ormai, ma che abbiamo fatto finta di non sapere. Non ci sono state innovazioni da parte del mondo dell’imprenditoria ma soprattutto la politica ha sempre fatto lo struzzo, tenendo la testa ben ficcata in terra e facendo finta di non vedere le varie ondate di crisi che piano piano hanno falcidiato un settore produttivo che fino a vent’anni fa era imponente e che oggi viene rappresentato da pochissime realtà ancora floride.
La crisi congiunturale preesistente unita a quella pandemica hanno accelerato il processo, e ora ci troviamo di fronte alla necessità di riconvertire una realtà lavorativa e imprenditoriale ferma da decenni su un’impostazione monoculturale. Bisogna ripensarci e reinventarci. La manifattura, in Italia, sta vivendo un momento difficilissimo, e non è solo la calzatura a subirne le conseguenze. Ma ci sono settori che offrono opportunità per il futuro, ed è il momento di ragionare su cosa vogliamo fare per mantenere la qualità della vita a cui siamo abituati.
Tocca a tutti, alla politica come al mondo imprenditoriale, ma anche alla forza lavoro, trovare stimoli e idee, e soprattutto l’intelligenza e l’elasticità per riconvertirsi e andare avanti. La parola “resilienza” tanto in voga al momento non può e non deve essere la nostra linea, perché non siamo noi a doverci adattare al mondo ma dobbiamo adattare il mondo a noi, alle nostre idee e ai nostri progetti. È il momento di far vedere di che pasta sono fatti i Montegranaresi, che sono ancora forti, creativi, geniali, come quelli che, anni fa, hanno conquistato il mondo partendo da un piccolo colle marchigiano che si affaccia sul mare. Ripartiamo da quel colle e pensiamo a un futuro grande come il nostro passato. Lo possiamo fare.
Luca Craia