venerdì 16 luglio 2021

17 luglio 2009, 17 luglio 2021. 12 anni di L’Ape Ronza.

 

Ed eccoci di nuovo qui, a festeggiare il compleanno, il dodicesimo, di questo blog. Lo festeggio, sissignore, perché in questi dodici anni questo spazio non ha avuto vita facile, anzi, hanno cercato di ammutolirlo o addirittura farlo chiudere in tutti i modi, e per mantenerlo vivo ho dovuto combattere. Ma, come dice Vasco, sono ancora qua, e già.

Il blog è nato per la possibilità datami dalle nuove tecnologie di rendere pubblici i miei pensieri in forma scritta, cosa che prima facevo comunque ma in maniera privata. La possibilità di aprire un blog prima e poi la pagina Facebook ha fatto sì che io potessi comunicare le mie riflessioni e condividerle, metterle in discussione, farle diventare qualche volta azione. E azione lo sono diventate. È grazie al mio impegno dal blog che è nata Città Vecchia, la prima associazione che ho pensato e fondato, anche se poi la storia ha preso un altro corso e quel progetto è diventato una cosa completamente diversa da quella che doveva essere nelle mie idee. E poi è nato il progetto Arkeo, partito come Archeo Club e poi maturato in una cosa più precisa e mirata per il territorio. Tutto è partito da qui.

Il blog è molto seguito; non lo dico io, lo dicono i numeri. Oggi L’Ape Ronza ha circa 50.000 lettori unici al mese, mentre su Facebook i numeri quadruplicano. Non sono numeri da Ferragnez, ma ne fanno il blog di attualità politica più seguito nel Piceno e uno spazio che viene letto, condiviso e ripubblicato in tutta Italia. Mi dicono che questo comporti delle responsabilità, e forse è anche vero. Ma io scrivo di riflessioni e pensieri, a volte do informazioni ma sempre dopo averle verificate, e a volte metto a disposizione il mio spazio perché altri possano dare le proprie comunicazioni. Il tutto è fatto cercando sempre di usare il buon senso, mai con l’intento di fare male, perché l’idea di fare male non mi appartiene.

Dopo 12 anni c’è anche un po’ di stanchezza. E, se c’è la soddisfazione di avere comunque creato qualcosa e, consentitemelo, cambiato qualcosa, c’è anche l’amarezza nel constatare che si sarebbe potuto fare molto di più se soltanto non ci fossero sempre di mezzo gli interessi personali, quelli che mi hanno mandato più volte in tribunale per farmene sempre uscire a testa alta, quelli che hanno distrutto progetti che potevano fare davvero molto e che sono naufragati o diventati altri per le brame altrui (per essere molto chiari mi riferisco a Città Vecchia, appunto, e allo “scisma” dell’Archeo Club con tutte le cattiverie e l’odio che ne sono seguiti). Ma pazienza. Intanto qualcosa si è fatto e magari si potrà fare in futuro.

Io continuo a provarci. Per quanto tempo ancora non lo so, magari altri 12 anni, magari altri 100, magari per altri 12 mesi, chi lo sa. Intanto, continuiamo a provarci, sempre con ottimismo, credendo in quello che si fa e facendolo con la massima onestà, che è l’unica strada.  

 

Luca Craia

mercoledì 14 luglio 2021

Omicidio stradale di Porto Recanati. Per la Cassazione l'appello è da rifare.


Porto Recanati, 2019. Nell'incidente, chiamiamolo così, morirono sul colpo. I figlioletti se la cavarono  dopo essere stati in coma ed essersela vista molto brutta. Il Marocchino che li uccise guidava senza patente ed era ubriaco e drogato. Aveva già causato altri incidenti e stava scappando quando invase la corsia opposta per trovarci la loro macchina. Fu condannato a 10 anni, condanna confermata in appello, per omicidio duplice e le aggravanti della guida senza patente, in stato di ebbrezza e sotto l'effetto dei farmaci. 

Ma l'avvocato dell'omicida ha frugato tra le tante leggi, leggine, cavilli e contraddizioni del nostro sistema ipergarantista e la Cassazione gli ha dato ragione: il processo di appello è da ripetere, perché le aggravanti non sono tali. Intendiamoci: non è che non sia vero che l'omicida guidasse senza patente, non è che non fosse drogato o ubriaco. È che il modo in cui il tutto è stato rilevato non è stato esattamente secondo le procedure. Quindi si rifarà il processo ma la pena verrà certamente decurtata. In Italia funziona così. Bravo l'avvocato, ma sarebbe bello che ci andasse lui a spiegarlo ai due piccoli sopravvissuti.


Luca Craia 


La scuola nelle Marche ricomincia il 15 settembre. Contributi per le scuole.

 


La scuola sembra appena finita ma già si comincia a pensare a quando riprenderà. Non è soltanto il fatto che il tempo passa svelto ma anche che occorre programmare bene visto il momento difficile che stiamo vivendo che impone particolari accorgimenti per garantire la sicurezza degli alunni. Per questo l’assessore all’istruzione della Regione Marche, Giorgia Latini, ha comunicato oggi la pubblicazione dell’avviso pubblico, riservato alle scuole marchigiane, per ottenere contributi per l’acquisto di impianti di sanificazione dell’aria.

“Il contributo è riconosciuto agli istituti scolastici delle Marche” spiega la Latini “per un massimo di 20 mila euro per Istituti fino a 800 studenti iscritti, 30 mila euro per Istituti fino a 1500 iscritti, 40 mila euro per Istituti con oltre 1500 iscritti. Il costo complessivo dell’intervento è di 3 milioni”. Destinatari sono “gli Istituti dell'infanzia, primaria e secondaria di primo grado (statali e paritari), gli Istituti secondari di secondo grado (statali e paritari), gli Istituti scolastici statali e paritari non commerciali con sede legale o operativa nella Regione Marche”.

Quindi si tornerà a scuola in sicurezza il 15 settembre prossimo, per 204 giorni, fino al 4 giugno 2022. Ma adesso, ragazzi, non ci pensate e godetevi le meritate vacanze.

 

Luca Craia

 Il Difensore Civico dà ragione a Giacomo Rossi. Il Consorzio di Bonifica deve fornire gli atti richiesti dal consigliere regionale


Comunicato integrale 

Il capogruppo regionale dei “Civici Marche” Giacomo Rossi, rende noto ai marchigiani e a chi paga il contributo consortile il comportamento del Consorzio di Bonifica delle Marche, un atteggiamento che si protrae da mesi e che lo stesso consigliere definisce “grave”.

E’ evidente ormai l’ostilità nei confronti del sottoscritto, un comportamento, quello del Presidente del Consorzio, che si è negativamente acuito forse perché quattro mesi fa ho presentato una proposta di legge di riforma del Consorzio stesso, che al suo interno prevede anche l’abolizione della tanto odiata tassa di bonifica? 

Lo scorso mese sono stato costretto a rivolgermi a Prefetto e Difensore civico regionale – prosegue Rossi - per far valere le mie prerogative di figura istituzionale quale consigliere regionale.

Questo perchè lo scorso 28 aprile scorso Rossi avevo chiesto al Consorzio di Bonifica una serie di documenti e di informazioni utili sull’attività del medesimo ente. Dopo un mese di silenzio da parte del Consorzio mi sono visto costretto – continua il capogruppo dei Civici – a chiedere l’intervento del Difensore civico regionale, inviando il sollecito anche alla Giunta regionale, al Prefetto di Ancona, alla Dirigente regionale avente Funzione sugli “Interventi nel Settore Forestale e Irrigazione”e alla Corte dei Conti.

La Dirigente Regionale competente mi ha risposto sollecitando al contempo il Presidente del Consorzio di Bonifica nel dovermi fornire la documentazione richiesta forte del fatto che il Regolamento interno di Organizzazione e Funzionamento dell’Assemblea Legislativa regionale stabilisce il pieno esercizio di accesso agli atti di un consigliere regionale soprattutto se si tratta di un ente a diretto controllo della Giunta regionale.

“A questo punto mi sarei aspettato l’invio della documentazione da parte del Consorzio – continua Rossi – invece mi è pervenuta una lettera asettica da parte del presidente del Consorzio Claudio Netti, il quale rispondeva alla Dirigente regionale indirizzando solo per conoscenza al sottoscritto la missiva stessa. In questa lettera il Presidente del Consorzio ha reiterato il mancato accesso atti adducendo le giustificazioni più diverse. Ho pertanto deciso – dichiara Giacomo Rossi - di inoltrare immediatamente istanza al Difensore Civico Regionale al fine di un intervento risolutivo. Ringrazio il Garante e gli uffici che hanno istruito la mia domanda poiché il medesimo Garante mi da ragione su tutta la linea, infatti l’avv. Giulianelli afferma che la pratica di istanza del consigliere Rossi debba essere riesaminata, per concedere a quest’ultimo di accedere a tutti gli atti richiesti, in virtù dell’art. 25 comma 4 della Legge n. 241/1990.

Giacomo Rossi: “Sono soddisfatto di questa decisione da parte dell’ufficio del Difensore Civico che ovviamente ringrazio. Auspicavo pertanto di ricevere quanto da me richiesto il prima possibile, poiché questi documenti servono per supportare la mia proposta di legge al vaglio della II Commissione e per dimostrare all’Assemblea legislativa e ai cittadini, le tante falle del Consorzio di Bonifica. Nel frattempo – prosegue Rossi – mi sono anche mosso presso l’Anac (Autorità Nazionale Anti Corruzione), segnalando alcune situazioni relative alla sezione Amministrazione Trasparente del sito internet del Consorzio di Bonifica”.

Non pago del sollecito del Garante oggi ci è pervenuta un ulteriore lettera del Presidente del Consorzio di Bonifica il quale ribadisce che i documenti sono consultabili sul sito del medesimo anzi, Netti afferma che il sottoscritto, consigliere regionale, “pretende documenti esercitando funzioni al di fuori delle sue prerogative istituzionali”! L’invito di Netti ad un incontro a tre presso il Garante Regionale a mio avviso è solo un volere prendere - e perdere - ulteriore tempo e distogliere l’attenzione su tutta la documentazione che il sottoscritto ha richiesto ma che, a distanza di diversi mesi, non ha ancora ricevuto.

C’è pertanto ancora molto da fare su questo fronte – conclude Rossi – anche perché mi giungono ogni mese diverse segnalazioni da parte di cittadini o dei loro avvocati sui comportamenti e sulle azioni del Consorzio di Bonifica che mi confermano la necessità di una adeguata riforma del Consorzio e che la mia proposta di legge farà in modo che avvenga”. Quindi il Presidente Netti non faccia perdere inutilmente altro tempo, ci fornisca nella massima trasparenza i documenti richiesti senza invocare ancora ulteriori incontri.

No al green pass obbligatorio? Non è inspiegabile, ma è irresponsabile e molto deludente.

 

La posizione della destra italiana sull’obbligatorietà del green pass per accedere a locali ed eventi, in particolare di Meloni e Salvini, non è inspiegabile, è irresponsabile. Per spiegare si spiega, visto che la stragrande maggioranza dei no vax o, quantomeno, di quelli che il vaccino non se lo vogliono fare per i più svariati motivi, appartiene all’elettorato di destra. Rimane quindi l’irresponsabilità. Perché l’obbligatorietà del green pass non è un obbligo vaccinale, è solo l’obbligo di salvaguardare il bene comune sacrificando la volontà del singolo che rimane libero di non vaccinarsi ma meno libero di fare danni agli altri.

Obbligare il green pass per accedere a un locale significa salvaguardare quel locale da eventuali nuove chiusure in caso di ripresa della pandemia come pare ci si aspetti. E significa che chi si è vaccinato potrà condurre una vita molto simile alla normalità anche con una situazione epidemiologica che torna a complicarsi. Significa che l’economia non dovrà bloccarsi di nuovo, che la cultura potrà ricominciare a lavorare, che si potrà andare al cinema, ai concerti, al teatro e anche a mangiarsi una pizza nonostante ci siano aumenti dei contagi.

E un po’ significa anche incentivare le vaccinazioni, perché quelli che non si vaccinano per poco altruismo troveranno finalmente un motivo vantaggioso per farlo. Opporsi all’obbligatorietà del green pass, quindi, è solo una mera questione elettorale, decisamente poco responsabile e molto ma molto deludente.

 

Luca Craia