martedì 20 luglio 2021

Il centro storico non può essere un parco giochi.

 

Il centro storico di Montegranaro ha sempre meno abitanti ma c'è chi lo considera un luogo dove fare festa ed eccedere. Del resto, negli ultimi anni, il messaggio che ha dato l'Amministrazione Comunale è stato questo: qui non ci sono regole. Le regole ci sarebbero, se non bastassero educazione e buon senso. C'è un regolamento comunale che fissa modi e tempi per fare festa, con orari precisi e indicazioni per il rispetto delle persone e dei luoghi. Ma le regole, sempre a parte educazione e buon senso, sono state disattese per anni, e per primi c'erano esponenti dell'amministrazione pubblica. E il sottoscritto, reo di denunciare questi episodi irrispettosi, è stato preso di mira fino ad arrivare a una delibera di giunta che minacciava, me e qualche giornalista che aveva denunciato la situazione, di azioni legali.
Oggi assistiamo a festini notturni che durano fino al mattino, con disturbo della quiete pubblica e deturpamento dei luoghi (in foto, un angolo di corso Matteotti dove la notte scorsa si sono dedicati alla vomitata collettiva), e la gente che chiama le Forze dell'Ordine non ottiene niente. Altri preferiscono lamentarsi sottovoce per quieto vivere e non inimicarsi qualche personaggio. Fatto sta che qui chi può fa come gli pare, e il centro storico, che alcuni dei protagonisti di queste vicende sembrano avere tanto a cuore, degrada ancora e sempre di piu. I politici, tutti, quando non ballano cantando in coro "chi non salta L'Ape Ronza è", tacciono.

 

Luca Craia

Carlo Giuliani: dalla violenza nasce solo violenza. Questo è quello che dobbiamo ricordare del G8 del 2001

 

I fatti del G8 del 2001 sono complessi e non possono essere analizzati tutti insieme, perché di cose ne sono accadute tante, e tutte molto gravi. Vedo in questi giorni fare tranquillamente di tutte le erbe un fascio, soprattutto tra i terribili accadimenti della Diaz e la morte di Carlo Giuliani. Quello che è accaduto nell’ex caserma Diaz non ha niente a che vedere con la morte del giovane estremista: è un episodio gravissimo che costituisce una macchia indelebile sulle Forze dell’Ordine e, proprio per questo motivo, va ricordato come monito perché non accada più. È proprio quella la gravità più pesante: il danno alla fiducia del Popolo Italiano verso chi deve tutelare ordine e sicurezza, oltre ovviamente alla violenza gratuita perpetrata ai danni di persone inermi. Un episiodio già stigmatizzato e analizzato che non può essere dimenticato per non ripetersi.

La morte di Giuliani è un’altra cosa. Strumentalizzata, diventata qualcosa di estremamente diverso da quello che era ed è nella realtà, l’uccisione di Carlo Giuliani è un episodio tristissimo che vede da una parte un giovane idealista, con scarse capacità di confronto dialettico e una forte propensione alla violenza, cercare di utilizzare quest’ultima per fare del male, per quanto evidentemente nella sua mente fosse convinto di lottare per chissà quale ideale e quale giustizia. Dall’altra parte un altro giovane che ha solo difeso la propria vita, facendolo con una reazione umanissima di autoconservazione. Carlo Giuliani non è un martire come è stato dipinto allora dalla politica che lo ha utilizzato per i suoi scopi e come si sta cercando di dipingerlo ancora, sempre per i medesimi motivi. Carlo Giuliani però è una vittima: vittima dell’ideologia estremizzata, vittima di una politica che rifiuta la dialettica come unica forma di confronto, vittima di un contesto sociale che falsava e tuttora falsa la realtà. E vittima di se stesso, della sua giovane età, dell’irruenza a essa legata, e comunque vittima della sua stessa violenza.

L’episodio di Giuliani è avvenuto quando i social ancora non esistevno. Oggi vediamo quella violenza serpeggiare sulle piattaforme digitali dove è stato riversato il confronto politico e le rivendicazioni sociali. È una violenza virtuale che rischia di diventare reale, e talvolta lo diventa. La vedo aumentare giorno per giorno, questa violenza, che rimane inespressa nei fatti come una molla che si carica sempre di più e sempre più pericolosamente. E c’è chi si adopera quotidianamente per caricarla. È molto pericoloso quello che si sta verificando. Credo che guardare i fatti di Genova e, in particolare, la tragedia di Carlo Giuliani possa servirci da monito per capire che con la violenza si ottiene solo violenza e sangue, e che l’unica via rimane sempre e solo quella del dialogo costruttivo e civile.

 

Luca Craia

 

lunedì 19 luglio 2021

Turisti a Montegranaro. È ora di finirla con le favole e lavorare sul serio sul futuro.


È un'estate di ripresa, di ritorno alla normalità, si spera definitivo. Nelle Marche stanno arrivando molti turisti e qualcuno ne arriva anche a Montegranaro. Ce ne sono che arrivano per caso e ce ne sono, la maggior parte, che arrivano perché è stata fatta promozione. La promozione l'ho fatta io, per essere chiari, l'ha fatta Luca Craia. A luglio abbiamo ospitato e fatto visitare Montegranaro a una cinquantina di persone, alcune accompagnate da me o da altri soci di Arkeo, altre seguite da Chiara Strappa della Biblioteca Comunale. È un piccolo flusso, ma è un punto di partenza, anzi, di ripartenza. Consideriamo che, prima del terremoto e prima che l'Amministrazione Comunale mi dichiarasse guerra affidandosi in maniera pressoché fallimentare a gente che millantava esperienza mai avuta, eravamo arrivati a gestire, come associazione e senza l'aiuto di nessuno, un migliaio di visitatori l'anno.

Quindi il turismo a Montegranaro si può fare. E si può creare una piccola (ma forse neanche tanto piccola) economia basata sul turismo culturale. E questa potrebbe essere non solo una nuova fonte di lavoro e benessere per una parte dell'economia cittadina, ma anche la chiave per risolvere antichi e complessi problemi come quello del degrado del centro storico. A proposito di centro storico, apro una parentesi: stamattina, accompagnando un piccolo gruppo di visitatori da Piacenza, mi sono veramente vergognato delle condizioni indecenti di alcune vie, come vicolo del Rialto, diventato un vero e proprio letamaio.

Torniamo al turismo. Quest'anno si vota e vedrete quante nuove favole ci racconteranno. Io non ci credo più, anche perché a raccontarle ci saranno gli stessi che in passato, quando è andata bene, non hanno fatto niente e quando è andata male hanno fatto danni. Dal canto mio, mi metto ancora una volta a disposizione di chiunque andrà ad amministrare il paese. Non devo dimostrare nulla sull'esperienza che ho e sui progetti che ho messo in campo nel tempo. Spero di trovare finalmente un interlocutore con cui collaborare e iniziare un percorso serio, ma di favole ne ho sentite troppe. Stiamo a vedere.


Luca Craia 

La promessa di Chiara Strappa a Enzo Conti: a Montegranaro il corso di formazione per volontari Nati per Leggere

 


Nati per Leggere  È un progetto nato per incentivare la lettura Fin dalla più tenera età. Lavora a livello nazionale con circa  10000 volontari e operatori, e queste persone vanno formare. Una volta formati, gli operatori creano momenti di diffusione dell'uso alla lettura nelle biblioteche, negli studi pediatrici e in altre situazioni dove si riescano a coinvolgere i bambini e le loro famiglie. I risultati sono lusinghieri, perché si stima che, con questi progetti, Nati per Leggere riesca a raggiungere un bambino su quattro.

È motivo di orgoglio, quindi, che Montegranaro sia stato scelto come sede di uno dei corsi di formazione per volontari di NpL. Ma è anche di grande utilità, perché così anche Montegranaro avrà i suoi volontari NpL, con la possibilità di creare e gestire direttamente progetti per avvicinare i bambini al mondo dei libri. La biblioteca di Montegranaro è iscritta a Nati per Leggere dal 2007, ma non è mai riuscita a creare la sua rete di volontari. 

La direttrice della biblioteca, Chiara Strappa, aveva promesso al fondatore, Enzo Conti, di riportare Nati per Leggere a Montegranaro ed è proprio per onorare questa promessa, oltre che per dare un importante opportunità al paese, che ha messo tutto l'impegno per ottenere questo corso. 

Il corso si terrà il 27 e il 28 agosto prossimi presso la sala dei convegni di Palazzo Francescani. Ci si iscrive compilando il form a questo indirizzo (CLICCA QUI PER IL FORM) entro il 21 luglio, per cui occorre affrettarsi.


Luca Craia 

venerdì 16 luglio 2021

Oggi è venerdì e le Marche sono ancora in zona bianca. Le raccomandazioni di Acquaroli: tenere alta l’attezione.

 

Siamo in zona bianca anche per la prossima settimana: in barba al terrorismo mediatico messo in campo dai maggiori organi di informazione, le Marche non solo restano zona bianca (il venerdì vengono stabiliti i colori delle zone) ma si assestano su un tasso di positivitò più basso della media nazionale. Ma bisogna restare accorti e continuare a fare attenzione per mantenere la situazione com’è, perché un indietreggiamento non ce lo possiamo proprio permettere. Le parole del Presidente della Regione Marche, Francesco Acquaroli:

“Oggi è venerdì, il giorno in cui viene attribuita alle Regioni la classificazione in fasce. Come avevamo già annunciato, la nostra regione è rimasta in zona bianca, con un tasso di incidenza ad oggi di 14,9 nuovi positivi settimanali ogni 100 mila abitanti, quando la media nazionale è di 19. Un dato che ci posiziona sotto la media e ci fa conservare, almeno per ora, un ampio margine di sicurezza, perché ricordo che per entrare in zona gialla bisogna raggiungere i 50 nuovi positivi settimanali ogni 100 mila abitanti.

Quello che accadrà poi nelle prossime settimane nessuno ad oggi è in grado di dirlo, e per questo bisogna continuare sempre a tenere altissima l'attenzione e a non sottovalutare in nessun modo i rischi, siamo nel mezzo di una pandemia con tutto quello che ne consegue. Ma ad oggi, con 11 ricoverati per Covid nelle nostre strutture sanitarie regionali, possiamo affermare che il rischio di tornare in zona gialla è lo stesso rischio delle altre regioni italiane. Rivolgo infine un appello a tutti gli organi di informazione, affinché nel dare le informazioni facciano attenzione a non creare allarmismi infondati che risultano poi essere dannosi per la credibilità del sistema oltre che con effetti economici devastanti”.

 

Luca Craia