È davvero
sciatta, a tratti grottesca, la polemica di Conte contro la RAI rea, a suo
dire, di avere “scelto di escludere, fra tutte le forze dell'arco parlamentare,
unicamente il Movimento 5 Stelle, partito di maggioranza relativa grazie a 11
milioni di elettori”. Conte continua a ritenersi a capo di un partito che
rappresenta la maggioranza relativa quando sa benissimo di non rappresentarla
più da un bel po’, anzi, di essere alla guida ormai di un partitino.
E se i numeri gli danno ragione in Parlamento fino al
momento in cui si voterà di nuovo, per quanto riguarda le nomine RAI questi
numeri dovrebbero valere zero, almeno secondo le logiche stesse del Movimento 5
Stelle che, se ben ricordo, ha sempre lanciato strali, e aggiungerei
giustamente, contro la lottizzazione delle nomine. Salvo poi lamentarsi di non
aver partecipato alla suddetta lottizzazione ultima in ordine cronologico. Ma
se sei contro la lottizzazione, tienitene fuori.
L’idea poi dell’ “Aventino” nei confronti dei programmi
Rai mi pare di una puerilità sconfortante. Se Conte rinuncia ad apparire sulla
TV nazionale, è un problema di Conte, della sua comunicazione, della sua
strategia. Certamente non creerà problemi alla RAI. Caro Avvocato, i tempi
della scuola materna sono lontani, se ne rende conto?
Luca Craia