martedì 7 dicembre 2021

Il dolce di Natale

 

Il rito del Frustingo cominciava una mesata prima di Natale, quando nonna andava da Mimi, il negozietto di generi alimentari, pieno di profumi e leccornie, che stava proprio di fronte casa nostra, a ordinare gli ingredienti. Perché, per fare un frustingo come si deve, occorrono ingredienti di primissima qualità. E Mimi era l’unica spacciatrice di queste prelibatezze. Prima di tutto i fichi secchi, poi i canditi, le noci, preferibilmente di Sorrento. Una volta arrivato tutto l’occorrente si riuniva la congrega delle donne.
Infatti il frustingo è un dolce che va fatto in gruppo, dove in genere c’è la specialista che conosce esattamente le dosi per farlo davvero speciale. Le altre donne fanno il lavoro manuale ma la specialista detta le istruzioni, le dosi, i ritmi di lavoro. A casa mia si riunivano le donne del vicinato: nonna Peppa, Marì de Baffì, la stessa Mimi, Pia, Fidarma. Poi c’era la specialista, Eda de Vastò, che in quell’occasione diventava capa capessa, leader indiscusso della congrega. Nonostante fossero anni e anni che tutte queste donne assistevano Eda nella preparazione del Frustingo, nessuna di loro era in grado di usurparle il ruolo di specialista.
Così, la settimana prima di Natale, in un pomeriggio convenuto, la congrega si riuniva, in genere a casa mia perché era quella con la cucina più grande, per preparare il frustingo comune al vicinato. La cucina diventava laboratorio alchemico e tutta la magia di quelle mani sapienti, che impastavano, sminuzzavano, mantecavano, versavano davano vita a un momento di pura poesia, fondamentale nella creazione dell’atmosfera natalizia tanto quanto presepe e albero.

Una volta pronto l’impasto veniva versato nelle teglie d’acciaio che ogni donna aveva portato con sé. Queste teglie dovevano andare in forno, ma non il forno di casa, perché per cuocere il frustingo ci vuole un forno potente. Una volta c’era quello a legna ma già all’epoca di cui vi parlo non ce l’aveva più nessuno. Per cui le donne, in processione, portavano ognuna la sua teglia al forno di Americo, poche decine di metri lontano. Lì, la mattina dopo, il rito del frustingo, questa magia natalizia tutta nostra, aveva il suo compimento. L’aria del centro storico si riempiva del suo odore dolciastro ed era Natale.

Non rimaneva che portare a casa, ogni donna alla sua, il dolce ben cotto e difenderlo per qualche giorno dagli attacchi di mariti, figli e generi. A casa mia nonna lottava a spada tratta con babbo che difficilmente sapeva resistere. Il frustingo doveva maturare qualche giorno, una volta cotto. Così era pronto giusto giusto per la Vigilia di Natale quando, durante la tombola del dopo cenone, si inaugurava tagliando la prima fetta.

Luca Craia



Foto: Italian Food Academy

lunedì 6 dicembre 2021

Incontro tra Ubaldi e Zincarini e il Direttore Generale Area Vasta per la guardia medica. Si cerca una soluzione.


Comunicato integrale

 

Si è svolto l' incontro fra il Sindaco di Montegranaro Endrio Ubaldi accompagnato dall'Assessore ai servizi sociali Anna Lina Zincarini ed il Direttore Generale dell'Area Vasta 4 Dott. Grinta accompagnato dal Dott. Corsi Direttore delle Cure Primarie. Gli amministratori montegranaresi hanno ribadito la ferma contrarietà alla situazione venutasi a creare negli ultimi giorni in relazione alla mancata presenza della guardia medica presso il presidio ospedaliero ed hanno anche richiesto un maggior orario per le prestazioni specialistiche ambulatoriali, oltre all'opportunità una volta cessata l'emergenza di far diventare il Presidio Ospedaliero un punto di Primo Intervento.

Il Direttore Generale ha subito chiarito che la postazione di guardia medica notturna non è stata assolutamente soppressa e che non corrisponde al vero che nelle scorse settimane la stessa sia sempre stata chiusa. In alcuni giorni, in particolare nei fine settimana, mancando alcuni medici, sono rimaste aperte delle sedi in cui vi sono le cure intermedie e dove vi sono dei medici che hanno la titolarità per tali sedi. Stante la forte mancanza di medici nell'immediato sarà impossibile garantire la presenza della guardia medica 7 notti su 7, sebbene, a meno di un numero elevato di assenze improvvise fra i medici, nei 5 giorni feriali dal lunedì al venerdì la presenza notturna dovrebbe essere certa, mentre il sabato la presenza sicura sarà dalle ore 10 alle 20 e la domenica dalle ore 8 alle 20 con la possibilità nell'arco di un mese di qualche presenza notturna anche al fine settimana.

Oltre tale soluzione al momento non è possibile per i vertici dell'area vasta, che hanno assicurato un aumento delle ore per le prestazioni specialistiche di cardiologia e fisiatria, mentre per la richiesta riguardante il punto di primo intervento, al momento non è possibile fare programmi, in quanto con i fondi del PNRR vi sarà un sostanziale cambiamento di tutto il sistema assistenziale ed emergenziale.  Il Sindaco e l'Assessore ai Servizi Sociali pur apprezzando lo sforzo di cercare di far essere presente la guardia medica tutti i giorni, sebbene senza le notti del sabato e della domenica, hanno ribadito la loro contrarietà a questa gestione dei servizi notturni, che di fatto mette il 5° Comune come numero di abitanti della Provincia di Fermo per l'ennesima volta in ambito sanitario, in una posizione svantaggiosa rispetto ad altri centri. Gli stessi hanno ricordato come anche per la Potes assicurata in un primo momento a Montegranaro in passato sia stata fatta un'ingiustizia ai danni della collettività veregrense ed hanno anticipato che faranno presente tale situazione a livello regionale, affinché si rivedano le scelte passate sulle titolarità a livello di guardie mediche, che penalizzarono ancora una volta Montegranaro.

Il Direttore Generale ha chiesto di poter avere un po' di tempo in più per approfondire meglio l'intera questione, non escludendo nemmeno di rivedere le scelte finora portate avanti, dicendosi disponibile anche a verificare la possibilità di aggiungere altre prestazioni ambulatoriali a breve termine.

 

 

Il Sindaco Endrio Ubaldi

L'Assessore ai Servizi Sociali Anna Lina Zincarini

Una candela alla finestra per la Venuta, per la famiglia, per la comunità.


La notte tra il 9 e il 10 dicembre è, nella nostra tradizione, il momento in cui gli angeli portarono in volo la Santa Casa di Nazareth a Loreto. È una bella tradizione, che ricorda la Sacra Famiglia e l'istituzione stessa della famiglia come fondamento della nostra società, della nostra cultura e delle nostre comunità. La stessa tradizione voleva l'accensione di falò maestosi a indicare agli Angeli la strada per Loreto.

È un momento delicato per la nostra comunità cittadina di Montegranaro, messa a dura prova dai problemi economici e dalla pandemia. Una comunità che, però, di sta ritrovando e sta ricostruendo la sua unità. Perché è la comunità, basata sulla famiglia, che costituisce il fondamento della società, il primo luogo di coesione e mutua assistenza.

Per questo lancio un appello ai Montegranaresi: accendiamo il nostro piccolo falò familiare, la notte tra il 9 e il 10 dicembre, per guidare gli Angeli e per guidare noi stessi, la nostra famiglia e la nostra comunità cittadina verso un luogo sicuro, verso la coesione, l'aiuto reciproco e l'unità data dall'amore vicendevole tra gli uomini. Una candela alla finestra, accesa la sera del 9 dicembre, a testimoniare la nostra appartenenza a una comunità, la nostra voglia di essere uniti, la nostra necessità di amore vicendevole superando le tante divisioni. Un simbolo, semplice e immediato, per dire che Montegranaro c'è, e conta su una comunità forte e unita. Una semplice candela alla finestra per dire "io ci sono". Sarà bello anche mantenere la candela accesa fino a Natale.

Postate le vostre foto sul gruppo Facebook Montegranaro Social con l'hashtag #accendiamomontegranaro e poi contiamoci. Sono sicuro che saremo tanti.

 

Luca Craia