Comunicato integrale
In occasione della Giornata contro la Violenza sugli operatori sanitari, la vice-presidente della Commissione Sanità deposita una mozione per un intervento organico
Si avvicina il 12 marzo, giornata che dal 2020 è dedicata all’ “educazione e prevenzione contro la violenza nei confronti degli operatori sanitari e socio-sanitari”: tema, purtroppo, più urgente che mai.
Secondo le stime dell’OMS il 50% degli operatori socio-sanitari ha infatti subito almeno un atto di violenza sul luogo di lavoro: particolarmente esposti sono gli infermieri, che secondo l’INAIL subiscono la metà delle aggressioni, circa 5 mila ogni anno, nel 58% dei casi arrivando a vere e proprie minacce fisiche.
E si sono infatti moltiplicate, negli ultimi mesi, le denunce di aggressioni ai sanitari, in particolare ai Pronto Soccorso di Torrette e di Pesaro: forti le proteste degli operatori, che hanno chiesto interventi urgenti.
Ecco quindi la mozione promossa dalla consigliera regionale Simona Lupini (Gruppo Misto), Vice-Presidente della Commissione Sanità, che invita la Giunta a attivare specifici interventi per aumentare la sicurezza nelle strutture sanitarie.
“La situazione è molto grave, soprattutto nei Pronto Soccorso, servizi di emergenza urgenza 118 e reparti di psichiatria, dove si concentrano le aggressioni: ci sono già alcuni progetti pilota sulla prevenzione, come quelli di Marche Nord, ma servono interventi omogenei su tutto il territorio regionale - commenta la consigliera, che viene proprio dal settore sociosanitario.
“Servono sicuramente misure specifiche di riduzione del rischio, e poi dobbiamo anche preparare gli operatori a gestire queste situazioni pericolose, con le tecniche di “descaling” - continua la consigliera, entrando nel dettaglio delle possibili misure da attivare - Pensiamo anche al “dopo”: le vittime di aggressione hanno bisogno di sportelli o ambulatori dedicati, per ricevere cure fisiche e psicologiche”.
“La dignità del lavoro passa ovviamente per la sicurezza degli operatori: le condizioni di lavoro degli operatori sociosanitari sono diventate sempre più critiche in questi anni, e non possiamo chiedergli di mettere a rischio anche la loro incolumità - conclude la Lupini - Va anche fatta una riflessione a tutto campo sulla nostra società: se c’è questo boom di situazioni pericolose, significa che nel corpo sociale c’è una dose di violenza, di paura, di disagio psicologico, che è forte e radicata: sempre di più, dobbiamo andare verso una concezione integrata del benessere, che sia al contempo sociale e psicologico, fisico e mentale.”