Carissimi concittadini di Montegranaro, vi scrivo queste righe nel giorno della festa di San Giuseppe, per condividere con tutti voi il mio stato d’animo a una settimana esatta dall’annuncio pubblico della nomina ad Arcivescovo Metropolita di Pesaro (vi spiegherò in seguito il significato di questo strano titolo) per decisione di Papa Francesco. Credo che a tanti siano ormai noti diversi particolari di quanto avvenuto, riportati dalla stampa o dai social, ma qui desidero scrivere a voi con il cuore in mano. Non si tratta del saluto, perché avremo ancora tempo per farlo, ma di una semplice condivisione. Uno dei primi sentimenti che ho provato a seguito della famosa telefonata dalla Nunziatura Apostolica – che pensavo fosse del solito call center che ti propone contratti commerciali – dopo lo smarrimento iniziale davanti a un annuncio totalmente inatteso, è stato di dolore nel pensiero di dover presto lasciare la comunità di Montegranaro. Avevamo da pochi giorni vissuto il distacco doloroso da don Lambert, ritornato nel suo Paese, il Camerun, dopo cinque anni di servizio pastorale e perciò ho pensato: “Noooo! Un’altra separazione! E come faccio a dirlo ai parrocchiani?!”. Ecco, il primo pensiero siete stati tutti voi: storie, volti, dolori, speranze, gioie che hanno segnato sette anni e mezzo, letteralmente volati via, vissuti in mezzo a voi e con voi. Alla notizia resa pubblica nella mia nomina episcopale siete stati carini nell’aver voluto manifestare verso di me in tantissimi le congratulazioni, ma non avete nascosto il dispiacere, talvolta le lacrime, per l’annuncio di una nuova partenza. Poi, man mano che passava il tempo, soprattutto nelle ore di veglia notturna (se l’insonnia è una malattia “professionale” dei vescovi non mi rasserena molto) si è fatto strada un pensiero: ogni “distacco”, se vissuto nell’ottica della fede e della speranza, è preludio di vita nuova. Basta pensare alla maternità: la nascita di un bambino esige la separazione dalla madre, altrimenti l’esito è la morte. Io prego il Signore perché questo nuovo distacco non sia vissuto come un “lutto”, ma lasci sprigionare una forza “generativa”. La comunità cristiana montegranarese ha un laicato maturo, allenato all’impegno e dotato di spirito di iniziativa. Sono sicuro che saprete accogliere, come avete fatto con me, il nuovo parroco che l’Arcivescovo Rocco invierà a Montegranaro e sarete capaci di camminare in comunione con lui, seguendo gli impulsi dello Spirito per continuare la missione di annunciare e testimoniare la gioia del Vangelo in mezzo a questa città benedetta e amata. Mi permetto ora di chiedervi un’ultima cosa: non dimenticate di pregare per me! Che Dio vi benedica tutti! Vostro,
don Sandro