venerdì 24 marzo 2023

La Sutor domenica in trasferta a P.to Recanati. Verdecchia: «Pronti a dare battaglia da qui a fine stagione»

Ultima trasferta della regular season per la Sutor Montegranaro che domenica alle ore 18:00, nel campo dell'Attila Junior Porto Recanati, cercherà di ottenere la quinta vittoria consecutiva fuori dalle mura amiche per concludere al meglio il campionato.

Impresa titanica per i gialloblu che di fronte si troveranno una squadra che viene da una striscia positiva di 4 partite ed è seconda in graduatoria per punti fatti durante la stagione e che occupa la terza posizione nel ranking, a pari punti con il Bramante Pesaro. Un roster di giocatori del calibro di Centanni, Gurini, Fraga, Gamazo e dall’ex Sutor Gianluca Tibs, ben allenati da coach Scalabroni, anche lui ex sutorino che a Montegranaro è stato l'assistant coach di Ciarpella in serie B nella stagione 2020/21.

I ragazzi di coach Patrizio, invece, si presenteranno al PalaMedi quasi certamente con due assenti pesanti: si tratta dell'argentino Sergio Rupil e di Simone Mentonelli, costretti a dare forfait dopo gli infortuni nell'ultimo turno di campionato contro Valdiceppo. Largo dunque alla linea verde che, nell'arco della stagione, è stata spesso chiamata in causa rispondendo sempre presente nelle rotazioni. Come Leonardo Verdecchia, play classe 2004, cresciuto nel settore giovanile che si sta guadagnando sempre più spazio all'interno del roster.

Leonardo, com’è lo stato d’animo all’interno della squadra dopo gli ultimi risultati positivi?

All’interno dello spogliatoio, dopo gli ultimi risultati positivi, c’è un clima di grande tranquillità e consapevolezza del bellissimo gruppo che abbiamo creato in questi 6 mesi e abbiamo una grande voglia di dimostrarlo in questo finale di stagione.

Come vi siete preparati per affrontare Porto Recanati?

Porto Recanati è una delle squadre più forti del nostro campionato ma nonostante le condizioni non ottimali che ci accompagnano da tutta la stagione, abbiamo preparato la partita al massimo delle nostre capacità con la  nuova mentalità che abbiamo nel girone di ritorno per riuscire a giocarcela fino alla fine. Speriamo in un finale diverso rispetto all’andata.

Sei soddisfatto della tua stagione?

Sono molto soddisfatto della mia stagione, sopratutto della seconda parte dove ho iniziato a giocare un po di più. Sto cercando sempre di dare il massimo in campo, grazie anche alla fiducia e ai consigli dello staff e della squadra, per aiutare il team in questo finale di stagione.

Che ruolo reciterete nei playoff?

Sicuramente nel girone di ritorno siamo una squadra totalmente diversa, che ha dimostrato di giocarsela con tutti sopratutto in casa grazie al calore dei nostri tifosi che vengono sempre numerosi ad ogni partita. Le partite di playoff hanno un’intensità diversa ma siamo pronti a dare battaglia in tutte le partite fino alla fine.

Palla a due fissata per ore ore 18:00 di domenica 26 marzo presso il Palasport E. Medi di Porto Recanati. Il match sarà visibile su EmmeTv, canale 89 del digitale terrestre nelle Marche o sul canale YouTube @VideoreporterIsidori.

Ufficio Stampa Sutor Basket Montegranaro


 

Le pietre che parlano: l’antica Pieve del SS. Salvatore

Montegranaro è un paese che ha distrutto molto del suo patrimonio storico e artistico, ma qualcosa si è salvato. Solo che ci sono beni difficili da vedere perché sono nascosti, occultati dal tempo e da costruzioni successive che li hanno chiusi in delle bolle temporali dove sono rimasti intoccati e inviolati per secoli. È il caso della Pieve del SS. Salvatore, che credo nessuno Montegranarese vivente abbia mai visto tranne pochissime eccezioni.
Chiariamo una cosa: la parrocchia del centro è intitolata al SS.Salvatore mentre la chiesa della Pievania a San Francesco. Questa intitolazione deriva appunto dalla chiesa della Pieve (da qui anche il termine pievano – pievania) che fu il nucleo primario attorno al quale avvenne l’incastellamento che creò il paese di Montegranaro.

Si è sempre pensato che della pieve non fosse rimasto nulla e che al suo posto ci fosse il teatrino della Pievania che, comunque, ancora custodisce alcuni stucchi appartenenti all’abside della chiesa seicentesca. L’unica traccia evidente della Pieve è il portale murato che si affaccia lungo corso Matteotti nonché una monofora distante pochi metri.
Ma nel 2013, durante le esplorazioni degli ipogei effettuati da Arkeo e Cai, mi infilai per caso in uno stretto cunicolo posto dietro il palco del teatrino e quando ne sbucai, coperto di ragnatele, mi ritrovai in un vano buio che, una volta illuminato con una torcia, rivelò delle pareti affrescate e una finestra monofora murata affacciata in direzione nord-est. Era chiaro che si trattava di una porzione della Pieve, probabilmente una sacrestia.

Gli affreschi sono purtroppo illeggibili, ma la loro presenza testimonia una grande preziosità dei decori della chiesa più antica, mentre la fattura della monofora richiama lo stile romanico-gotico del portale. Non sto a descrivervi la sensazione che provai nel rendermi conto di essere entrato in un luogo in cui nessuno aveva messo più piede per secoli.
È un tesoro purtroppo non visibile a tutti ma lo potrebbe diventare in futuro con alcuni accorgimenti e un discreto investimento, un investimento di cui non può certo farsi carico la Parrocchia. Anche in questo caso sarebbe auspicabile il sostegno economico di qualche privato davvero innamorato del proprio paese, in modo da rendere fruibile anche questo bene prezioso e nascosto.

 

Luca Craia


 

giovedì 23 marzo 2023

Le pietre che parlano: il mulino fortificato del Chienti.

Quello che a Montegranaro chiamiamo familiarmente “lo torrò” o “lo torriò”, in realtà è un mulino ad acqua e rappresenta una delle testimonianze più antiche e importanti del passato remoto della comunità montegranarese. Non c’è neanche qui una data certa per la sua edificazione, ma questo tipo di costruzione in genere risale alla fine dell’alto medioevo o all’inizio del secondo millennio, direi che possiamo collocarlo con un’accettabile approssimazione tra l’800 e il 1000.

La sua struttura fortemente fortificata dimostra che, almeno nella sua ultima ristrutturazione, il mulino era esposto a rischi predatori che, all’epoca, erano più che concreti. Parliamo degli stessi rischi predatori che, nello stesso periodo, spinsero gli abitanti delle fattorie sparse nel territorio a incastellarsi e a costituire il primo nucleo abitato del paese, di cui abbiamo già parlato. Il mulino rappresentava un elemento fondamentale per la sopravvivenza degli abitanti del posto, sia che vivessero nel castello sia che insistessero nelle strutture agricole esterne. È per questo che era necessario difenderlo sia passivamente, con mura possenti e fortificazioni, sia attivamente con la presenza costante di un corpo di guardia.

La distanza notevole dal castello era obbligatoria per la presenza dell’acqua del Chienti, essenziale per muovere la mola, ma rendeva difficile difendere la struttura in caso di attacco. Per questo i mulini di questo tipo erano costantemente presidiati da uomini armati.

Lungo tutta la valle del Chienti, ma anche di altri fiumi marchigiani, la presenza di mulini fortificati come quello montegranarese è costante. Ce ne sono di molto simili a Civitanova, a Pollenza, a Villa Potenza. Notevole quello di Montalto, denominato Mulino di Sisto V per via dei natale del celebre Papa marchigiano.

 

Luca Craia