mercoledì 17 gennaio 2024

IL POLO SCOLASTICO PIÙ DISTRUTTO DAGLI EVENTI SISMICI È SALVO


 Comunicato integrale 
 

«L’Istituto Comprensivo Monsignor Paoletti di Pieve Torina, il più devastato dagli eventi sismici e di cui fanno parte i Comuni di Bolognola, Castelsantangelo sul Nera, Fiastra, Monte Cavallo, Muccia, Valfornace, Visso e Ussita, è salvo. La Regione ha riconosciuto le specificità e le criticità di un territorio scegliendo di non avanzare alcuna ipotesi di accorpamento a seguito delle direttive di riordino in materia emanate dal governo centrale». A parlare è il sindaco di Pieve Torina, Alessandro Gentilucci, che sottolinea come «la prospettiva di rinascita post sisma portata avanti dal nostro Comune si sia focalizzata essenzialmente sui più piccoli, che rappresentano il futuro di ogni territorio. Ne deriva che, per noi, il tema scuole è centrale: abbiamo messo in disponibilità strutture realizzate con fondi di donazioni private, adeguate non solo dal punto di vista sismico ma rispondenti ai dettami del DM 75 in termini di metrature e funzionalità, oltre che innovative e sostenibili. Plaudo» prosegue Gentilucci «alla sensibilità del presidente Francesco Acquaroli e della giunta regionale che hanno accolto le nostre richieste consentendo condizioni ottimali per lo svolgimento dell’attività didattica e preservando quei posti di lavoro che, soli, possono assicurare lo sviluppo del nostro presidio scolastico. Tutto ciò, insieme alla capacità di saper imprimere una accelerazione alla ricostruzione grazie al contributo determinante del commissario per il sisma, Guido Castelli, ci permette di vedere la luce in fondo al tunnel. Resta il dispiacere nell’apprendere come qualcuno, a mezzo stampa, si sia lasciato andare a commenti superficiali che evidenziano, purtroppo, la distanza di una parte della politica nel capire le difficoltà che i nostri cittadini hanno vissuto in questi anni e che tutt’ora stanno vivendo».

 

 


«L’Istituto Comprensivo Monsignor Paoletti di Pieve Torina, il più devastato dagli eventi sismici e di cui fanno parte i Comuni di Bolognola, Castelsantangelo sul Nera, Fiastra, Monte Cavallo, Muccia, Valfornace, Visso e Ussita, è salvo. La Regione ha riconosciuto le specificità e le criticità di un territorio scegliendo di non avanzare alcuna ipotesi di accorpamento a seguito delle direttive di riordino in materia emanate dal governo centrale». A parlare è il sindaco di Pieve Torina, Alessandro Gentilucci, che sottolinea come «la prospettiva di rinascita post sisma portata avanti dal nostro Comune si sia focalizzata essenzialmente sui più piccoli, che rappresentano il futuro di ogni territorio. Ne deriva che, per noi, il tema scuole è centrale: abbiamo messo in disponibilità strutture realizzate con fondi di donazioni private, adeguate non solo dal punto di vista sismico ma rispondenti ai dettami del DM 75 in termini di metrature e funzionalità, oltre che innovative e sostenibili. Plaudo» prosegue Gentilucci «alla sensibilità del presidente Francesco Acquaroli e della giunta regionale che hanno accolto le nostre richieste consentendo condizioni ottimali per lo svolgimento dell’attività didattica e preservando quei posti di lavoro che, soli, possono assicurare lo sviluppo del nostro presidio scolastico. Tutto ciò, insieme alla capacità di saper imprimere una accelerazione alla ricostruzione grazie al contributo determinante del commissario per il sisma, Guido Castelli, ci permette di vedere la luce in fondo al tunnel. Resta il dispiacere nell’apprendere come qualcuno, a mezzo stampa, si sia lasciato andare a commenti superficiali che evidenziano, purtroppo, la distanza di una parte della politica nel capire le difficoltà che i nostri cittadini hanno vissuto in questi anni e che tutt’ora stanno vivendo».


martedì 16 gennaio 2024

Con Mamma Esco a Fare due Passi a Porto Sant’Elpidio arrivano Daniele Paci e Nicoletta Venanzi a parlare di cibo sano.

Girano sul territorio fermano per portare al pubblico argomenti di riflessione e discussione importanti basandosi su testimonianze dirette. Sono i ragazzi di Mamma Esco a Fare due Passi, la web social radio che ormai da tempo promuove incontri con personaggi stimolanti e accattivanti. Dopo Fermo, Montegranaro, Porto San Giorgio, Torre di Palme e Marina Palmense, ora arrivano a Porto Sant’Elpidio, alla sala “La Piccola” dove, alle 21 di venerdì 26 gennaio, potremo incontrare due personaggi social che stanno conquistando un larghissimo seguito parlando di cibo e nutrizione sana: Nicoletta Venanzi e Daniele Paci. Ci sarà anche Lucia Zamponi, psicologa e psicoterapeuta, insieme a Rebecca Liberati che condurrà la serata. Una serata che segue una mattinata dedicata ai ragazzi delle scuole, come è consuetudine per la social radio, che potranno incontrare direttamente a scuola Paci e Venanzi. Un impegno costante, quello di Mamma Esco a Fare due Passi, per vivacizzare culturalmente il territorio con un’attenzione particolare ai più giovani.

 

Luca Craia

 


 

La ricca Montegranaro di fine XVIII secolo

Penso che la grande ricchezza che Montegranaro ha vissuto nel XX secolo, in particolare nella sua seconda metà, non sia stata un fenomeno a se stante. Anche in passato il paese ha dato segnali di grande benessere economico. Penso alla fine del ‘700, un periodo che deve essere stato particolarmente florido per i Montegranaresi, tanto da potersi permettere di costruire, nel giro di una ventina di anni scarsa, addirittura tre chiese nuove, tutte arredate in maniera sontuosa. Si è cominciato con la magnifica Prioria dei SS.Filippo e Giacomo, eretta nel 1760 quasi totalmente da nuovo con un’opera ingegneristica notevole che ha poggiato le mura su quelle della sottostante chiesa di Sant’Ugo, molto più antica. La chiesa inoltre fu corredata di preziose pitture murarie, di due tele di pregio e di un organo poi sostituito dall’attuale Malvesto. Un grande investimento, quindi.

Pochi anni dopo, nel 1771, la Confraternita del Suffragio modificava radicalmente una parte della cinta muraria, probabilmente una torre, per trasformarla nella chiesa di San Pietro Apostolo. Una costruzione sicuramente più piccola rispetto alla precedente ma molto preziosa. Addirittura la nuova chiesa contava ben tre tele (non conosciamo quella che venne sostituita dal San Pietro di Orazio Orazi ma sicuramente c’era un altro dipinto) e il perimetro delle mura era policromo con imitazioni del marmo. Il pavimento in prezioso cotto intarsiato e la volta in camorcanna che imita una cupola contribuiscono ad arricchire una costruzione che sicuramente deve essere stata piuttosto costosa, tanto che non si è riusciti a ultimarne la facciata per la quale era prevista una copertura in marmo.

Dopo sei anni, nel 1777, veniva ultimata anche la costruzione del tempio dedicato al Santo locale e attuale patrono, il cappuccino San Serafino da Montegranaro. Anche questa chiesa viene edificata praticamente ex novo sul poco che rimaneva dell’antica chiesa di San Francesco Vecchio già Santa Margherita. Qui fu poprio il popolo montegranarese a farsi carico interamente della costruzione sia con finanziamenti che col proprio lavoro diretto. L’edificio, in un austero stile neoclassico, è arricchito da sontuosi altari lignei e da un corredo di opere di pittura di gran pregio, opera di pittori molto noti all’epoca come Alessandro e Filippo Ricci e Nicola Antonio Monti.

Insomma, una spesa ingente per le chiese che testimonia un momento sicuramente molto florido per la comunità montegranarese. Comunità quindi non nuova alla ricchezza che, se da un lato ha permesso di costruire testimonianze architettoniche così importanti, dall’altro ha consentito che si facesse scempio di moltissimo patrimonio storico e architettonico, spogliando di elementi testimoniali il castello e lasciandolo privo di tante sue parti che oggi sarebbe importantissimo avere.

 

Luca Craia