sabato 10 febbraio 2024

PIEVE TORINA: IL CARRO PIÙ GRANDE E LUMINOSO DELLE MARCHE

Comunicato integrale

 

Il Carnevale pievetorinese gioca la carta novità. «È una grande sorpresa quella che stiamo preparando per Martedì Grasso» annuncia il sindaco, Alessandro Gentilucci. «Partirà dal percorso kneipp il più grande carro luminoso vivente delle Marche, dove tutti i partecipanti, rigorosamente in maschera, saranno protagonisti. Dalle acque del torrente» prosegue Gentilucci «emergerà la Sibilla, la figura magica per eccellenza di questi luoghi, e si accenderà il carnevale pievetorinese per rafforzare il messaggio di una comunità viva, che non si arrende e che anzi vuol dimostrare come, attraverso idee innovative, si possa rigenerare un territorio». Non dice di più il sindaco di quel che si presenta come un vero e proprio “secret event” se non l’orario di incontro al percorso: «l’appuntamento al sentiero delle acque è per le 19. Dalle ore 16.30 vi sarà al Palazzetto/Centro Civico una grande festa in maschera per bambini e adulti, con giochi, intrattenimenti, premi, danze, musica dal vivo e la possibilità di mangiare e bere, festa che proseguirà fino a tarda sera. L’invito» conclude Gentilucci «è rivolto a tutti, non solo ai nostri concittadini, per una festa all’insegna della novità e del divertimento».


 

venerdì 9 febbraio 2024

Montegranaro ricorda Italo “il Sacrestano”

 

Oggi ricorre l'anniversario della morte di Italo Apolloni, quello che tutti a Montegranaro hanno conosciuto come Italo il sacrestano. Don Tarcisio Chiurchiù mi ha autorizzato a pubblicare questo suo scritto che lo ricorda.

Nell’organizzazione parrocchiale il sacrestano (oggi ribattezzato con la più sofisticata definizione di sagrista) era l’insostituibile ombra del parroco pronto a non far mancare l’occorrente per una dignitosa celebrazione liturgica; lo stesso ruolo continua ancora oggi in tanti bravi ed appassionati uomini e donne che sono dediti a quel luogo dove ci si prepara e si prepara la vita di preghiera della comunità cristiana. A volte, prima degli Uffici dei Beni Culturali furono essi a custodire, anche se in maniera non professionale, i tesori delle nostre Chiese e mentre i parroci si succedevano, essi rimanevano al loro posto e con la stessa premura continuavano a servire coloro che il vescovo inviava, senza tradire simpatie o nostalgie. Nel paese di Montegranaro chi ha frequentato la vita parrocchiale non ha potuto non essersi accorto della mitissima figura di Italo, sacrestano di generazioni di pievani della città. Sarebbe più indicato dire che di Italo non ci si accorgeva: il suo passo era in punta di piedi, la sua voce dolce, le sue parole sempre pronte a dire bene e a scusare quanto non era bene. Lui che aveva vissuto giorno per giorno con i curati montegranaresi conosceva di loro ogni minimo particolare, così come conosceva ogni particolare delle chiese del paese (paramenti, suppellettili, quadri, statue). Quando il 9 febbraio 2009 Italo, dopo una malattia accettata con l’abbandono proprio dell’uomo di fede, è salito al cielo, fu spontaneo pensare: “E’ morto un santo”. Tale lo riteneva la gente. Non è la solita epopea dell’uomo che appena muore lo si canonizza anche senza meriti. Di Italo si poteva soltanto dir bene; non lasciava mai trapelare le difficoltà, le tensioni … Italo era positivo, perché si era accorto che il bene che riusciva a compiere con discrezione e con impegno costante lo rendeva contento. La positività era contagiosa … si sentiva il bene che lui anche inconsapevolmente riusciva a trasmettere. Potremmo dire una positività nell’umiltà, lato caratteristico della sua personalità semplice ma brillante. Ricordo una volta quando una persona si complimentò con lui per aver lucidato perfettamente una statua facendone risaltare tutta la lucentezza, Italo si schernì quasi scusandosi: “Non sono stato io, è stato il prodotto che gli ho dato!!!” Italo ha insegnato ad essere a servizio senza diventare padrone e senza rivendicare privilegi (non ha mai partecipato ad un pranzo ufficiale della parrocchia e non si è lasciato mai ritrarre in nessuna fotografia). Nel giorno della mia prima celebrazione eucaristica l’ho per caso ritrovato ritratto in una foto scattata dal fotografo alla gente dietro al palco, dov’era posizionato l’altare. Italo è il santo non da posizionare sugli altari, in mostra, ma dietro l’altare testimonianza di quella frase evangelica che non sappia la destra ciò che fa la tua sinistra. Negli ultimi giorni, sul letto di morte, sempre cosciente, stringeva il suo crocifisso e parlava poco: silenzio e preghiera. All’approssimarsi della morte ai familiari che lo accudivano con un fil di voce per tre volte annunciò con chiarezza: Arrivederci in paradiso. Le ultime parole di un vero testimoniare che ha gridato il Vangelo con la vita. 

Tarcisio Chiurchù

PIEVE TORINA: GENTILUCCI INVITA IL MINISTRO DEL TURISMO AL PERCORSO KNEIPP

Comunicato integrale

 

«Un incontro positivo quello avvenuto a Milano con il Ministro del Turismo, Daniela Santanchè. Il luogo, lo stand della Regione Marche all’interno di quel grande contenitore che è la Borsa Internazionale del Turismo. Il fine, il rilancio turistico delle aree terremotate. Il mezzo sono le idee innovative come il percorso kneipp di Pieve Torina. L’ambiente e l’uomo, una relazione perfettamente integrata in quello scenario di straordinaria biodiversità dove s’incontrano sviluppo e tradizione». Questo quanto illustrato al Ministro Santanché dal sindaco Alessandro Gentilucci, nell’ambito del più ampio progetto di rigenerazione urbana che il comune di Pieve Torina sta portando avanti. «Creare relazioni istituzionali con chi oggi è deputato a tracciare le linee di sviluppo sul piano turistico nazionale e internazionale» conclude Gentilucci «è un bel segnale per tutto il territorio, ed è questo ciò che ho sostanziato al Ministro invitandola per la prossima estate a far visita e valorizzare le nostre realtà».

 


 

La lupa Sibilla torna in libertà

Comunicato integrale

 

Nella giornata di ieri, 8 febbraio, il Parco Nazionale dei Monti Sibillini ha effettuato con successo l’intervento di rilascio in natura della lupa “Sibilla”.

Si tratta della lupa che, a poco più di quattro mesi di età, era stata ritrovata il 3 ottobre 2023 nei pressi di Norcia, in condizioni molto debilitate a causa di una grave forma di rogna, che tra l’altro l’aveva resa completamente glabra ed era stata subito trasferita presso l’Ospedale Veterinario Didattico dell’Università degli Studi di Perugia dall’Associazione WildUmbria per le prime cure. Dopo la sua stabilizzazione clinica era stata accolta nelle strutture dell’associazione stessa per le successive fasi di degenza. Una volta guarita, il 20 dicembre era stata trasferita presso il Centro di Recupero degli Animali Selvatici (CRAS) di Castelsantangelo sul Nera, gestito dal Parco, in attesa di una ricrescita completa del suo pelo e di condizioni meteorologiche meno incerte per la liberazione.

In questa struttura è stato seguita osservandone le fasi di recupero fino al raggiungimento di condizioni fisiche idonee per aumentarne le chance per la sopravvivenza di vita in natura; nei giorni scorsi Sibilla mostrava, infatti, buone condizioni di salute con normali parametri nella mobilità e nel comportamento. La ricrescita del pelo era stata completata. Le attività di cura, gestione e alimentazione dell’animale, sia presso il centro di WildUmbria, sia presso il centro di Castelsantangelo sul Nera, si sono svolte prestando la massima attenzione a non mettere in atto interazioni con l’uomo tali da favorire comportamenti di imprinting o comunque confidenti.

La traslocazione dell’animale è avvenuta mediante delicate operazioni di cattura con telenarcosi. Il luogo di rilascio è stato individuato in una valle nel territorio di Norcia, che presenta le caratteristiche ambientali idonee, presenza di boschi, prede naturali, radure e punti d’acqua e che, per i dati a nostra disposizione, ricade nel territorio di attività del suo gruppo familiare di origine.

Il lupo è dotato di radiocollare satellitare che consentirà di seguirne costantemente i movimenti. L’augurio è che la lupa Sibilla possa riadattarsi bene alla vita in natura e ricongiungersi al proprio gruppo familiare, da cui è rimasta separata per oltre quattro mesi.