giovedì 15 febbraio 2024

Sant’Ugo: un monastero benedettino a Montegranaro prima di Montegranaro. Pensiamo a Subiaco.

Mons Granarius nasce come incastellamento intorno all’anno 1000 e nasce agglomerando nuovi fabbricati intorno alla nuova pieve eretta in onore del SS.Salvatore e oggi identificabile coi locali del teatrino della Pievania. Ma il toponimo Mons Granarius esisteva già da secoli e indicava il territorio circostante il colle dove poi sarebbe sorto il castello, un territorio evidentemente dedito alla coltivazione dei cereali e che probabilmente aveva addirittura origini picene facendo riferimento a un probabile centro urbano sito sulla sommità del monte Lumirano.

La datazione della chiesa di Sant’Ugo è anteriore all’anno 829, facendo riferimento al noto Chronicon Farfensis. Quindi esisteva già secoli prima della fondazione del castello ed era parte di un monastero benedettino architettonicamente molto diverso dalla porzione urbana che oggi circonda la chiesa. Il monastero, come spesso avveniva per i luoghi benedettini, era costruito non sulla sommità del colle ma su un suo lato, addossato al crinale e probabilmente interno al crinale stesso, con locali scavati nell’arenaria. È pensabile che sia sorto intorno a un primordiale eremo.

Troviamo similitudini piuttosto strette con l’architettura del Sacro Speco di Subiaco, costruito nell’VIII secolo e quindi coevo al nostro. Questo spiegherebbe anche la conformazione architettonica della cosiddetta “cripta” che certamente non è un edificio romanico in quanto costruito ben prima del romanico stesso. Come a Subiaco, anche a Montegranaro probabilmente esistevano ampi spazi scavati nella terra, come testimonia la porta murata che si nota alla sinistra dell’attuale ingresso, nonché i sotterranei della canonica dei SS.Filippo e Giacomo. Anche nelle abitazioni circostanti tutt’oggi esistono porzioni di locali sotterranei che possono essere riferibili all’antico monastero.

Il sorgere del castello e l’estendersi delle sue mura hanno poi modificato l’architettura del luogo inglobandolo parzialmente all’interno della cinta. Determinante dovrebbe essere stata l’uscita dei Benedettini (Silvestrini) e l’ingresso, seppur per poco più di un secolo, degli Agostiniani che ne hanno presumibilmente modificato la struttura in maniera sostanziale.

 

Luca Craia


 

Mauro Guerrini, un Montegranarese alla guida dell’Azione Cattolica dell’Arcidiocesi di Fermo

Se uno mi chiedesse di indicargli una persona brava, una delle primissime persone che mi verrebbero in mente è Mauro Guerrini. Lo conosco da tanto tempo, Mauro, fin da quando, io giovanissimo e lui ancora bambino, portavo le pelli per fare le scarpe al padre Italo. Ed è sempre stato così: serio ma non serioso, buono ma fermo, dotato di grande fede e sensibilità, soprattutto disponibile e acutissimo. Mauro è un imprenditore e un grande organizzatore, una persona affidabile e un leader nato, ma soprattutto Mauro è un grande ascoltatore. Perché è curioso nei confronti dell’uomo, e vuole capire, vuole sapere cosa pensi, gli interessa sul serio.

Per questo credo che l’Arcivescovo di Fermo abbia fatto la scelta giusta nell’indicarlo come Presidente dell’Azione Cattolica diocesana. Penso sia una soddisfazione, perché riconosce le qualità dell’uomo, ma soprattutto è un incarico da assumere con l’umiltà di cui Mauro certo non pecca, perché lo aspetta un lavoro impegnativo per il quale è certamente la persona giusta. Buon lavoro, Mauro.

 

Luca Craia