Com’è andato il Veregra Street
Festival quest’anno? Me lo hanno chiesto in tanti, in questi giorni, e altri me
lo stanno chiedendo. La mia risposta è: “non lo so”. Non lo so perché non ho
avuto modo di vederlo bene e di farmi un parere preciso visto che sono stato
costantemente impegnato, insieme agli altri volontari di Arkeo, con la gestione
del grande flusso di visitatori che abbiamo avuto alle strutture museali, una
cosa che ci è costata tanta fatica (siamo tutti estremamente stanchi, perché è
stato un lavoro che si è sommato al nostro lavoro abituale, un lavoro anche
fisico, scarpinando su e giù tra piazza e i vari siti ad accompagnare i tanti
gruppi che sono venuti per almeno 3/4 ore a sera) ma di grande soddisfazione perché
abbiamo avuto l’ennesima prova che la Montegranaro del turismo culturale
funziona e attrare.
Oltre al patrimonio conosciuto e al
Museo Tommasini che già è considerato una meta da molti, il MUST è una bella
novità che piace e convince. E di questo, consentitemi, dobbiamo ringraziare il
Sindaco, Endrio Ubaldi, che lo ha caparbiamente voluto dovendo anche combattere
le sue battaglie e, alla fine, imponendosi sulle tante pressioni contrastanti,
compresa la mia. È una bella struttura, progettata bene e realizzata bene e la
gente la apprezza. Un po’ dispiacciono le critiche che arrivano dall’opposizione,
addirittura dichiaratamente espresse senza neanche aver visto la struttura.
Dispiacciono perché, prima di tutto, si critica quello che si conosce e non a
priori e poi, se si fosse voluto, c’è stata tutta la possibilità di rendersi
partecipi con una serie di inviti aperti a tutti per essere parte del progetto.
È sempre meglio fare qualcosa che criticare, ma spesso è più facile fare solo
la seconda cosa.
Tornando al Festival, lascio il
giudizio a chi lo ha visto meglio di me. Io intanto faccio questo ragionamento:
il festival ha attraversato un cambio di gestione che poteva essere fatale, è
passato attraverso la pandemia che poteva essere fatale ma, soprattutto, non è
più la novità stupefacente dei primi anni. Gli artisti di strada stanno
dappertutto, ogni festa o sagra paesana propone spettacoli circensi e simili. Credo
sia normale un suo progressivo declino e paragonarlo alle edizioni più
splendide è come dire se sia più bravo Verstappen o Senna: non lo sapremo mai perché
non correranno mai insieme. Penso che comunque sia un successo che il Veregra
Street resista e che anche quest’anno ha portato a casa un’edizione partecipata
e godibile. Poi possiamo metterci a ragionare su come e cosa migliorare. Però a
patto che si parli per costruire e non per distruggere. E per costruire bisogna
sporcarsi le mani, qualcuno è ora che lo faccia.
Luca Craia