venerdì 5 febbraio 2016

Che fine ha fatto la palla?



A me non è mai piaciuto e lo chiamavo “il monumento alle palle che girano”, e credo che, come a me, non piacesse a molti. Ma ormai c’era ed era costato pure un bel po’. Per cui ora mi chiedo che fine abbia fatto la palla rotante con annessa fontana che girava su se stessa in mezzo ai giardini di viale Gramsci. È stata rimossa dopo che la terra ha iniziato a muoversi e da allora ne abbiamo perse le tracce. Pensavo che, finiti i lavori, sarebbe stata rimessa al suo posto o, magari, da qualche altra parte. Invece è sparita.
Posso capire che alla nuova amministrazione non sia piaciuta ma non mi pare una buona ragione per buttare via qualcosa che, comunque, è recente, funzionante e, soprattutto, è costato alla collettività dei bei soldini. Così come non capisco perché tutte le fontane di Montegranaro siano in disuso, a partire da quella grande della rotatoria della circonvallazione per finire con quelle di viale Gramsci trasformate in fioriere. Non credo sia cosa saggia che una nuova amministrazione debba buttare via tutto quello che è stato fatto in precedenza.

Luca Craia

giovedì 4 febbraio 2016

Lu Voccentò e la monnezza



Credo sia ora di mettere i dovuti puntini sulle i. La materia dell'appalto della nettezza urbana è così intricata che, nel momento di stilare il bando, ci siamo avvalsi della collaborazione di un esperto. Per fortuna, altrimenti c'era da tagliarsi le vene. Ma chi sono gli attori di tanta tragedia? Il comune di Montegranaro in qualità di attore protagonista, l'Ecoelpidiense in qualità di coprotagonista, la nuova ditta appaltatrice in qualità di comparsa e il terzo incomodo: il consulente. Il protagonista e il coprotagonista e il consulente probabilmente hanno in comune l'area di appartenenza, il Pd. Il Comune è amministrato dal PD, l'Ecoelpidiense vede tra i suoi azionisti il comune di Porto Sant’Elpidio, notoriamente di area PD, e sembra che anche il consulente respiri aria simile. Siccome a pensare male è peccato ma spesso ci si azzecca, diciamo che l'appalto è stato redatto così male che, a distanza di mesi, non riusciamo a venirne a capo; e allora rifacciamoci dare i soldi dal consulente che non ha svolto bene il proprio lavoro e magari ci risarcisce anche degli eventuali aggravi di costo. Oppure stiamo creando un sacco di difficoltà al fine di indurre il vincitore la gara di appalto a desistere in modo tale che alla fine si ritorna all'Ecoelpidiense? Ovviamente il tutto è condito dalla suspense della trasparenza, il vedo e non vedo, l'apparire e lo scomparire di una vicenda che assume sempre più i contorni della commedia più che della tragedia

Non siamo più capaci di discutere civilmente.



La diatriba tra i difensori dei diritti degli omosessuali e quelli del Family Day, abilmente pilotata dall’alto per tenere impegnate le nostre teste e le nostre energie in modo che altre questioni, più essenziali e vitali per tutti, questioni che davvero riguardano il futuro degli Italiani a prescindere che siano di destra o di sinistra, pro omosessuali o pro family day, segna marcatamente lo stato della nostra democrazia reale e del declino ormai inarrestabile della nostra civiltà.
Premetto, per onestà, che non sto né da una parte né dall’altra, convinto come sempre che in medio stat virtus, ritenendo che la libertà del’uno finisce dove comincia quella dell’altro, credo che una coppia debba avere il diritto di sottoscrivere un negozio giuridico (che poi lo vogliamo chiamare matrimonio o in altra maniera poco importa) a prescindere che sia omo o eterosessuale, al fine di avere garantiti i diritti essenziali che derivano dal legame reciproco. Nello stesso modo ritengo che l’adozione del figlio del coniuge sia una derivazione naturale di quanto ho detto sopra e che l’eventuale forzatura che ne potrebbe conseguire col rischio del cosiddetto utero in affitto non possa essere motivo valido per non concedere questo diritto. Semmai si legiferi opportunamente per evitarlo. Diversamente ritengo che l’adozione di bambini terzi da parte di coppie omosessuali non sia ammissibile per il fatto stesso che la natura non ci mette in condizioni di procreare tra individui dello stesso sesso. Ho molto semplificato ma il discorso sarebbe molto più articolato.
Ma, a parte la mia opinione della quale non stiamo discutendo, sono inorridito dal livello del dibattito, sia tra la gente comune che si avvale dei social, sia sui media e in politica. Non esiste più il rispetto per l’opinione altrui, non esiste più il rispetto per la persona che la pensi diversamente. Si scende costantemente nel personale e in maniera pesantissima, abbandonando il tema reale della discussione per abbandonarsi all’insulto e allo sfottò irrispettoso che, se allo stadio per alcuni è accettabile, al di fuori dello sport non dovrebbe essere minimamente contemplato, specie discorrendo di temi così delicati. L’esempio lampante di quanto questo sia vero è quanto accaduto a Giorgia Meloni, con la quale a volte concordo e a volte no, ma che certamente non meritava tanta bassezza, cattiveria, bruttura, specie da chi si professa progressista rispettoso di tanti principi ma dimentica troppo facilmente il rispetto per il prossimo.
Questo imbarbarimento dei rapporti tra le persone è ben noto a chi sta sempre più pilotando le nostre vite e ne fa uso amplissimo. È utile infatti mantenere il popolo diviso e accentuare queste divisioni fino all’esasperazione. Un popolo diviso lo governi come vuoi, un popolo unito può anche, hai visto mai, ribellarsi.

Luca Craia