mercoledì 10 febbraio 2016

L’assessore Jakyll e il Presidente Hyde



Curioso questo bipolarismo, questa doppia personalità dell’assessore Perugini nonché Presidente della Provincia di Fermo, quando valuta le questioni legali che coinvolgono l’ente che presiede. In effetti ha ragione quando dichiara che “ricevere una richiesta di risarcimento danni non significa necessariamente che quei soldi siano dovuti”. Corretto. Solo che poi, quando si toglie i panni di Presidente e indossa quelli di assessore a Montegranaro, le richieste di risarcimento danni diventano debiti fuori bilancio.
Ci ha fatto tutta la campagna elettorale, Perugini, su questa accusa mossa nei confronti dell’ex Sindaco Gismondi. Solo che ora, riferendosi ai guai della sua Provincia, per quanto non causati da lui ma, eventualmente, dal suo predecessore Cesetti (che comunque è della sua parte politica), cambia totalmente punto di vista, trasformandosi da Jakyll a Hyde (o viceversa) con una certa disinvoltura. Intanto, però, dicendo il contrario di quanto afferma oggi, ha vinto le elezioni.

Luca Craia

Beverati: poche idee e niente soldi.



A parte il fatto che dichiarare che Montegranaro sia un paese a basso livello di scolarizzazione e farlo sul giornale, dall’alto della carica di assessore alla cultura, mi pare un pelino offensivo e, oltretutto, ingiusto nei confronti di un paese (vorrei vedere a quali dati ci si riferisce), leggo le dichiarazioni di Giacomo Beverati (e lo faccio senza assopirmi, incredibile ma vero) rilasciate oggi sul Corriere Adriatico e mi chiedo se crede davvero a quello che dice oppure ci sta rifilando la solita tiritera che dice tutto e niente allo stesso tempo.
In effetti propenderei più per la seconda ipotesi, mantenendo la mia stima per l’intelligenza del nostro architetto.
Beverati ha fino a oggi gestito l’assessorato al centro storico in maniera umiliante (per lui) visto che, in ormai due anni di delega, non ha avuto mai un centesimo da spendere. E la cosa, nonostante quello che dichiara sul giornale, non pare destinata a migliorare, visto che in bilancio non c’è una voce che destini fondi per il centro storico. Va un po’ meglio con la cultura, appena assegnatagli, ma solo perché, per fortuna, c’è una tale ricchezza di associazioni culturali (costituite da gente di bassa scolarizzazione, probabilmente) che il panorama è vivacissimo nonostante la pressochè totale inattività del Comune.
Quindi leggere di una progettualità che non può esserci per il semplice fatto che non ci sono soldi per essa, mi lascia perplesso, anzi, mi suona un po’ da presa in giro. Eppure, torno a ribadirlo, Beverati aveva un gran bel progetto per il centro storico, lo presentò nel programma elettorale del 2009, quando si candidò sindaco con scarso successo. Era un progetto ben articolato che, con le dovute attualizzazioni, potrebbe andare bene anche oggi. Ma Beverati sembra esserselo scordato, così come i suoi alleati di governo che lo erano anche nel 2009 e condividevano quell’idea. Si sarà persa in qualche cassetto o forse è stata superate da altre convenienze politiche. Chissà.
Case a un Euro, brand unici per la promozione turistica, contaminazioni tra cultura e manifatture, sono tutte idee condivisibili ma se non sono legate da una visione di insieme più ampia, da un progetto più articolato e, soprattutto, se non vengono finanziate in bilancio, sono solo parole al vento, aria fritta. Consiglierei all’architetto Beverati di provare a pesare un po’ di più in giunta, non accontentandosi di superassessorati che lo sono solo sulla carta. Faccia pressioni e si faccia dare spazio in bilancio. E se non ci riesce sia coerente e chiuda la porta con una maggioranza che, fino a oggi, lo ha politicamente maltrattato. Almeno così potrebbe recuperare un po’ di credibilità.

Luca Craia

Lu Voccentò e l’arabo




Tutti i paesi arabi parlano arabo? Ecco cosa risponde focus.it
No, parlano dialetti diversi. Ma scrivono e pregano nella stessa lingua. Questo avviene perché l’arabo ha due forme: una letteraria e una orale. Lingua letteraria. La prima è una vera e propria lingua ufficiale. È l’arabo classico, con una prosa sostanzialmente uguale a quella del Corano (scritto nel VII secolo d. C.). Oggi si usa nella preghiera, nei discorsi ufficiali, nei telegiornali e per scrivere. Si studia a scuola, ma non si parla ed è uguale in tutti i 22 Paesi della Lega Araba.
Sarebbe quindi interessante sapere chi e cosa faranno studiare nelle scuole di Montegranaro.  Già, perché dopo che il vecchio consiglio di istituto aveva respinto la richiesta di utilizzare i locali della scuola per tenere lezioni di arabo, il nuovo consiglio di istituto, dopo aver bocciato in prima istanza la stessa richiesta, nel tempo di una settimana ha cambiato idea. Sembra in ossequio ad una pressione dell’amministrazione comunale a cui il consiglio di istituto e la preside sembrano particolarmente sensibili.
L’amministrazione chiede e la preside conviene; è già successo con la palestra poi con la scuola data per il dopo scuola a pagamento, e ora con la scuola per lezioni di arabo. Per la palestra siamo in attesa di sviluppi: sembra infatti che le palestre sotterranee dove i nostri ragazzi faranno ginnastica perché devono lasciare la palestra alla società privata di basket, non sia provvista di uscita di sicurezza e di altri parametri che verificheremo prossimamente.
Per quanto riguarda la scuola di arabo, credo che non rappresenti affatto un momento di integrazione, e comunque per il momento non si ha una riga sul piano di studi, e se chi insegna ha requisiti per farlo. Credo inoltre che non sia opportuno dare un segno di legittimazione, dando le scuole pubbliche per tenere lezioni di arabo, o rumeno, o cinese o di qualsiasi altra etnia senza poter verificare piano di studi e legittimazione di chi tiene lezioni.
Domanda: studieranno i testi di Antar, Imru l-Qays o Alf layla wa layla? Dovrebbe essere chiaro che le lezioni debbano essere aperte a tutti, italiani compresi.
                                                                                       
زنبور