A parte il fatto che dichiarare che Montegranaro sia un paese a basso
livello di scolarizzazione e farlo sul giornale, dall’alto della carica di
assessore alla cultura, mi pare un pelino offensivo e, oltretutto, ingiusto nei
confronti di un paese (vorrei vedere a quali dati ci si riferisce), leggo le
dichiarazioni di Giacomo Beverati (e lo faccio senza assopirmi, incredibile ma
vero) rilasciate oggi sul Corriere Adriatico e mi chiedo se crede davvero a
quello che dice oppure ci sta rifilando la solita tiritera che dice tutto e
niente allo stesso tempo.
In effetti propenderei più per la seconda ipotesi, mantenendo la mia
stima per l’intelligenza del nostro architetto.
Beverati ha fino a oggi gestito l’assessorato al centro storico in
maniera umiliante (per lui) visto che, in ormai due anni di delega, non ha
avuto mai un centesimo da spendere. E la cosa, nonostante quello che dichiara
sul giornale, non pare destinata a migliorare, visto che in bilancio non c’è
una voce che destini fondi per il centro storico. Va un po’ meglio con la
cultura, appena assegnatagli, ma solo perché, per fortuna, c’è una tale
ricchezza di associazioni culturali (costituite da gente di bassa
scolarizzazione, probabilmente) che il panorama è vivacissimo nonostante la
pressochè totale inattività del Comune.
Quindi leggere di una progettualità che non può esserci per il
semplice fatto che non ci sono soldi per essa, mi lascia perplesso, anzi, mi
suona un po’ da presa in giro. Eppure, torno a ribadirlo, Beverati aveva un
gran bel progetto per il centro storico, lo presentò nel programma elettorale
del 2009, quando si candidò sindaco con scarso successo. Era un progetto ben
articolato che, con le dovute attualizzazioni, potrebbe andare bene anche oggi.
Ma Beverati sembra esserselo scordato, così come i suoi alleati di governo che
lo erano anche nel 2009 e condividevano quell’idea. Si sarà persa in qualche
cassetto o forse è stata superate da altre convenienze politiche. Chissà.
Case a un Euro, brand unici per la promozione turistica, contaminazioni
tra cultura e manifatture, sono tutte idee condivisibili ma se non sono legate
da una visione di insieme più ampia, da un progetto più articolato e,
soprattutto, se non vengono finanziate in bilancio, sono solo parole al vento,
aria fritta. Consiglierei all’architetto Beverati di provare a pesare un po’ di
più in giunta, non accontentandosi di superassessorati che lo sono solo sulla
carta. Faccia pressioni e si faccia dare spazio in bilancio. E se non ci riesce
sia coerente e chiuda la porta con una maggioranza che, fino a oggi, lo ha politicamente
maltrattato. Almeno così potrebbe recuperare un po’ di credibilità.
Luca Craia