domenica 21 febbraio 2016

Lo stato sociale e l’immigrazione. Questo è il punto su cui interventire.



L’Italia è meta di immigrazione per molti motivi, primo fra tutti la collocazione geografica che ne fanno la porta d’ingresso per l’Europa più facile da raggiungere e più semplice da varcare. Ma ce ne è uno sul quale si potrebbe intervenire per scoraggiare il fenomeno senza esimersi dagli obblighi morali umanitari che ci vedono obbligati, in quanto essere umani, a soccorrere chi ha bisogno di aiuto. Mi riferisco all’accesso allo Stato Sociale da parte degli immigrati.
Lo Stato Sociale è una conquista del Popolo Italiano ed esiste, per quanto ne vengano quotidianamente smantellati pezzi fondamentali da governi sempre più inetti e delinquenziali, perché i cittadini italiani lo hanno costruito col proprio lavoro e le proprie tasse. Lo Stato Sociale è una sorta di assicurazione del Popolo Italiano, un’assicurazione che non è piovuta dal cielo ma è stata conquistata e pagata dagli Italiani. Per questo ritengo che debba essere ad uso esclusivo del Popolo Italiano.
Lo Stato Sociale deve essere utilizzato esclusivamente da cittadini italiani. Anche lo straniero ne dovrebbe poter usufruire, ma solo nel momento in cui cessi di essere straniero e diventi cittadino italiano, rinunciando definitivamente alla sua cittadinanza originaria. È stupido pensare a un periodo di tempo prestabilito perché questo accada; piuttosto è indispensabile che chi richieda di diventare cittadino italiano dimostri di essere perfettamente integrato, parlare la lingua e aver assimilato la cultura italiana.
L’immigrato deve poter venire in Italia, trovare lavoro e viverci, ma non deve poter accedere agli ammortizzatori sociali e ai sussidi sociali finchè non decide di diventare cittadino italiano e dimostri di averne i requisiti. Nel periodo in cui non sia possibile accedere allo Stato Sociale, lo straniero pagherebbe tasse e contributi che ne assicurerebbero il diritto futuro a usufruirne. Nel momento in cui lo straniero non sia più in grado di produrre un reddito e di pagare il proprio contributo alla socialità dello Stato Italiano, decadrebbe il motivo della sua permanenza in Italia e dovrebbe andarsene, non essere sostenuto a spese dei cittadini italiani.
In questo modo sarebbero salvaguardati i diritti umani degli immigrati e i diritti dei cittadini di essere padroni del proprio Paese. Tutto questo mi pare sia talmente chiaro e lampante che, in un paese normale, non dovrebbe nemmeno essere messo in discussione. In Italia, invece, tra ipocrisie di vario stampo, tra quelle cattoliche a quelle marxiste, il tutto si riduce a una finta tutela dei diritti mani che, in realtà, nasconde interessi lucrativi di gruppi di potere.

Luca Craia

Montegranaro e le grotte. Si va avanti e si pensa al turismo



Ottimo successo di pubblico per la presentazione del volume Montegranaro Sotterranea che racchiude il resoconto della prima parte delle esplorazioni degli ipogei montegranaresi effettuate da Arkeo con la collaborazione de Il Labirinto e del Gruppo Speleologico Cavità Artificiali del CAI di Fermo. Venerdì sera l’oratorio di San Giovanni Battista era gremito di montegranaresi curiosi e di appassionati di storia e archeologia giunti da tutto il Fermano per ascoltare i relatori del progetto, il sottoscritto, Dino Gazzani e Massimo Spagnoli, coadiuvati dal preziosissimo Simone Perticarini.
Il pubblico ha espresso grande apprezzamento per il lavoro svolto e ha incoraggiato gli attori di questo progetto nell’andare avanti e proseguire nella mappatura del sottosuolo. In effetti si è giunti solo a metà dell’obiettivo prefissato nel 2011 e ancora molto c’è da fare.
Apprezzamenti anche dal Sindaco Ediana Mancini che ha dimostrato grande interesse per quanto scoperto e dall’assessore al turismo, centro storico e cultura Giacomo Beverati che si ha colto positivamente l’invito a valutare lo sfruttamento turistico delle grotte sottostanti piazza Mazzini venuto dal sottoscritto. Una serata piacevole, interessante, di grande soddisfazione per gli organizzatori, che ha segnato un punto che debba essere la tappa intermedia di un viaggio che è ancora lungo fino alla meta.

Luca Craia

venerdì 19 febbraio 2016

Porte aperte alle scuole rosse: l’open day per far risorgere il centro.



Saranno i bambini di quinta elementare a fare da guida a piccoli che si recheranno alle scuole rosse per l’Open Day pensato e voluto dalle insegnanti per tentare di risollevare le sorti del plesso in crisi di presenze. Come abbiamo detto su queste pagina qualche giorno fa, la scuola più antica di Montegranaro continua a perdere iscrizioni e, se quest’anno escono due quinte, è possibile la creazione di una sola prima. Preoccupate, giustamente, per questo andamento negativo che rischia, in pochi anni, di fare chiudere il plesso, le insegnanti si sono inventate questa iniziativa, coinvolgendo gli stessi alunni e cercando di evidenziare il valore di questa scuola che, pur dovendo affrontare diverse difficoltà, eccelle per qualità e preparazione.
I bambini più grandi, quindi, guideranno i piccoli che andranno in prima alla scoperta della scuola e delle sua attività, tra laboratori, progetti svolti e in programma, mensa e palestra. Un’iniziativa lodevole, che sottolinea l’impegno e la dedizione con cui le insegnanti della scuola capoluogo svolgono il loro lavoro, testimonianza della qualità del servizio e dell’elevata preparazione dei ragazzi che ne consegue. E questo mi pare un ottimo motivo per iscrivere i propri figli in centro.
Quindi sabato 20 febbraio i genitori dei bambini che vanno in prima elementare sono invitati a vedere e toccare con mano cosa offre la scuola capoluogo, un plesso cha va salvaguardato perché è parte della nostra storia cittadina ma anche perché offre un servizio di elevata qualità nel cuore di Montegranaro. Vale la pena fare un salto.

Luca Craia