L’Italia è meta di immigrazione per molti motivi, primo fra tutti la
collocazione geografica che ne fanno la porta d’ingresso per l’Europa più
facile da raggiungere e più semplice da varcare. Ma ce ne è uno sul quale si
potrebbe intervenire per scoraggiare il fenomeno senza esimersi dagli obblighi
morali umanitari che ci vedono obbligati, in quanto essere umani, a soccorrere
chi ha bisogno di aiuto. Mi riferisco all’accesso allo Stato Sociale da parte
degli immigrati.
Lo Stato Sociale è una conquista del Popolo Italiano ed esiste, per
quanto ne vengano quotidianamente smantellati pezzi fondamentali da governi
sempre più inetti e delinquenziali, perché i cittadini italiani lo hanno
costruito col proprio lavoro e le proprie tasse. Lo Stato Sociale è una sorta
di assicurazione del Popolo Italiano, un’assicurazione che non è piovuta dal
cielo ma è stata conquistata e pagata dagli Italiani. Per questo ritengo che
debba essere ad uso esclusivo del Popolo Italiano.
Lo Stato Sociale deve essere utilizzato esclusivamente da cittadini italiani.
Anche lo straniero ne dovrebbe poter usufruire, ma solo nel momento in cui
cessi di essere straniero e diventi cittadino italiano, rinunciando
definitivamente alla sua cittadinanza originaria. È stupido pensare a un
periodo di tempo prestabilito perché questo accada; piuttosto è indispensabile
che chi richieda di diventare cittadino italiano dimostri di essere
perfettamente integrato, parlare la lingua e aver assimilato la cultura
italiana.
L’immigrato deve poter venire in Italia, trovare lavoro e viverci, ma
non deve poter accedere agli ammortizzatori sociali e ai sussidi sociali finchè
non decide di diventare cittadino italiano e dimostri di averne i requisiti.
Nel periodo in cui non sia possibile accedere allo Stato Sociale, lo straniero
pagherebbe tasse e contributi che ne assicurerebbero il diritto futuro a
usufruirne. Nel momento in cui lo straniero non sia più in grado di produrre un
reddito e di pagare il proprio contributo alla socialità dello Stato Italiano,
decadrebbe il motivo della sua permanenza in Italia e dovrebbe andarsene, non
essere sostenuto a spese dei cittadini italiani.
In questo modo sarebbero salvaguardati i diritti umani degli immigrati
e i diritti dei cittadini di essere padroni del proprio Paese. Tutto questo mi
pare sia talmente chiaro e lampante che, in un paese normale, non dovrebbe
nemmeno essere messo in discussione. In Italia, invece, tra ipocrisie di vario
stampo, tra quelle cattoliche a quelle marxiste, il tutto si riduce a una finta
tutela dei diritti mani che, in realtà, nasconde interessi lucrativi di gruppi
di potere.
Luca Craia