venerdì 14 ottobre 2016

Casa di riposo, una gestione che ha fatto bene. La relazione di fine mandato del CDA uscente



Ricevo e volentieri pubblico integralmente la relazione di fine mandato del Consiglio di Amministrazione uscente della Casa di Riposo di Montegranaro.

Gentili concittadini
È con viva emozione che ci avviamo a concludere il mandato assegnatoci, ossia quello di gestire - al meglio delle nostre possibilità - la Fondazione Casa di Riposo.
Speriamo di esserci riusciti e di aver migliorato, in questi 9 anni di mandato, le condizioni economico – finanziarie dell’ente, la sicurezza delle strutture, la qualità dei servizi prestati e, soprattutto, la condizione dei nostri cari anziani.
In questo periodo si è potuta realizzare la bella struttura di Largo Oppeano che tutti conoscete, rinnovata sia internamente che esternamente attraverso l’acquisizione e la ristrutturazione della ex caserma dei Carabinieri, tanto da presentare una serie di camere nuove dotate di letti e arredi su misura, efficienti e funzionali, servizi igienici assistiti e rinnovati, nuovi spazi collettivi per poter meglio trascorrere le ore diurne.
Notevoli sono stati gli interventi tanto da trasformare radicalmente la struttura che ha necessitato tra il primo stralcio, quello del 2007-2010 e quello successivo, del 2014-2016, un investimento, completamente pagato, di circa 610.000 euro
Con l’uso degli spazi della ex caserma recentemente realizzati, la Casa di Riposo potrà in futuro aumentare il numero delle utenze e far accrescere ulteriormente la qualità e quantità dei servizi resi agli ospiti.
Analogamente a quello che abbiamo trovato, lasciamo un’importante e cospicua disponibilità di cassa, un bilancio sano, dove figurano immobili e strutture per un significativo accresciuto valore, e virtuoso, che non è costato nulla al Comune e quindi alla collettività e che si è sostenuto con le rette e le donazioni della città che sempre ci è stata vicina.
A questo riguardo il bilancio di fine mandato presenta investimenti fatti per oltre 610 mila euro e disponibilità liquide per 300 mila euro; la bontà della gestione corrente è anche attestata dall’avanzo dell’esercizio 2016 che vede, alla data del 30.09.2016, un risultato di gestione di oltre 50 mila euro con una previsione di circa 60 mila euro alla fine dell’anno. Lasciamo inoltre una struttura che nel 2007, all’inizio del nostro mandato ospitava n. 20 persone ed oggi ne ospita n. 33, tra cui 10 ospiti diurni.
Tale risultato è sicuramente dovuto al fattivo operato di tutti i Consiglieri che hanno avuto la sensibilità di gestire la Casa di Riposo con estrema attenzione, con lo scopo di spendere meno e meglio e con la diligenza propria del padre di famiglia.
Tante, come detto, sono state le opere realizzate in questi anni e ancor più sono state le attestazioni di stima, le dimostrazioni di affetto che ci sono giunte dagli anziani ospiti che, sicuramente, hanno costituito il carburante migliore per superare tutte le difficoltà che inevitabilmente abbiamo incontrato e, speriamo, superato.
E sono queste dimostrazioni di affetto e stima che vorremo condividere con la città e la gente di Montegranaro, che non ci stancheremo mai di ringraziare per le tante donazioni, grandi e piccole, che ci sono giunte, per le dimostrazioni di affetto e, soprattutto, per il sostegno.
Vorremmo condividerle anche con chi ha avuto il coraggio di nominarci, le Amministrazioni precedenti e il Consiglio Comunale dell’epoca, che speriamo di aver ripagato per la fiducia a suo tempo accordataci e mai venuta meno.
Vorremo condividerle anche con gli operatori e i dipendenti, con i tecnici che hanno seguito i lavori, con le famiglie degli ospiti, con le associazioni cittadine e con tutti coloro che sempre si sono adoperati perché la struttura potesse migliorare e crescere.
Vorremmo condividerle anche con chi, per motivi che ci sfuggono e che non vogliamo comprendere, ha anteposto l’interesse personale all’interesse pubblico ed al bene della struttura, magari svilendo il mandato politico conferito loro dai cittadini e non comprendendo che le tensioni create, a volte incomprensibili, finiscono per riverberarsi sugli ospiti della struttura.
L’auspicio di noi tutti è quello di vedere confermato, e se possibile incrementato, nel prossimo futuro il buon livello dei servizi raggiunto attraverso l’ultimazione dell’ultimo stralcio della nuova ala dell’edificio dove potranno essere realizzate n. 4 nuove camere doppie sopra il nuovo refettorio, dove potrà essere ospitata la nuova cucina che, oltre a divenire più funzionale potrà liberare dei locali per nuovi spazi diurni utilizzabili per la socialità. La vera sfida tuttavia sarà quella della quotidianità, delle piccole attenzioni, della sensibilità che passa per il sapiente utilizzo delle risorse economiche ed umane lasciate a disposizione perché è con la loro sapiente gestione che potranno essere conservati gli elevati standard raggiunti.
Infine, nel ringraziare le nostre famiglie per il tempo che abbiamo sottratto loro, ci preme augurare al nuovo Consiglio di Amministrazione un sincero augurio di buon lavoro, in cui la serenità e lucidità sia il tratto caratterizzante del futuro operato.

Montegranaro, li 14.10.2016

Il CDA uscente della Fondazione Casa di Riposo
Opera Pia – Onlus di Montegranaro
Melchiorri Lucio – Gazzani Alberto–Franceschetti Sara
Ciarma Tiziano – Lelli Gianni – Cameli Luigi

Come lo Stato strangola i librai



Leggevo con dolore del suicidio di un collega libraio, avvenuto nei giorni scorsi a Camerino. Un ragazzo di 31 anni che, al culmine della disperazione, si toglie la vita perché non riesce più a mandare avanti l’attività che gli fa mantenere se stesso e la famiglia. Una storia ricorrente, purtroppo, e per la frequenza di casi analoghi nulla sta facendo nessuno. Certo, il caso del libraio di Camerino è aggravato dalla situazione generatasi col terremoto che, però, certamente ha trovato uno stato di cose già precario e fisiologico per chi svolge questa attività. I mesi di fine anno, per i librai, sono difficilissimi, e a renderli difficili è lo Stato. Ora vi spiego perché.
I libri scolastici delle scuole primarie, come si sa, non vengono pagati dai genitori ma dallo Stato, questo lo sappiamo tutti. Quello che non tutti sanno è che, per diversi mesi, i libri li paga il libraio e poi, con molta calma, lo Stato restituisce l’importo. Partiamo, innanzitutto, dalla considerazione che le cartolibrerie forniscono il servizio dei libri di testo per la scuola primaria con un margine lordo che raramente supera il 12% del prezzo di copertina. Il lavoro è immane, impegna il libraio per alcuni mesi e occupa spazi nel negozio. Ci sono spese, viaggi, libri non ritirati ma pagati. Alla fine del gioco al libraio rimane poco o niente, diciamo che, se va paro, gli è andata bene. Perché allora si fornisce il servizio? Perché, in teoria, dovrebbe portare clientela e quindi consentire di vendere la cancelleria dove il margine permette al libraio di sostenersi.
I libri, i librai, li pagano in contanti. Li consegnano ai propri clienti che, ovviamente, non pagano nulla, non rilasciano alcuna ricevuta e, per ottenere il pagamento, i librai devono attendere che i clienti riportino le cedole librarie e questo avviene, normalmente, non prima della metà di ottobre. I libri, però, erano in magazzino già a luglio. Pagati. Una volta ricevute le cedole, il libraio emette la fattura al Comune di residenza dei clienti che ha sessanta giorni per il saldo. Per tutta questa operazione il Comune trattiene il 2% dell’importo della fattura.
Quindi, ricapitolando: il libraio anticipa i soldi a luglio e ottiene il pagamento, grossomodo, a dicembre, decurtato del 2%. Con un margine del 12% lordo di partenza, le spese per le consegne e i ritiri, qualche libro che rimane in magazzino non ritirato, le tasse e l spese vive, si fa presto ad andare sotto, a rimettere. Tutto questo senza considerare gli eventuali interessi bancari. Insomma, il libraio anticipa qualche migliaio di Euro per lo stato per diversi mesi per un guadagno che non c’è. Questo crea evidentemente problemi di liquidità all’attività commerciale. Capita anche che qualcuno, per far fronte, ritardi, ad esempio, il pagamento dell’INPS. E lo stato che fa? Prima di saldare la fattura pretende il DURC, ossia controllo la regolarità contributiva, e se il creditore ha saltato una rata di contributi perché lo Stato detiene i suoi soldi, lo Stato non lo paga.
Questo è il sistema dei libri scolastici gratuiti per le scuole primarie. Libri che, vedete bene, più che lo Stato, li paga il libraio.

Luca Craia

Due Montegranaro diverse. Quale sarà quella vera?



Chi oggi abbia letto i due quotidiani locali avrà notato che entrambi parlano della fiera di San Serafino. Il Resto del Carlino celebra il grande successo commerciale e di pubblico dell’evento e la gloria dell’assessore al commercio. Il Corriere Adriatico, invece, parla di flop e dà voce al capogruppo di Viviamo Montegranaro, Mauro Lucentini, che lamenta la disorganizzazione. È come se ci fossero due Montegranaro: in una girava Lorenzo Girelli e nell’altra Marco Pagliariccio, i due autori degli articoli. Ma di Montegranaro, in provincia di Fermo, con patrono San Serafino e la fiera il 12 ottobre, ce n’è soltanto una, almeno mi pare. Allora come è possibile questa enorme dicotomia tra il positivo e il negativo, tra il successo e l’insuccesso?
Io ero fuori per lavoro per cui non posso dire cosa ho visto se non dalle foto che mi sono passate davanti su Facebook e che, a dire il vero, danno ragione a Lucentini. In effetti anche le stesse foto apparse ieri sui quotidiani non è che mostrassero folle oceaniche e ricordo bene quando la fiera, anni fa, era ben più estesa e con molte più bancarelle. Allora Beverati di cosa si bea? Non saprei, probabilmente negli ultimi anni ha poco frequentato il paese che gli ha dato i natali ma nel quale non vive, per cui magari, per una volta presente, deve essersi entusiasmato per qualcosa che di entusiasmante ha poco. Oppure siamo di fronte alla solita manipolazione dell’informazione, arte affinata dal governo montegranarese e, bisogna dire, unica cosa che gli riesce bene.
Pagliariccio dà voce a Lucentini, non scrive di suo (raramente lo fa, in genere prende “liberi spunti” in giro, spesso qui - vedi il pezzo di oggi sulla cde - oppure fa dei lunghi virgolettati) per cui sappiamo che il pezzo del Corriere è volutamente di parte. Girelli invece parla in prima persona, non usa virgolettati, ed è come se alla fiera ci abbia passato mezza giornata. Avrà sbagliato paese?
Il punto, però, non è tanto se la fiera sia stata un successo o un flop. Il punto è che questi due titoli opposti e contemporanei ci danno l’idea di una stampa che non informa più ma si limita a trascrivere comunicati. L’Amministrazione Mancini, del resto, ha assunto uno specialista proprio per questo motivo, una specie di “ministro della cultura” di sovietica memoria, e i risultati sono buoni: mandano sui giornali i pezzi che vogliono e riescono, con un paio di telefonate, a far sparire i collaboratori delle testate non allineati e che rompono troppo le scatole. Fortuna che a me non telefonano.
Chiudo con una considerazione sulla poca gente in giro. È la cosa più triste e dovremo rifletterci: Montegranaro è sempre meno comunità. Va bene la crisi, vanno bene i pochi soldi da spendere, ma un giro alla fiera del Patrono è tradizione intoccabile. Se muore pure questa, Montegranaro come entità paese, come comunità cittadina, è messa davvero molto male.

Luca Craia