Danni indiretti da terremoto. Non quelli fasulli chiesti dal
Consigliere Regionale di maggioranza, Boris Rapa, ma quelli reali subiti dalla
costa delle province colpite. Ma dire che, a far danni, sia stato il terremoto
è improprio. I danni li hanno fatti gli amministratori regionali uniti ai
responsabili dell’emergenza, con un operato a dir poco scriteriato e
inqualificabile, anche accettando la buona fede.
Sta accadendo questo: a fronte della più che legittima,
anzi, direi doverosa protesta degli sfollati alloggiati nelle strutture
turistiche della costa, ora stanno giungendo le disdette dei villeggianti che,
visto il caos che si sta generando, preferiscono annullare e andare altrove. Si
è innescato un circolo vizioso in cui, alla situazione deprecabile in cui sono
stati cacciati i terremotati, si aggiunge il tracollo del comparto turistico
che, a fatica, cercava di rimettersi in piedi dopo la profonda depressione
derivante direttamente dalla fobia da terremoto.
Il turismo, nella parte costiera delle province più colpite,
è un’economia fondamentale. Ci sono città che vivono di turismo e attività
produttive e ricettive che non possono permettersi di perdere una stagione. Ma
questo è quello che accade. Se si fosse adottata una politica diversa, volta a
far rimanere in loco il più possibile i terremotati anziché fare questa
sostanziale deportazione a cui abbiamo assistito, se si fosse accelerato al
massimo per l’installazione delle SAE o, quanto meno, si fossero utilizzate
strutture ricettive più interne, non saremmo a questo paradosso in cui le zone
colpite direttamente vedono tracollare la propria economia per assenza di
abitanti e diserzione dei turisti che non vanno certo a visitare zone rosse invalicabili.
Nel contempo si sta facendo morire il settore turistico di zone che non hanno
nulla a che vedere col terremoto.
Un autentico capolavoro al contrario, con danni
incalcolabili all’economia regionale, danni che pagheremo per decenni. Le
responsabilità politiche sono pesanti, ma non sembra che verranno assunte dai
diretti responsabili. Avoglia a spot televisivi.
Luca
Craia