mercoledì 12 aprile 2017

Processionaria: l’assessore Basso è inadempiente, altro che ringraziamenti.



Capisco l’associazione “Amici di Fido” nell’esprimere la propria soddisfazione per aver ricevuto riscontro da parte dell’Assessore all’Ambiente Roberto Basso alle proprie segnalazioni relative alla presenza di processionaria del pino sul territorio comunale di Montegranaro, non è da tutti ricevere le attenzioni dell'assessore ma, nonostante le lodi del gruppo animalista, va rimarcata l’inadempienza del Comune. 
Infatti il proprietario di piante infestate è obbligato dal decreto 30 ottobre 2007 alla disinfestazione delle stesse e, per proprietario, si intende chiunque, ivi compreso l’ente pubblico. Nel caso, poi, di piante di proprietà privata, chiunque fosse a conoscenza della presenza dell’organismo infestante è obbligato a darne comunicazione al Servizio Fitosanitario Regionale. Nel caso montegranarese il Comune si è mosso con notevole ritardo, non ha fatto trattamenti al proprio patrimonio arboreo se non dietro la segnalazione della suddetta associazione, nulla ha fatto per sollecitare e obbligare i privati a intervenire. In ogni caso, i trattamenti fatti in primavera sono tardivi in quanto questi vanno fatti in autunno e in inverno, intervenendo direttamente sui nidi e non sull’organismo in migrazione. 
 Per questo motivo non ritengo di unirmi alle lodi all’Assessore, anzi, credo che questi sia stato gravemente inadempiente. Ricordo che la processionaria è responsabile della morte di numerosi animali ed è estremamente pericolosa anche per l’uomo.

Luca Craia

martedì 11 aprile 2017

Fermo provincia (senza) rotatorie. E quella della Mezzina va a farsi benedire. Montegranaro e Sant’Elpidio dormono.

Strade senza manutenzione, strade disegnate anni e anni fa e non più adatte a sopportare il traffico di oggi, strade pericolose; mentre si susseguono incidenti più o meno gravi, a volte luttuosi, nella provincia di Fermo, l’amministrazione provinciale piange miseria e denuncia l’enorme difficoltà a far fronte a una delle poche incombenze rimaste a carico dell’ente locale: la viabilità. Non ci sono soldi o, almeno, ce ne sono davvero pochi. In questa situazione si inseriscono le legittime istanze dei cittadini che chiedono più sicurezza, e lo fanno con l’unico strumento rimasto in mano loro, anche se poco efficace, anche se spesso ignorato dalle istituzioni: la petizione.
I cittadini chiedono sicurezza prevalentemente negli incroci, luoghi critici in cui si concentrano gli incidenti più gravi. Si chiede che vengano costruite nuove rotatorie, mezzo efficace pe ridurre la velocità e, di conseguenza, il numero e la gravità degli incidenti. Ecco allora che, in pochi giorni, partono raccolte firme in tutta la Provincia di Fermo: c’è una petizione per l’incrocio tra la strada delle Paludi e la Statale Adriatica, un’altra sempre per l’Adriatica nell’intersezione con Marina Palmense e Torre di Palme, un’altra ancora a Molini-Girola. Sono tutti teatri di incidenti frequenti e gravi e i comitati spontanei, giustamente, chiedono che vengano prese tutte le misure per limitare gli accadimenti.
C’è però un altro incrocio dove succedono incidenti gravi, a volte gravissimi, un incrocio dove solo l’anno scorso è stata persa l’ultima vita umana, una ragazza di Montegranaro nel fiore degli anni, una ragazza che ha perso la vita perché qualcuno, non importa, a questo punto, capire chi, non ha rispettato il semaforo. Mi riferisco all’incrocio tra la Strada Provinciale Elpidiense e la Mezzina, nel territorio di Sant’Elpidio a Mare. Un incrocio pericolosissimo, dove le auto sfrecciano veloci e capita spesso, troppo spesso, che qualcuno salti il semaforo, vuoi per incoscienza, vuoi per distrazione. E troppo spesso ci scappa l’incidente grave, troppo spesso fatale.
L’ex Presidente della Provincia di Fermo aveva preso l’impegno di costruirci una rotatoria quanto prima. Il nuovo Presidente non ne parla più. Le richieste di intervento di questo tipo, come abbiamo visto, sono tante e più pressanti, e questa rischia di passare in secondo piano. Del resto il punto è proprio questo: a Montegranaro e a Sant’Elpidio a Mare nessuno dice nulla, nessuno fa richieste, nessuno raccoglie firme. E i Comuni, che dovrebbero essere i primi a tutelare la vita e la sicurezza dei cittadini, tacciono. Conseguenza: ci sono buone probabilità che, semmai la Provincia trovi fondi per fare interventi sulla sicurezza stradale, sulla Mezzina ce lo possiamo probabilmente sognare.

Luca Craia

Le attrattive turistiche fermane a Roma. Ma a Fermo non c’è spazio.



Da Crivelli a Rubens”, così si intitola la mostra romana allestita nel complesso monumentale di San Salvatore in Lauro per mostrare al grande pubblico dei visitatori della Capitale un esempio delle bellezze che si possono ammirare nel territorio fermano. L’iniziativa del Pio Sodalizio dei Piceni e del comune di Fermo, in collaborazione della Soprintendenza delle Marche, ha portato a Roma alcuni capolavori fermani, come la bellissima Adorazione dei Pastori di Rubens che ha casa nel Palazzo dei Priori di Fermo, e alcune pale di Vittore e Carlo Crivelli, con l’intento di promuovere turisticamente questo lembo d’Italia così ricco di tesori d’arte. Un’iniziativa lodevole ma con diversi lati d’ombra.
Il problema è che, più che di una promozione, si tratta di un ripiego. Infatti molte strutture di Fermo e del Fermano non sono agibili, almeno temporaneamente, a causa del terremoto. Quindi, come dice lo stesso Sindaco di Fermo, Paolo Calcinaro, in una discussione sulla sua pagina rispondendo a un mio quesito proprio su questo argomento, “facciamo di necessità virtù” e, nell’attesa di avere di nuovo agibili le nostre strutture, utilizziamo queste opere per fare promozione. Tanto, al momento, non sarebbero comunque fruibili.
Una promozione, però, che rischia di rimanere sterile perché, se un turista, per esempio, in questi giorni di Pasqua in cui, normalmente, gli appassionati d’arte di muovo alla ricerca di tesori da scoprire, giungesse a Fermo, magari invogliato proprio dalla promozione che da tempo viene mossa per far conoscere questa bella città (vedi il Rubens a Milano dello scorso anno), troverebbe Palazzo dei Priori chiuso. Se lo stesso turista facesse un giro per il territorio, troverebbe quasi tutto non visitabile a causa del sisma. Quindi lo stallo in cui il territorio colpito dal terremoto vive a causa dei ritardi burocratici vanificherebbe gli sforzi per promuoverlo.
Gran parte delle strutture marchigiane sono state danneggiate in maniera lieve e potrebbero essere riaperte in breve tempo e con poca spesa. Ma sono mesi che rimangono chiuse e non si muove una paglia. Lo scorso fine settimana, tanto per fare un esempio, sono andato a Monte San Martino per vedere i Crivelli contenuti nella chiesa omonima, ma non sono potuto accedere perché è tutto chiuso in attesa di sopralluoghi.
In sostanza, promuovere un territorio, attirare turisti che poi, giungendo, non troverebbero quanto promesso a causa della lentezza pachidermica con cui si sta tornando alla normalità, è illogico e pericoloso. E la questione non è soltanto burocratica, è anche politica. Il Governo è scollato dalla realtà e la Regione si è invischiata nelle tante problematiche causate dalla sua stessa incompetenza che sembra non riuscire a dipanare la matassa. Nel frattempo le nostre bellezze se ne vanno in giro per l’Italia e, nelle Marche, facciamo morire il turismo, prima con il pastrocchio delle strutture ospitanti gli sfollati, e poi con una politica cieca che non capisce che, senza opere d’arte, il comparto è mutilato. Sono danni che pagheremo per anni.

Luca Craia

Vi traduco in italiano dal politichese il messaggio di Botticelli



Come per ogni lingua, anche nel politichese esistono diverse forme. C’è il politichese forbito, quello che si parla quando non si vuole far capire niente o quando si comunica tra istituzioni. Poi c’è il politichese corrente, quello che parlano i politici, per esempio, quando fanno i comunicati stampa. C’è anche il politichese discorsivo, quello che sembra italiano e lo capisci come l’italiano ma, dietro al significato palese in italiano, nasconde un significato recondito in politichese, un messaggio criptato che solo chi conosce bene questa lingua capisce.
Livio Botticelli, il Presidente della Casa di Riposo di Montegranaro, oltre a essere uomo di grande integrità morale e mio carissimo amico, persona che stimo moltissimo, è un politico della vecchia scuola, uno di quelli che la politica la sa fare e la potrebbe insegnare a tanti dilettantucoli che siedono in poltrone forse troppo alte per loro. Quindi Livio Botticelli conosce molto bene il politichese e lo parla in tutte le sue forme. Nelle dichiarazioni rilasciate alla stampa oggi ha scelto di parlare in politiche discorsivo.
Le dichiarazioni del Presidente del Residence per Anziani, quindi, si possono leggere in due modi: il primo è molto distensivo, tranquillizzante, lascia intendere che non ci sono scontri in atto ma solo confronti pacati. Il secondo, interpretando il politichese nel suo significato recondito, è invece un messaggio ai suoi colleghi che amministrano il paese. E il messaggio, tradotto in italiano corrente, è molto meno rassicurante.
Botticelli chiede ascolto, chiede soldi (anche se non pressantemente) ma chiede soprattutto che l’ente che presiede sia una priorità per l’amministrazione comunale. Quando dice che i soldi non sono importanti, intende che lo sono meno rispetto alla velocità di risposta politica, ma comunque servono. Quando dice che si troveranno, intende che si dovranno trovare. Insomma, il tono accomodante e tranquillo va tradotto in un messaggio che dovrebbe essere molto meno rassicurante per la Giunta. 
Il problema, e forse qui Botticelli sbaglia, è che non è detto che i suoi interlocutori siano in grado di capire il messaggio. Ma forse il suo interlocutore diretto, il vicesindaco, che tra l’altro ha sponsorizzato la sua candidatura alla presidenza dell’ente, riuscirà a cogliere il senso, è sufficientemente attrezzato, se non di cultura, di esperienza politica, visto che ha governato un po' con tutti. E se le coglie avrà qualche piccolo cedimento alle ginocchia, visto che si tratta di un ultimatum a tutti gli effetti al quale bisognerà rispondere velocemente e in maniera convincete. C’è da vedere che farà il Sindaco, se capirà il messaggio e se vorrà dare una risposta in linea con le aspettative. Altrimenti ne vedremo delle belle.

Luca Craia