mercoledì 19 aprile 2017

E se pensi che i ponti crollano per colpa dello Stato sei un populista brutto brutto.


La temibile termite gigante del cemento armato, che si mangia i piloni dei ponti. Altro che corruzione.

Certo che bisogna essere davvero cattivi per dare la colpa allo Stato se crollano cinque o sei ponti nel giro di pochi mesi. Bisogna essere proprio dei populisti brutti brutti, zozzi e cattivi e non voler per niente bene al proprio Paese. Lo sanno tutti che ci sono le termiti giganti del cemento armato che si mangiano il ferro nei piloni, che cavolo c’entrano gli appalti truccati, i subappalti truccati, la corruzione, la politica. Sono le termiti. E quando non sono le termiti è colpa degli operai rumeni che fanno merenda invece di lavorare. E se l’autostrada è aperta nonostante stiamo facendo sollevare il ponte è normale, lo facciamo sempre, tutti i santi giorni. Quando passate sotto un ponte è possibile che lo stiamo sollevando. Ma mica ve lo diciamo. Mica vi vogliamo far preoccupare. E se vi casca in testa è un caso, è colpa degli operai rumeni che fanno merenda. È colpa delle termiti giganti del cemento armato. Grosse, le termiti, mangiano un sacco. Dicono che sul mare ci fanno meno, quindi il ponte sullo stretto di Messina non dovrebbe cascare tanto facilmente. Ma se cascasse è sempre colpa delle termiti giganti. Butti populisti che non siete altro.

Luca Craia

sabato 15 aprile 2017

La legge non ci piace? Secondo i radical fermani basta disobbedire.


L’incapacità di articolare il ragionamento e calibrarlo con la realtà perché si è talmente indottrinati, talmente condizionati dall’ideologia, talmente calati nel ruolo del santone buono e salvifico, è il grosso limite di quella parte politica e sociale che oggi chiamiamo radical, ma che eredita la parte peggiore della morale comunista. Orfani del proletariato, dal quale si sono allontanati preferendo i salotti di alcantara e i maglioncini di cachemire alle fabbriche, ora si riciclano come tutori del povero immigrato maltrattato dagli sporchi Italiani razzisti. Arrivano oltre ogni limite nella loro lotta post-sociale, addirittura invitando le Istituzioni a non applicare la legge dello Stato.
È quello che fa, in maniera invero non sorprendente, l’estrema sinistra fermana (quella stessa che, la scorsa estate, accusava Fermo e tutto il suo territorio di razzismo), all’opposizione, naturalmente, esortando il Comune di Fermo a non applicare la legge “Minniti-Orlando” perché, secondo gli ex paladini del proletariato che non interessa più, questa legge dello Stato, a loro non piace. Ritengono, i radical del Fermano, che la legge sia “di stampo autoritario” e per questo presentano in Consiglio Comunale un apposito ordine del giorno.
Non voglio scendere nel dettaglio della legge caduta nel mirino dei nostri paladini dell’immigrato, ma vorrei sottolineare come queste organizzazioni, come dicevamo, non ritengano di muovere azioni politiche, contro una legge che ritengono ingiusta, cosa che sarebbe pienamente legittima, ma chiedono semplicemente di “disobbedire” alla legge, contraddicendo le loro stesse funzioni in quanto forze rappresentate all’interno delle Istituzioni.
Insomma, secondo questo ragionamento, sarebbe legittimo non applicare qualsiasi legge sia contraria ai nostri principi, cosa che, così a prima vista, parrebbe piuttosto pericolosa. Pare che la questione arriverà in Consiglio Comunale e lì vedremo quali saranno i cattivoni razzisti che bocceranno la richiesta che odora di santità ma, nel contempo, si mostra un totale distacco dalla società nonché una certa disinvoltura nel ruolo istituzionale. Nei salotti radical il problema immigrazione è solo una questione di principio.

Luca Craia

Ubaldi vince 100 Lire e il premio “Primo della classe”. Pappappero marameo.



Se avete presenti le classiche recite di fine anno scolastico potrete capire come il paragone sia calzante con la messa in scena quotidiana a cui assistiamo grazie alle uscite sul giornale da parte degli amministratori comunali montegranaresi i quali fanno a gara a chi sia più puerile e, consentitemi, ridicolo. L’uscita di Ubaldi di oggi, però, spiazza tutti e fa vincere al Vicesindaco il premio “Primo della classe” e cento lire messe in palio dalla maestra.
Sì perché riempire una pagina di giornale per dire al mondo intero quanto si è bravi, quanti voti si è presi e fare marameo all’avversario che, di voti, ne avrebbe presi meno è una roba che non si può raccontare, è di una infantilità disarmante. Se l’altro giorno Beverati faceva pappappero oggi Ubaldi arriva a fare marameo e ci consegna l’immagine di una politica che farebbe ridere se non fosse tragica. Perché se questo è il livello di chi governa Montegranaro, siamo messi davvero molto male.
Ubaldi fa i dispetti a Gismondi e gli dice un sacco di cose brutte, pare quasi di udire una pernacchia tra una frase e l’altra. Parte dagli “e allora tu” e finisce con “io però sono più popolare (magari anche più bello)”. Gli rinfaccia di averlo in passato appoggiato (e, secondo la sua attuale angolazione, deve aver sbagliato, ma non lo ammette) e arriva a dirgli questa frase che riassume tutto l’ubaldi-pensiero: “quando siamo stati nelle stesse liste da semplici candidati consiglieri, io sono sempre arrivato primo”. Questa affermazione le vale tutte, le 100 Lire che gli darà in premio la maestra. Marameo pappappero.
Ubaldi è quello che affermò che, per esprimere il proprio parere, bisogna candidarsi e farsi eleggere, come ha fatto lui, altrimenti tutti zitti. Ubaldi è quello del metodo di attaccare l’avversario sul piano personale piuttosto che sugli argomenti. Con me lo fa da una vita e, il bello, è che è abituato a farlo fare agli altri, lui rimane nascosto. In questa uscita però c’è una novità perchè, almeno, ci mette la faccia direttamente, non si nasconde dietro fantomatiche organizzazioni senza organigramma che scrivono comunicati senza firmarli. Almeno stavolta la figuraccia è tutta sua.

Luca Craia