giovedì 20 aprile 2017

Il mistero della lottizzazione “Rossi”. Fioriscono i mausolei in vita.



È un mistero il perché l’amministrazione comunale di Montegranaro punti tanto sulla riqualificazione della cosiddetta “lottizzazione Rossi”. È un mistero perché non se ne vede l’utilità. Si tratta di un’area al margine estremo di un quartiere, San Liborio, che sta vivendo drammaticamente un degrado impensabile qualche anno fa, quando era la zona residenziale più ambita di tutto il paese. Oggi San Liborio sembra quasi sia stato contagiato dal centro storico, tante sono le problematiche di ordine urbanistico e sociale che si stanno manifestando, aggravate da una carenza di manutenzione ordinaria ormai radicata. Eppure, nonostante siano molti gli interventi possibili e auspicabili nel quartiere, per non parlare degli altri quartieri come centro storico, appunto, e Villa Luciani, per i quali davvero nulla si sta facendo, anche oggi sulla stampa si ribadisce la volontà di investire un bel po’ di soldi per riqualificare un’area che, in realtà, è poco più che un campo incolto. E se prima si parlava solo di impianto sportivo, ora ci si riferisce al progetto come riqualificazione. Riqualificazione di che?
Il mistero si infittisce se si pensa che interventi in quest’area erano nel mirino del vicesindaco Ubaldi già quando era in amministrazione con Gianni Basso, interventi poi stoppati proprio dal Sindaco. Come mai, viene da domandarsi, tanta passione dell’avvocato per questa zona? Al momento non si capisce, ma pare che ogni membro della giunta Mancini stia cercando di crearsi un mausoleo in vita, qualcosa per cui venire ricordato dai posteri a imperitura memoria. Lo sta già facendo Perugini, con l’inopportuno marciapiedone di viale Gramsci, lo ha fatto Basso Quello Alto, con il nuovo Ecocentro e i bidoncini variopinti che ci ricordano di lui ogni santa mattina, e ora anche il vicesindaco pare voler riscuotere la sua parte di gloria da celebrare, con un’opera la cui utilità sfugge completamente da di cui i costi, anch’essi inopportuni, sono molto chiari. A questo punto c’è da preoccuparsi circa i mausolei in vita dei rimanenti assessori, anche se non pare stiano puntando, vivaddio, troppo in alto.

Luca Craia

A Montegranaro vogliono il bibliotecario – guida turistica. Ma non lo scrivono nel bando.


È stata selezionata, il 10 aprile scorso, la figura che dirigerà pro tempore la Biblioteca Comunale di Montegranaro per il prossimo anno, sulla base di un bando pubblicato lo scorso febbraio. Dopo ripetuti incarichi assegnati senza pubblicità, sulla base di criteri discrezionali, finalmente si giungeva a dare la possibilità a chiunque fosse in possesso dei requisiti necessari di coprire l’incarico che certamente non dà una remunerazione faraonica ma, comunque, appetibile: 5000 Euro lordi all'anno.
Tra le candidature arrivate in Comune a seguito della pubblicazione del bando sono state selezionate tre persone idonee all'incarico, convocate per il 10 aprile per il colloquio davanti alla commissione, formata dai tre responsabili dei rispettivi settori, cultura, affari generali e finanze, nonché di un impiegato in funzione di segretario verbalizzante. I tre candidati, tutti in possesso dei titoli e dell’esperienza richiesta, sono stati interrogati tramite tre domande comuni e una domanda segreta da sorteggiare per ogni concorrente. Fin qui la procedura.
Pare, però, che ci siano stati alcuni passaggi che possono sollevare qualche dubbio sulla procedura. Infatti alle candidate sono state poste domande non soltanto strettamente inerenti al ruolo che potenzialmente avrebbero coperto, ma anche su altri argomenti non precisamente inerenti, come il patrimonio artistico presente sul territorio comunale, che non è prerogativa specifica del bibliotecario. In particolare, inoltre, pare curiosa la presenza, tra le domande” segrete”, di una la cui risposta esula totalmente dal ruolo, a meno che il candidato non si occupi o si sia occupato in passato della questione. Si tratta della seguente domanda: “partendo dall'esistente, illustraci la tua proposta di valorizzazione turistica del territorio”.
Ovviamente un archivista bibliotecario non deve essere espressamente preparato su una questione che prevede più una specialistica da manager del turismo ma, qualora la cosa fosse stata ritenuta un requisito importante, credo dovesse essere stata specificata nel bando stesso, cosa che non è. In questo modo si metterebbero i candidati nella condizione di prepararsi e non si creerebbero eventuali disparità tra candidati che non si siano mai occupati di turismo e chi, invece, lo abbia già fatto. In questo modo si sarebbe evitata la possibilità di un ricorso da parte dei candidati esclusi che, invece, con questi presupposti, ne avrebbero, secondo me, facoltà. Per la cronaca, l’incarico è stato conferito alla figura che lo aveva già svolto in precedenza.


Luca Craia

mercoledì 19 aprile 2017

Riposto il Sacello Lauretano, bel momento per Montegranaro e Arkeo.



Il Sacello Lauretano è tornato nella sua chiesa, anche se al piano superiore, dentro SS.Filippo e Giacomo anziché Sant’Ugo. È molto meglio che stia nella chiesa superiore, al riparo dall’umidità presente copiosa nel tempio sottostante, e di altri problemi che stiamo ancora cercando di comprendere. La Casetta della Madonna di Loreto è bellissima, dopo il restauro. I tanti che sono venuto il Lunedì dell’Angelo alla cerimonia di riposizione hanno potuto vedere quanti particolari fossero nascosto dal deposito del tempo e dell’incuria. Ora, tornata al suo antico splendore, può tornare anche a essere un punto focale della fede e della tradizione montegranarese, come lo era un tempo per adulti e bambini.
È stato un bel momento, la cerimonia di riposizione, per me un momento emozionante. Era un obiettivo che mi ero posto da tempo, insieme ad Arkeo, di restaurare quest’opera d’arte popolare così importante, un tempo, per Montegranaro e così dimenticata. Da quando, nel 2011, riaprii Sant’Ugo insieme ai volontari di Città Vecchia appena fondata, dopo anni di oblio, fu chiaro che il Sacello doveva essere riportato alla sua bellezza di un tempo e, alla fine, ci siamo riusciti. Lo abbiamo fatto grazie al nostro impegno nel portare turisti a Montegranaro e raccogliendo in questo modo le offerte con le quali ci finanziamo. Lo abbiamo fatto anche grazie all’amico restauratore Marco Salusti che ogni volta ci viene incontro sui costi. Lo abbiamo fatto anche grazie a don Sandro Salvucci che ci ha dato fiducia.
Ora c’è da augurarsi che Montegranaro, che alla cerimonia era presente in maniera massiccia, prenda coscienza di quante bellezze ci sono ancora da riportare alla luce e di quanto ci vorrebbe poco se lavorassimo insieme, come una comunità. Io spero che ci siano imprenditori, come Giuseppe Raparo che finanzierà il restauro del Crocifisso del Cimitero, che vorranno aiutarci in questa impresa di recuperare l’arte e la storia di Montegranaro, ma spero anche che gli stessi Montegranaresi si sentano parte di questo progetto e lo sostengano come possono. Sarebbe una bella prova di insieme per Montegranaro e un’occasione non soltanto per riappropriarci del nostro patrimonio culturale ma anche per tornare a essere una vera comunità cittadina. Me lo auguro di cuore.

Luca Craia

Si torna a parlare della Statale della Valnerina. Ma solo in Umbria.



Stamattina, a Foligno, si è tenuto un vertice tra gli Ordini Professionali e la Regione Umbria per fare il punto sulla situazione post-terremoto. Al termine dell’incontro, il Presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini, è tornata a parlare, dopo mesi di silenzio sul tema, della questione riguardante la Valnerina e del suo ruolo fondamentale per il rilancio economico delle zone colpite dal sisma. Il Presidente umbro ha parlato in generale di strade e, per quelle di suo competenza, come la provinciale 477 che collega Norcia a Castelluccio, ha reso noto che sono già stati progettati gli interventi necessari, con relativi finanziamenti e bandi di gara, perché la strada torni a essere fruibile entro giugno, in tempo per la fioritura.
In quanto alla Valnerina, chiusa per la frana che la blocca all’altezza delle gole, la Marini ha detto che "la statale che porta a Visso è fondamentale per far ripartire il turismo e il lavoro in questo territorio". Parole sante che arrivano dal versante sbagliato o, quantomeno, meno interessante per le prospettive marchigiane. Nelle Marche, infatti, ormai da troppo tempo non si parla più di Valnerina, né si sa se i famosi monitoraggi, propedeutici a fantomatici lavori di ripristino che non sembrano essere nemmeno stati ancora pensati, siano almeno stati approntati. Rincuora, quindi, sentire di nuovo qualcuno che si interessi del problema, ma avremmo voluto ascoltare anche qualcosa di rassicurante sul lato marchigiano dei Sibillini che, invece, tace. (foto Gianluca Scarponi)

Luca Craia