giovedì 20 aprile 2017

Ponte dell’A14. Indagati i vertici della ditta. L’autostrada la dovevano chiudere loro?



Come volevasi dimostrare: apprendiamo che, nel registro degli indagati per il crollo del cavalcavia dell’A14 che, ricordiamolo, uccise due coniugi che passavano tranquillamente in autostrada senza poter immaginare che un ponte gli potesse cadere sopra, ora figurano dei nomi. E questi nomi sono tutti della ditta Delabech, che eseguiva i lavori. Si ipotizzano i reati di disastro colposo e di omicidio colposo plurimo, ovviamente, ma le responsabilità, a quanto pare, restano circoscritte a chi eseguiva i lavori. Ovviamente è obbligo degli inquirenti indagare sui primi anelli della filiera degli interventi e delle decisioni su quel cavalcavia maledetto, ma sembra che ci si stia concentrando solo su questi.
Si parla, finalmente, anche delle responsabilità inerenti all’aver lasciato aperto il traffico in autostrada durante lavori così delicati. Il punto è che anche qui l’ipotesi sembra essere che la Delabech non abbia informato la Pavimental, società per la quale lavorava in subappalto, della necessità di chiudere il tratto. Quindi Pavimental e Autostrade per l’Italia sarebbero scevre di colpe. L’ipotesi sembra la solita soluzione all’italiana, quella che prospettavamo da tempo, ossia quella che a pagare sono gli elementi più deboli.
Ricordiamo, comunque, che la Pavimental, che aveva l’appalto e lo aveva girato alla Delabech, è un’azienda che appartiene alla holding Atlanta, alla quale partecipa anche Società per l’Italia. Che a pagare, quindi, alla fine siano i soliti poveracci pare normale, la soluzione più semplice.

Luca Craia

Terremoto: applausi alla Bora che estende il credito alle aziende colpite a ottobre, ma non aumenta la cifra.


A leggere frettolosamente il comunicato dell’assessore, anzi, assessora (altrimenti si offende) alle attività produttive della Regione Marche, Manuela Bora, verrebbe quasi da plaudire. La nostra giovane commercialista ci informa di aver “esteso l’operatività del Fondo regionale di garanzia alle imprese danneggiate dalle scosse dell’ottobre 2016 e a quelle coinvolte nella ricostruzione”, il che significa che, se mentre prima potevano accedere a questo fondo solo le attività colpite dal sisma di agosto, ora possono fare richiesta anche quelle che hanno subito danni a ottobre.
Però non bisogna mai leggere frettolosamente. Infatti, cercando di capire bene, si legge la cifra destinata a tale scopo: 1.830.000 Euro. E, pensandoci bene, non sembra proprio una cifra astronomica. Allora uno si immagina: l’avranno integrata, per inserirci anche i danni di ottobre. Ma, sempre leggendo bene, pare proprio che non l’abbiano ampliata. Per cui, se con 1,83 milioni prima ci coprivano i danni di agosto, ora con 1,83 milioni ci coprono anche quelli di ottobre. E qui scatterebbe l’applauso.

Luca Craia