A tutti coloro che, per ignoranza, incompetenza, tornaconto politico
pronunciano la trita quanto stupida frase “le chiese dopo”, vorrei raccontare
la storia riportata da Pier Luigi Moriconi, storico dell'arte e
funzionario della Sovrintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio delle
Marche durante la presentazione dei risultati dell’attività svolta nel 2016 dal
Nucleo Tutela Patrimonio Culturale dei Carabinieri nelle Marche. Durante un
intervento di recupero dei beni culturali più preziosi contenuti in una chiesa
lesionata dal sisma, ha raccontato Moriconi, una donna gli si è avvicinata
chiedendo di mettere in salvo anche una piccola scultura in gesso di nessun
valore artistico e storica. La donna ha insistito perché quella statuina fosse
portata al sicuro perché, pregando davanti a essa, aveva ottenuto una grazia.
Si
tratta di una testimonianza importante che evidenzia quanto sia importante il
luogo sacro all’interno del tessuto sociale, non solo in quanto patrimonio
economico e volano del turismo, come abbiamo più volte ribadito su queste
pagine, ma anche come collante sociale, come scrigno di cultura e tradizione,
punto di riferimento e fulcro di una società che si fonda, da secoli, anche
sulla cultura religiosa.
L’opera
dei Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio culturale delle Marche, in questo,
è stata formidabile, mettendo al sicuro beni culturali per una stima di 2.754.500
euro, ma anche tanto materiale di minor valore materiale di grande valore
affettivo e sociale per le comunità colpite dal sisma. I dati presentati al
comandante del Nucleo, il maggiore Carmelo Grasso, e dal comandante provinciale
di Ancona, colonnello Stefano Caporossi parlano di un lavoro capillare e
incessante, che ha permesso, oltre al recupero di numerose opere rubate grazie
al consueto impegno dell’Arma, anche un’azione fondamentale sui danni del sisma,
portando in salvo 77.645 opere d’arte e beni preziosi in ben 153 interventi.
Sono stati messi in salvo 689 dipinti, 668 sculture, 1.929 beni ecclesiastici e
74.359 beni archivistici e librari.
Un
lavoro encomiabile che merita la gratitudine di tutte le Marche, perché è anche
attraverso la salvaguardia, il recupero e il ripristino dei beni culturali, per
la maggior parte ecclesiastici, che le economie legate al turismo e colpite dal
terremoto potranno ripartire, si spera quanto prima.
Luca Craia