mercoledì 31 maggio 2017

Project: la ricostruzione dell’ex vicesindaco Palazzetti.



Il caso Project continua a far discutere nonostante l’evidente volontà della Giunta Mancini di metterci una pietra tombale sopra. A scendere in campo e dire la sua versione dei fatti, stavolta, è l’avvocato Nullo Palazzetti che era vicesindaco con la Giunta Branchesi quando tutta la storia iniziò e che poi, nel tempo, è divenuto prima avvocato della Project e, infine, socio della stessa. Palazzetti interviene in una discussione sul profilo Facebook di Endrio Pavoni, capogruppo dei Movimento 5 Stelle, spiegando i fatti dal suo punto di vista e lanciando accuse, prevalentemente nei confronti dell’ultimo ex Sindaco, Gastone Gismondi.
La Project” afferma Palazzetti “non ha mai avuto il piacere di conoscere la volontà dell'amministrazione Gismondi di accettare la proposta conciliativa di 300.000 euro formulata dal Giudice Dott. Marziali né ha mai intrattenuto accordi con la stessa Amministrazione”. E prosegue: “per il tramite del sottoscritto e del Dott. Cannella la Project si è mostrata favorevole a mitigare il risarcimento già prima della proposizione dell'appello”. Quindi le responsabilità, secondo l’ex vice-sindaco che, in questa veste, caldeggiò l’acquisto dell’area, sarebbero ascrivibili in larga parte a Gismondi, ma lo stesso Gismondi ha già ripetutamente spiegato la sua impossibilità a intervenire dovuta alla presenza di una perizia degli Uffici Comunali che parlava chiaramente di cifre incongrue.
Tira in ballo anche l’allora opposizione, quella stessa che ora è al governo di Montegranaro. Nullo Palazzetti, infatti, dice che “se accettata, la proposta conciliativa avrebbe comportato una spesa di soli 50 euro a metro quadro. Chiediamoci invece perché nessuno maggioranza od opposizione ha ritenuto di denunciare il tutto alla Corte dei Conti tanti anni fa invece di votare delibere "postume" di approvazione di progetti già realizzati?”. Il riferimento alla Corte dei Conti è importante, perché richiama le osservazioni più volte mosse dal Movimento 5 Stelle sulle responsabilità, quantomeno politiche, che gravano su diversi Consiglieri Comunali che, essendo a conoscenza dei fatti, non li hanno opportunamente evidenziati presso le autorità competenti.
È comunque curioso il buco temporale nella ricostruzione dell’avvocato e socio della Project. Infatti Palazzetti non cita mai la giunta Basso, che pure ha governato Montegranaro per ben dieci anni subito dopo l’amministrazione di cui lo stesso Palazzetti era parte, e gestito la gran parte dell’iter della pratica, specie per quanto riguarda le motivazioni che hanno portato, in seguito, alla storia legale della stessa. E, nella giunta Basso, ricordiamolo, c’era anche Luigi Catini, marito dell’attuale Sindaco, ed Endrio Ubaldi, che ne era vice-sindaco. In particolare Catini era assessore all’arredo urbano, direttamente interessato alla pratica in questione. Il puntare il dito esclusivamente sull’amministrazione Gismondi non citando quelle precedenti assume probabilmente una connotazione politica su cui riflettere.
In conclusione, Palazzetti si è detto disponibile ad esaminare gli atti giudiziari in essere insieme al Movimento 5 Stelle. Sarebbe un’occasione da non perdere.


Luca Craia

I Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale: un lavoro prezioso per il territorio dopo il terremoto




A tutti coloro che, per ignoranza, incompetenza, tornaconto politico pronunciano la trita quanto stupida frase “le chiese dopo”, vorrei raccontare la storia riportata da Pier Luigi Moriconi, storico dell'arte e funzionario della Sovrintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio delle Marche durante la presentazione dei risultati dell’attività svolta nel 2016 dal Nucleo Tutela Patrimonio Culturale dei Carabinieri nelle Marche. Durante un intervento di recupero dei beni culturali più preziosi contenuti in una chiesa lesionata dal sisma, ha raccontato Moriconi, una donna gli si è avvicinata chiedendo di mettere in salvo anche una piccola scultura in gesso di nessun valore artistico e storica. La donna ha insistito perché quella statuina fosse portata al sicuro perché, pregando davanti a essa, aveva ottenuto una grazia.
Si tratta di una testimonianza importante che evidenzia quanto sia importante il luogo sacro all’interno del tessuto sociale, non solo in quanto patrimonio economico e volano del turismo, come abbiamo più volte ribadito su queste pagine, ma anche come collante sociale, come scrigno di cultura e tradizione, punto di riferimento e fulcro di una società che si fonda, da secoli, anche sulla cultura religiosa.
L’opera dei Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio culturale delle Marche, in questo, è stata formidabile, mettendo al sicuro beni culturali per una stima di 2.754.500 euro, ma anche tanto materiale di minor valore materiale di grande valore affettivo e sociale per le comunità colpite dal sisma. I dati presentati al comandante del Nucleo, il maggiore Carmelo Grasso, e dal comandante provinciale di Ancona, colonnello Stefano Caporossi parlano di un lavoro capillare e incessante, che ha permesso, oltre al recupero di numerose opere rubate grazie al consueto impegno dell’Arma, anche un’azione fondamentale sui danni del sisma, portando in salvo 77.645 opere d’arte e beni preziosi in ben 153 interventi. Sono stati messi in salvo 689 dipinti, 668 sculture, 1.929 beni ecclesiastici e 74.359 beni archivistici e librari.
Un lavoro encomiabile che merita la gratitudine di tutte le Marche, perché è anche attraverso la salvaguardia, il recupero e il ripristino dei beni culturali, per la maggior parte ecclesiastici, che le economie legate al turismo e colpite dal terremoto potranno ripartire, si spera quanto prima.

Luca Craia