Il paradosso è che, oltre
alla maggior parte delle unità abitative private acquistate dai terremotati che
hanno potuto farlo per evitare l’attesa delle sospiratissime SAE, anche quest’ultime
risulterebbero fuori norma, almeno secondo i dettami del famigerato articolo
8 bis del decreto legge sulla regolarizzazione delle strutture temporanee
installate in autonomia dai cittadini terremotati, quello che doveva salvare
Peppina e, alla fine, ammazza quasi tutti gli altri, Stato compreso. Ad
affermarlo è il Sindaco di Camporotondo di Fiastrone, Emanuele Tondi, ponendo l’accento
sul fatto che, così facendo, si darebbe il via a una nuova ondata di sfollati,
quelli delle sistemazioni autonome nelle casette non ufficiali, che non sono
pochi.
Ma tutta questa grottesca
faccenda evidenzia in maniera chiara come le poche idee di chi sta gestendo l’emergenza
siano estremamente confuse. Se le stesse SAE non rispettano le caratteristiche
tecniche dettate dalla legge, anche se questa legge si riferisce a quelle
private, come se quelle private avessero un impatto ambientale o una potenzialità
di rischio diversa da quelle pubbliche, siamo di fronte a una contraddizione
che la dice tutta su come si stanno facendo le cose. Approssimazione,
confusione, attenzione alla fuffa ma non alla sostanza, si fanno provvedimenti
più per farli che per risolvere i problemi. In questo modo i problemi si creano
e si aggravano, tutto a spese dei terremotati. E in fondo rientra tutto in un
sempre più evidente disegno che punta alla desertificazione.
Luca Craia