C’è qualche novità
interessante all’interno del progetto per l’edizione del ventennale della
kermesse più importante, praticamente l’unica di rilievo, del panorama culturale
montegranarese. Il Veregra Street Festival, edizione 2018, inizia a essere
costruito con l’atto di indirizzo approvato l’11 gennaio scorso, atto col quale
si confermano alcuni particolari e altri se ne modificano.
È confermata la durata
dilatata del festival, non più concentrato in una settimana come da tradizione
ma spalmato su due settimana come nelle edizioni più recenti, nonostante che
questo non abbia portato risultati apprezzabili e semmai abbia diluito in
maniera sensibile la presenza di pubblico. Si comincia venerdì 22 giugno con
una tre giorni che si fermerà domenica 24, una pausa fino a giovedì 28 per
arrivare fino al gran finale di sabato 30, ricalcando lo schema del 2017, ma
posticipato di circa una settimana, forse alla ricerca di un po’ più di
pubblico.
È interessante che, all’interno
della lista degli spazi da utilizzare, compaia finalmente, dopo anni di oblio,
un pezzetto di centro storico. Si parla di piazzale Leopardi e di via Solferino
sia come location di attrattive che come spazi di somministrazione cibo. È un
fatto sicuramente positivo se si pensa che, almeno, ci si accorge di avere un
centro storico e gli si dà vita, almeno per qualche giorno. Ma potrebbe
diventare negativo se gli spazi verranno utilizzati male, senza rispetto per la
fragilità del luogo e, soprattutto, se passata la festa sarà come sempre,
gabbato lo santo. Come ripeto da anni, il centro storico non è il teatro per
fare degli spettacoli spot ma un luogo da curare e rispettare tutto l’anno.
La nuova passeggiata di viale
Gramsci sarà utilizzata, come negli ultimi anni, come zona adibita allo street
food, destinata ad operatori culinari ambulanti il cui numero di partecipanti è
fissato in 17 punti di somministrazione. Si parla anche di via Conventati come
spazio per la somministrazione del cibo e questo è sia una novità che una
curiosità, visto che la via è stretta e in forte pendenza. Ci sarà da vedere
come potranno installarvisi gli operatori. Si mangerà anche al Campo dei Tigli
e nelle varie locande allestite nelle vie del centro anche dalle associazioni
che, vivaddio, non saranno chiamate a pagare alcunché a patto che i proventi
vengano poi utilizzati per attività culturali. I ristoratori cittadini, invece,
potranno trovarsi dei locali adeguati e utilizzarli previa pagamento di un
contributo, così come i locali già residenti nell’area potranno organizzare
piccoli spazi esterni per la somministrazione di birra e quant’altro.
Nel progetto si parla anche
di un non meglio definito “mercatino dell’artigianato” da allestire “in vie e
locali del centro storico”. Anche qui vedremo come la cosa verrà realizzata e
se verrà realizzata. Sarebbe un fatto positivo, sempre che, anche in questo
caso, non sia una semplice iniziativa spot ma l’avvio di una serie di eventi
che possano riportare un po’ di vita nel castello.
Il costo del festival si
assesta, in via preventiva, a 145.000 Euro, di cui 55.000 a carico delle casse
comunali e il resto proveniente da contributi e sponsorizzazioni.
Il progetto artistico ricalca
in tutto e per tutto quello delle passate edizioni, con riferimenti specifici
ad attività di associazioni che non vengono nominate ma, visto che si parla di
riciclo e fotografia, si fa presto a capire a chi ci si riferisce e a chi si
darà spazio, con buona pace degli altri.
Luca Craia