Non può essere semplice
pressappochismo. Non può essere semplice incapacità. Siamo, con ogni evidenza,
davanti a un disegno preciso, e lo stiamo denunciando da oltre un anno, un
disegno che punta alla desertificazione della zona montana in cui il terremoto
è stato soltanto un fortuito ma formidabile aiuto. L’ennesima dimostrazione
della volontà di spopolare il territorio dei Sibillini è data dal cosiddetto
decreto “salvapeppina”, che stabilisce in maniera inequivocabile come tutti
quei terremotati che si sono creati i presupposti per rimanere sul territorio
con mezzi propri e senza attendere le lungaggini burocratiche siano destinati a
diventare sfollati a loro volta e loro malgrado.
La legge stabilisce infatti i
criteri per i quali le unità abitative di emergenza procuratesi in autonomia dagli
stessi terremotati possano essere portate in sanatoria. Vi ricadono le varie
casette prefabbricate ma anche le case mobili e tutte le strutture provvisorie
installate autonomamente. I requisiti sono quasi impossibili da rispettare, tra
l’altro nemmeno le SAE dello Stato li rispettano, ma non c’è nemmeno il tempo
per poter preparare la documentazione per sanare le strutture, scadendo il
termine il 31 gennaio prossimo.
C’è anche un ulteriore dato
che testimonia come si voglia svuotare il territorio: chi portasse in sanatoria
le strutture acquistate in proprio dovrà rinunciare al contributo per autonoma
sistemazione. Non c’è una spiegazione logica a questo, perché se un terremotato ha diritto alla CAS andando a pagare l’affitto da qualche parte, non si capisce perché
lo stesso diritto decada per chi, magari, ha preso un finanziamento per pagarsi
la propria casetta e faceva conto proprio sul CAS per pagare le rate. È evidente
la finalità vessatoria della norma.
Nel frattempo l’immarcescibile
tagliatore di nastri compulsivo, Luca Ceriscioli, tra una sedia tirata al
collega Ricci e un impegno da Presidente della Regione Marte, trova il tempo
per inaugurare le nuove SAE di Treia. Otto casette otto, arrivate con un
ritardo spaventoso, ma meritevoli di tanta attenzione istituzionale. Intanto
creiamo nuovi sfollati.
Luca Craia